http://www.corriere.it/politica/10_ottobre_15/piemonte-cota-bresso_4f9fb55a-d81a-11df-ad4e-00144f02aabc.shtml
Il riconteggio «premia» la Bresso
La Lega: si mette male per la democrazia
«Tolti» a Cota 12 mila voti, vinse di 9.372. L'ex governatrice:
«riproclamazione» la via giusta
MILANO - Per scaramanzia, ancora non lo dice ufficialmente. Però
Mercedes Bresso sa già come finirà il riconteggio delle schede in
Piemonte: «Avevo ragione io». Al traguardo manca Torino, tutte le
altre sette province hanno portato a termine un calcolo che, in via
ufficiosa, per ora conferma quanto lei sosteneva da tempo. Ovvero:
Roberto Cota - che il 28 ed il 29 marzo aveva conquistato la poltrona
di governatore per 9.372 voti di differenza - starebbe per perdere la
sfida delle carte bollate, avendo lasciato sul campo circa 12 mila di
quei 15.179 voti delle liste «Consumatori» e «Al centro con
Scanderebech» che hanno infiammato la lunga battaglia tra leghisti e
democratici per la presidenza della Regione e per i quali il Tar ha
disposto la verifica.
E adesso è il Carroccio a temere la perdita di un fortino considerato
ormai conquistato. Lo dimostra Umberto Bossi in persona, ricorrendo a
una nota ufficiale per difendere «un ragazzo che ha vinto
democraticamente le elezioni»: «Se vogliono far perdere Cota - dice il
Senatùr - si mette male la democrazia perché chi ha perso, ha perso e
basta. C'è qualcuno che vuole annullare dei voti validi». Per il
leader dei lumbard «Cota ha vinto e governerà per 5 anni ma se la
Bresso dovesse risultare avvantaggiata dal riconteggio allora sì, si
metterebbe davvero male». Alle parole del capo di partito fanno
seguito quelle del governatore, stanco di una faccenda che si trascina
ormai da troppo tempo: «Ma quale riconteggio? - liquida Cota -. Io le
elezioni le ho vinte a marzo, di cosa parliamo? Ho vinto e lavorerò
per 5 anni».
Non la pensa così l'ex governatrice Bresso: «Se Bossi è tanto
convinto, stia calmo e aspetti il percorso della giustizia. Se si
mette male per qualcuno è per loro: aver accolto noti taroccatori di
liste nella propria coalizione ha comportato dei rischi e ora
assistiamo alle conseguenze. Era certo che perdessero, non a caso si
erano opposti al riconteggio». Lei, che ha letto più e più volte
l'intera documentazione del caso, crede anche di aver bene
interpretato le prossime mosse: «La sentenza del Tar sembra parlare di
"riproclamazione", cioè io sarei di nuovo presidente. E mi sembra
l'esito più giusto, era me che gli elettori avevano votato. Se invece
Tar e Consiglio di Stato si pronunciassero su nuove elezioni, per una
nuova candidatura mi rimetterei al giudizio del Pd».
A frenare l'entusiasmo degli avversari è Luca Procacci, il legale
della Regione e del governatore Cota: «Dal riconteggio ci aspettiamo
un risultato scontato, ma sarà subito oggetto di ricorso. Noi
aspettiamo il Consiglio di Stato: il 19 ottobre stabilirà se i criteri
indicati dal Tar per il riconteggio sono validi. Noi sosteniamo che
siano illegittimi: per la legge elettorale, la croce su una lista
collegata al presidente vale per il candidato anche se ci sono dubbi
sulla lista stessa». L'avvocato smentisce seccamente pure i rumors
sulle dimissioni anticipate di Cota, da molti ritenute un'ancora di
salvataggio per portare il Piemonte alle urne prima che la sentenza
diventi esecutiva. «Ma se fosse vero - dice Enrico Piovano, legale
della Bresso - sarebbe un atto unilaterale impugnabile, compiuto non
nell'interesse pubblico ma di un partito politico».
Elsa Muschella