[movimenti.bicocca] Fwd: RICHIESTA DI SOLIDARIETA'

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Aihe: [movimenti.bicocca] Fwd: RICHIESTA DI SOLIDARIETA'
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> From: "Filippo Barbera" <filippo.barbera@???>
> Date: 12 ottobre 2010 18.50.09 GMT+02.00
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> Subject: RICHIESTA DI SOLIDARIETA'
>
> Care Colleghe e Cari Colleghi,
> >
> > come alcune di voi sanno, qualche giorno fa Alessandro Orsini ha coraggiosamente denunciato
> > (vedete qui di seguito) questo episodio occorso durante un concorso per professore associato.
> > Orsini ha ricevuto molte mail di solidarietà, ma occorre che chi vuole appoggiare il suo gesto lo
> > faccia pubblicamente. Per questo, insieme ad alcuni amici, vogliamo raccogliere adesioni e firme
> > di solidarietà alla lettera di Orsini, che poi posteremo sul sito dell'Enciclopedia Treccani. Il silenzio
> > potrebbe infatti essere facilmente interpretato come dissenso verso il gesto di Orsini,
> > scoraggiando altre persone intenzionate a muoversiin modo analogo.
> >
> > VI CHIEDO QUINDI DI SEGNALARMI LA VOSTRA EVENTUALE ADESIONE,
> > SEMPLICEMENTE RISPONDENDO A QUESTA MIA MAIL CON "ADERISCO", SEGUITO DA NOME, COGNOME E AFFILIAZIONE ISTITUZIONALE
> >
> > un caro saluto e grazie
> > Filippo
> >
> >
> > Il presente articolo è pubblicato sul sito dell´Enciclopedia Treccani
> >
> > Ho letto l´articolo, bello e coraggioso, di Marco Santoro presentato al seminario organizzato dalla
> > "Rassegna Italiana di Sociologia" a Milano-Bicocca venerdì 1° ottobre 2010, in cui vengono rivolte alcune
> > critiche molto dure alla suddivisione della sociologia italiana in componenti.
> > Intervengo nel dibattito sulla presunta crisi della sociologia italiana per richiamare l´attenzione
> > della "comunità scientifica"su un concorso di Sociologia politica da me impugnato al TAR e su cui sta
> > attualmente indagando la Procura della Repubblica di Chieti, dati i profili penali, oltre che amministrativi,
> > emersi nella vicenda. Preciso che la Procura della Repubblica di Chieti è stata invitata a indagare
> > sull´operato di alcuni commissari non dal sottoscritto, che si è limitato al processo amministrativo, ma dal
> > Rettore di Chieti.
> > In seguito alla mia impugnazione, ho ricevuto minacce da parte di professori ordinari (anche
> > telefonicamente, cosa assai rischiosa in un´epoca di tabulati e di registrazioni!), i quali si sono a me rivolti
> > in questi termini: "Tu non immagini il male che hai fatto a te stesso rivolgendoti alla magistratura.
> > L´Università ha le sue regole. Non vincerai mai più un concorso e ai concorsi futuri pagherai per ciò che hai
> > fatto". Alcune di queste minacce, anche se in forma meno aggressiva ed esplicita, mi sono state nuovamente
> > rivolte in occasione del recente convegno nazionale di Sociologia a Milano, cui ho partecipato.
> > Ciò che èsuccesso a Chieti tra il 19 e il 21 maggio 2010 fornisce, a mio giudizio, una misura
> > precisa del degrado cui è giunta la sociologia italiana. Lascio ad altri l´individuazione delle cause: mi limito
> > ai fatti. Vorrei, innanzitutto, presentarmi. Mi chiamo Alessandro Orsini, ho 35 anni, laurea in Sociologia a
> > Roma "La Sapienza" con media del 110 al momento della discussione, ricercatore confermato di Sociologia
> > politica a "Tor Vergata", autore di 7 volumi e numerosi articoli. Il mio ultimo "Anatomia delle Brigate
> > rosse. Le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionario" è un libro di sociologia storica di circa 500
> > pagine, attualmente in corso di pubblicazione in molti Paesi per i tipi della Cornell University
> > (pubblicazione marzo 2011 con il titolo di "Anatomy of the Red Brigades. The Religious Mindset of
> > Modern Terrorists" ) e ha recentemente vinto il Premio Acqui Storia 2010, che alcuni autorevoli studiosi
> > considerano "il più importante riconoscimento in Europa alla saggistica storico-scientifica"("La
> > Repubblica", 23 settembre 2010). Sono stato invitato a esporre le mie ricerche anche ad Harvard, MIT,
> > Johns Hopkins, Brookings Institution, Boston College, Umass Boston. Sono stato favorevolmente recensito
> > da accreditate riviste americane. Ho però perso tutti i concorsi di professore associato cui mi sono
> > presentato perché, secondo le parole di una professoressa ordinaria, preposta alla gestione dei concorsi di
> > Sociologia politica per conto di una precisa componente accademica: "E´ stata condotta un´indagine su
> > Orsini (santa pace, un´indagine!) e nessuna componente accademica considera Orsini suo membro", cosa
> > peraltro assai vera perchénon ho mai voluto aderire a nessuno di questi "gruppi". Vinsi da "outsider" un
> > dottorato senza borsa in "Teoria e storia della formazione delle classi politiche" a "Roma Tre", dopo avere
> > perso tutti gli altri concorsi ai dottorati di Sociologia "perché i posti", così mi veniva ripetutamente
> > spiegato, "sono tutti già assegnati e tu non hai la raccomandazione giusta".
