[Forumlucca] Ecco come drogano le nostre menti

Delete this message

Reply to this message
Author: marcantonio lunardi
Date:  
To: forumlucca
Subject: [Forumlucca] Ecco come drogano le nostre menti
La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico
e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie
mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci
aiuta a svelare l'inganno

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e
si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli
ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel
nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a
meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi
a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite
inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia
dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui
fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e
uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam
Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per
drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione,
rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco
quali sono:

1-La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della
distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai
problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed
economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di
continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia
della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di
interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza,
l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.
“Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi
sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il
pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare,
di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo
“Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si
crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa
reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il
mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio:
lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o
organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi
richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della
libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un
male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo
smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla
gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo
che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo)
furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo,
privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa,
salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti
che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in
una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di
presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione
pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile
accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima,
perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo,
perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare
ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio
richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per
abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato quando
arriverà il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa
discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente
infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore
fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più
si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono
infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se
avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei
tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche
sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o
meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto
circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico
dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire
la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee,
desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati
comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i
metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità
dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più
povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza
che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e
rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari
e ignoranti...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua
disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue
capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il
sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che
crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è
l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato
un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute
e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la
neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di
una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica
che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo
comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella
maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed
un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso
individuo esercita su sé stesso.

Fonte: Res Marche