Re: [Forumlucca] Ecco come drogano le nostre menti - per ald…

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Szerző: Aldo Zanchetta
Dátum:  
Címzett: forumlucca
Tárgy: Re: [Forumlucca] Ecco come drogano le nostre menti - per aldo
Ricambio affettuosamente l'abbraccio e continuo a pensare che un giorno forse riusciremo a coordinare meglio le forze sul piano dell'informazione; cosa che tu fai brillantemente ma che dovremmo diffondere di più. se hai tempo dai un'occhiata al sito che sto aprendo: www.kanankil.it. America latina (le idee veramente alternative che la circolano più che qui...), Illich (ti pare...non poteva mancare) e l'ormai dimenticato Mounier, quello di Rivoluzione Personalista e Comunitaria. Un piccolo contributo a un pensiero non omologato.

In attesa di rincontrarci

Aldo
----- Original Message -----
From: marcantonio lunardi
To: forumlucca@???
Sent: Friday, November 05, 2010 1:15 AM
Subject: [Forumlucca] Ecco come drogano le nostre menti - per aldo


si potremmo fare di più ... sono battaglie, come ben sai, difficilissime da portare avanti in solitario.


Pensa a quante ingiustizie abbiamo assistito e non siamo intervenuti perchè commesse da amici che appartenevano alla stessa nostra area di pensiero o che finanziavano le nostre associazioni.


Un classico esempio è l'associazionismo irresponsabile che finanziato dalle nostra banche armate accoglie chi scappa da terre di conflitto ... sono stranezze ma penso che almeno in parte vengano fatte con il cuore e l'inconsapevolezza.


Siamo burattini perchè lo vogliamo essere ... ma con questo non voglio giudicare nessuno perchè non esserlo costa moltissimo in tutti i termini,
da quelli lavorativi a quelli amicali.


eppure se vogliamo un mondo migliore penso si debba passare anche dall'etica dello sguardo, dalla morale del gesto e dalla coerenza dell'azione.
Tutto questo molti lo vedono come comunismo ... ma le pratiche di buon governo vengono etichettate in questo modo da quegli stessi serpenti che si annidano nelle viscere della gestione pubblica o sono servi riverenti per una pagnotta e una stretta di mano.


Se prendessi la videocamera e andassi a riprendere le storture ambientali che troviamo lungo la valle del serchio come mi vedrebbe la moderna classe dirigente di sinistra che per molti anni ha gestito questi luoghi?


Sai benissimo che possono succedere cose ben precise come:


- non ricevi più finanziamenti per i progetti da enti vari
- ricevi la visita di polizia, guardia di finanza e altri amici vari
- vieni bollato come comunista irresponsabile che non ha capito le difficoltà di governare un territorio
- sei troppo giovane o troppo vecchio per capire


il risultato è che ti trovi solo o in gruppi auto-organizzati a combattere contro quelle stesse strutture che penseresti amiche con il tuo miserando stipendio mentre dall'altra parte ai personaggi ambigui e dirigenti solerti pagati fuor di quattrini.


Una lotta impari ma forse va combattuta altrimenti lasciamo il regno a troppi re e poco popolo :-)


Una cosa che ho imparato è che non dobbiamo più prendere sul serio questi personaggi ... per chi fosse interessato inizierò con calma a riprendere le assurdità presenti sul territorio della valle del serchio poi mi sposterò a lucca ... il lavoro e tanto e lo farò in termini di volontariato perchè nessuno mi pagherà il tempo e le cassette per le riprese :-) ... poi d'accordo con un mio amico mi sposterò nel trapanese e dai pure ... se ognuno fa la sua parte possiamo scaldare gli animi e controllare il territorio più di ogni altro amministratore perchè noi viviamo ogni singolo metro quadro che calpestiamo.


abbraccione


marcantonio















Il giorno 04/nov/10, alle ore 23:16, Aldo Zanchetta ha scritto:


    Caro Marcantonio


    qui è il nocciolo del problema, ma ci ostiniamo a non vederlo


    ormai siamo burrattini pilotati


    tu sai che mi occupo di america latina per hobby (forse non solo...) ma anche per capire come mai là i movimenti sociali e indigeni (senza idealizzare) sono effervescenti: là anno capito che l'informazione è lo strumento chiave per non farsi schiacciare : centinaia di piccole radio comunitarie, reti telematiche etc ;  questi giorni c'è il II o III (non ricordo) incontro continentale dei comunicatori dei popoli indigeni....


    grazie per ricordarcelo; ma localmente potremmo fare di più?


    Aldo
      ----- Original Message -----
      From: marcantonio lunardi
      To: forumlucca
      Sent: Monday, November 01, 2010 11:48 PM
      Subject: [Forumlucca] Ecco come drogano le nostre menti



      La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l'inganno
      In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:



      1-La strategia della distrazione



      L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).



      2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni



      Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.



      3- La strategia della gradualità



      Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.



      4- La strategia del differire



      Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato quando arriverà il momento.



      5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini



      La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).



      6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione



      Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati comportamenti….



      7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità



      Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori".



      8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità



      Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...



      9- Rafforzare l’auto-colpevolezza



      Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!



      10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano



      Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.



      Fonte: Res Marche




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