> > A Chieti, dopo avere appreso dai verbali pubblicati dal MIUR che un membro della commissione
> > aveva segnalato le irregolarità commesse dai suoi colleghi, ho deciso di presentare istanza di acceso agli atti
> > concorsuali. Ho così scoperto che uno degli idonei presentava tre monografie di ridottissime dimensioni
> > pubblicate da una tipolitografia locale della provincia di Chieti (non una vera casa editrice: una
> > tipolitografia locale!) presenti in ZERO biblioteche italiane e ZERO biblioteche straniere e che non aveva
> > nemmeno un saggio su rivista scientifica dotata di referee anonimo. Alcuni commissari a Chieti hanno
> > giudicato tali lavori alla stregua di "capolavori della sociologia politica contemporanea"(giudizi pubblicati
> > online), rifiutandosi di valutare - come emerge dai verbali e come è scritto nella segnalazione di un membro
> > della commissione - la diffusione delle opere dei candidati nella comunità scientifica e la loro collocazione
> > editoriale (criteri previsti dalla legge, ribaditi nella seduta preliminare dagli stessi membri della
> > commissione e ripresi anche dall´AIS). Il professore "ribelle" ha dichiarato alle autorità competenti di
> > essere stato "minacciato" di firmare i verbali perchéaltrimenti vi sarebbero state ritorsioni su alcuni
> > candidati, i cui profili, già scritti ma non ancora firmati, sarebbero stati peggiorati con conseguenti danni
> > per la loro carriera futura. La commissione ha così messo a verbale il proprio rifiuto di riconvocarsi per
> > avere il tempo necessario a effettuare gli accertamenti necessari, in base al principio dell´autotutela della
> > Pubblica Amministrazione invocato dal sociologo "ribelle" (4 voti contro 1: verbali online).
> > Uno dei fatti su cui si basa l´impugnazione è emerso in sede di accesso agli atti: nel plico di uno
> > degli idonei, organicamente legato a una precisa componente accademica e da questa sostenuto, era
> > presente un libro edito nel marzo 2009, a dispetto di un bando che si era chiuso nel luglio 2008. Il libro
> > (anche in questo caso una monografia di ridottissime dimensioni) i cui contenuti corrispondono in larga
> > parte al profilo del candidato voluto dalla Facoltàbanditrice del concorso (la Facoltà di Scienze sociali) non
> > avrebbe dovuto essere valutato, secondo quanto stabilito dalle leggi in vigore ribadite dalle numerose
> > sentenze del Consiglio di Stato sulle opere in corso di stampa (che non possono essere valutate nei concorsi
> > universitari). Per accedere agli atti concorsuali e ottenere una dichiarazione scritta del responsabile Ufficio
> > Concorsi dell´Università di Chieti, attestante le violazioni formali e sostanziali della procedura concorsuale,
> > ho dovuto richiedere l´intervento di una gazzella dei Carabinieri presso il Rettorato. Il mio unico sollievo in
> > quelle giornate così tetre mi è provenuto da alcuni dipendenti del Rettorato di quell´Università, i quali, in
> > presenza di testimoni, mi hanno detto: "Fai bene! Bravo! Impugna al TAR che è una vergogna! I
> > commissari di sociologia politica sono andati avanti a litigare fino alle 23 e uno di loro è poi stato anche
> > ricoverato per un malore al cuore. Lo sappiamo bene perché anche noi siamo tornati a casa di notte" (il
> > professore "ribelle" aveva finito per sentirsi male: anche questo è scritto nei verbali!). Al momento della
> > chiamata dell´idoneo, il Consiglio della Facoltà di Scienze sociali si è diviso. Dieci (10) professori hanno
> > votato a favore; nove (9) professori si sono assentati. Due professori, che erano venuti a conoscenza
> > dell´intervento dei Carabinieri presso il Rettorato, hanno abbandonato per protesta il Consiglio di Facoltà,
> > lasciando a verbale una dichiarazione in cui esprimevano forti critiche sulle procedure seguite nella stesura
> > del bando di concorso e nel modo di procedere alla chiamata dell´idoneo (accesso agli atti da parte del
> > ricorrente).
