Autore: Maurizio Cecconi Data: To: sexyshock Oggetto: [Sexyshock] Senza laicità non esiste scuola pubblica
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26/10/10
Di Maurizio Cecconi,
portavoce Rete Laica Bologna
Sono questi anni di attacchi feroci alla scuola pubblica. Da una parte
la si demolisce ideologicamente, minando la funzione formativa dello
studente/cittadino, d’altra parte la si depaupera progressivamente, in
nome di pseudo riforme che si traducono in tagli spudorati ai capitoli
di spesa.
Le decisioni assunte non hanno un unico responsabile politico; sono,
come si suol dire, responsabilità bipartisan. Con qualche differenza di
stile e di contenuto. Se il centrodestra ha privilegiato una politica
di riduzione drastica degli investimenti nella scuola, tanto da
inficiarne l’efficacia e l’interclassismo, il centrosinistra, con non
meno impudicizia ha lottato, vincendo, contro la Costituzione
repubblicana per riconoscere alle scuole private, che come sappiamo
sono in stragrande maggioranza confessionali e cattoliche, l’accesso ai
finanziamenti dello Stato.
Potremmo definirla una “morsa a tenaglia”: movimenti di ceti politici
subalterni al Vaticano e alle gerarchie ecclesiastiche, che stringono
d’assedio il fortino della scuola pubblica che, in quanto fondata sulla
libertà d’insegnamento, non può che essere pluralista, laica, tesa a
creare i cittadini di domani.
E’ da questo stato di cose che occorre ripartire per spezzare
l’accerchiamento, con due proposte. Prima: diminuzione progressiva
delle spese militari (nel 2010 il bilancio della Difesa sarà di 23.500
milioni di euro) e maggiori investimenti nella scuola pubblica
(l’Italia investe solo il 4,5% del PIL nella scuola, a fronte di una
media europea del 5,7%; il “Bel Paese” è all’ottavo posta della
classifica mondiale per spese militari e al ventunesimo per
investimenti nella scuola). Seconda: abrogare la legge che riconosce le
scuole private come paritarie ed estinguere gli ulteriori finanziamenti
alle scuole confessionali che vengono elargiti dalle istituzioni locali.
Come Rete Laica Bologna riteniamo nostro dovere far sì che nessun euro
delle finanze pubbliche sia dirottato su chi forma credenti e non
cittadini.
***
[Pubblicato sul n. 08/2010 di Non Credo
Estratto: Cos'è Non Credo | Scarica la rivista completa]
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