> > Durante l´ultimo convegno di Sociologia dell´AIS a Milano-Bicocca, in seduta plenaria, alcuni
> > sociologi hanno cercato di individuare i requisiti minimi per garantire un minimo di imparzialità nella
> > selezione dei candidati più meritevoli. Tra questi, la collocazione editoriale delle opere e la loro diffusione
> > nella comunità scientifica. Ho trovato la cosa grottesca. La mia esperienza mi insegna che il problema della
> > sociologia italiana è un problema culturale e che non vi sono regole scritte che possano porvi rimedio. La
> > mancanza di senso della funzione pubblica è estremamente radicata tra i sociologi e vi èun´inciviltà, diffusa
> > e profonda, a vari livelli. Nella sociologia italiana il merito non ha alcuna importanza. Non dico che è
> > secondario, dico che è del tutto irrilevante. Si può vincere un concorso soltanto se si appartiene a una
> > componente potente, fatta eccezione per i soliti casi "rari e eccezionali", che per fortuna esistono.
> > Dopo la pubblicazione di "Anatomia delle Brigate rosse" alcuni ordinari della mia disciplina hanno
> > detto che io non sarei un sociologo della politica, ma un sociologo generalista (nonostante sia iscritto alla
> > sezione di Sociologia politica da dodici anni). Nei concorsi di sociologia generale, però, sono stato respinto
> > perché, così è scritto nei verbali, "la produzione scientifica del candidato Alessandro Orsini pertiene alla
> > sociologia politica" (ma insomma, mettetevi d´accordo!). In questi mesi di concorsi imminenti, sono stato
> > definito dagli ordinari della mia disciplina come segue: "Psicologo sociale", "Storico contemporaneista",
> > "Storico delle rivoluzioni", "Storico delle dottrine politiche", "Sociologo dell´economia", Sociologo
> > generalista", "Storico dell´Italia repubblicana", "Storico del terrorismo nell´età moderna e contemporanea".
> > A Milano non ho potuto trattenermi dal ridere quando un ordinario (un ordinario di peso) mi ha detto:
> > "Orsini, ho letto il tuo libro. Secondo me, èpiù un libro di storia moderna, cioè no, forse storia moderna no,
> > però credo storia contemporanea. Sì, direi storia contemporanea". E così mi sono ritrovato a ricevere uno
> > dei massimi riconoscimenti europei alla saggistica scientifica per sentirmi dire (giuro che mi è stato detto):
> > "Ecco, hai vinto il Premio Acqui Storia 2010: lo vedi che non sei un sociologo!".
> >
> > Le mie conclusioni? Non mi aspetto giustizia dall´accademia italiana. Le mie uniche speranze le ho
> > riposte nella magistratura. L´unico modo per uscire dalla crisi in cui si trova la sociologia italiana èun patto
> > generazionale tra i giovani studiosi. Il patto è: i concorsi truccati si impugnano. Se i commissari disonesti
> > avranno la certezza del processo amministrativo (in alcuni casi anche del processo penale) e della
> > ricusazione nei concorsi futuri, le ingiustizie diminuiranno.
> > Il mio proposito per il futuro? Continuare a non aderire a nessuna componente accademica. Vorrei
> > una sociologia diversa che dica ai giovani studiosi: "Studia, pubblica articoli interessanti e vincerai i
> > concorsi". Ciò che un giovane studioso impara, sin dalla sua prima socializzazione nella sociologia italiana,
> > è: "Legati a un gruppo accademico potente". Quando mi reco a Boston o a Washington, la prima domanda
> > che mi sento rivolgere dagli studiosi che non mi conoscono è: "What´s your topic?". In Italia, la prima
> > domanda che riceve un giovane dottorando di ricerca è: "Con chi collabori?". E non venite a dirmi, come
> > qualcuno ha già fatto, che ciò di cui parlo riguarda la crisi dell´istituzione universitaria e non la crisi della
> > sociologia. Scusate, i sociologi si formano nelle Universitàoppure nelle pizzerie? Dove vengono organizzati
> > i dottorati di ricerca? Dove avviene la trasmissione delle competenze e dell´etica professionale del
> > sociologo, se non nelle Università? Se la selezione non premia il merito; se ai sociologi del domani viene
> > insegnato che bisogna inchinarsi ai "signori dei concorsi" piuttosto che coltivare l´autonomia intellettuale e
> > l´inclinazione allo spirito critico, chi porterà la sociologia italiana fuori dalla crisi?
> > Ai giovani sociologi pieni di passione che guardano sconcertati a questo dibattito, dico: non
> > abbiate paura. Nella sociologia italiana esistono forze sane e professori coraggiosi che stanno cercando di
> > organizzarsi. Ne ho conosciuti, ci sono. Le cose cambieranno. Il futuro saràmigliore.
> >
> > Alessandro Orsini
> > Ricercatore di Sociologia politica
> > Università di Roma "Tor Vergata"
> > Facoltà di Lettere e Filosofia
> Filippo Barbera, PhD
> Assistant Professor, Economic Sociology,
> Social Sciences Department
> Affiliate, Collegio Carlo Alberto
> University of Turin
> email: filippo.barbera@???