[cm-Roma] prima di decidermi a lasciare questa lista...

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Autor: ch.cavallaro@virgilio.it
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Para: cm-roma
Assunto: [cm-Roma] prima di decidermi a lasciare questa lista...
... e mi dispiacerebbe, perche' sono di natura curiosa, perche' stare con i/le cmooni/e mi piace e perche' in questa lista ho letto cose moolto interessanti, a partire dal penultimo dibattito sulle fonti energetiche, provo a dirvi le riflessioni che ho fatto sull'ultimo dibattito in corso.

L'esperienza di anni mi ha insegnato che in ogni lista c'e' un limite, una netiquette che prescinde dall'oggetto della lista e che non e' vuota formalita' ma la ricerca di modalita' di dibattito costruttive.
Questa netiquette, condivisa a livello internazionale, tra le altre cose prevede che non si affolli una lista con messaggi rivolti a una specifica persona ne', tantomeno che si sviluppino in lista polemiche personali.
Chi vuole può esercitarsi in questo tipo di dibattito a distanza utilizzando direttamente la mail della persona che vuole come interlocutore. Il senso di questa regola e' che il non farlo significa, implicitamente, richiedere uno schieramento della lista su alcune affermazioni. Ma poiche' tale richiesta e' implicita, spesso dopo un po' non si capisce piu' di quali affermazioni si sta parlando e spesso, di schieramento in schieramento, si passa dalla discussione per comprendere alla discussione sui non detti o sui presupposti attribuiti e da questi ultimi alle provocazioni e agli insulti. Tutte cose che rimangono scritte e segnano spesso l'avvio verso una brutta china del gruppo associato alla mailing list.

Ho fiducia che non sara' cosi' in questo caso, tuttavia le ultime decine di mail mi hanno proprio stremato. Sono convinta che, faccia a faccia e con metodi di discussione che limitino la tendenza alla caciara o alla rissa, le cose potrebbero andare diversamente.

Sono convinta che tutti/e sappiano la delicatezza e la rilevanza che il tema di queste ultime mail ha nella storia del pensiero occidentale e in quella del nostro Paese, l'ultimo per cultura NON sessista (o il primo per una cultura ancora sessista) di tutti i paesi europei (europa a 25), e si vede. I dati sono di questi giorni.

Sono convinta che tutti/e sappiano quanto è delicata e importante una relazione con persone con cui condividi parti importanti di vita e di ideali, e tutti/e vorremmo, diversamente da quanto ha fatto la sinistra da quando me la ricordo (e meglio che non dico da quando), riuscire a costruire insieme condividendo ciò che stiamo costruendo e non dividendoci su chi costruisce la bici piu' pura, piu' bella, piu' perrfetta, piu' ecologica, piu' innoavtiva etc. etc. etc. (e' metafora).

Tuttavia per fare questo la mia esperienza, e il confronto con altri/e amici/che, dice che sono necessarie alcune cose:
premettere esplicitamente il rispetto, l'interesse, se non l'affetto che si ha per gli/le altri/e interlocutori/trici e ricordar(se)lo se necessario anche durante e dopo
un ascolto attento e paziente e la richiesta di chiarimenti per tutte le cose che non si e' sicuri di aver compreso correttamente
la necessità di separare la questione in discussione da colui/colei con cui si discute, non perche' le cose non emergano dal nostro vissuto ma perche', al contrario delle cose dette (o addirittura scritte) le persone possono (persino !) cambiare opinione e modo di sentire nel corso di una discussione. E' necessario che ne abbiano lo spazio e l'opportunita', che non vengono facilitati da una eccessiva personalizzazione
infine che la discussione abbia una finalizzazione positiva a qualcosa da costruire insieme, perche' altrimenti si riduce a una battaglia tra squadre e la cultura che ci portiamo dietro prevede che vi sia solo la solo la soluzione "io vinco - tu perdi", di cui vediamo tutti i giorni gli effetti.

Infine, e a questo proposito, credo che sia importante l'emersione di una visione anche al femminile del mondo dei/delle ciclostinati/e e sarebbe interssante capire come tutti/e la facciamo nostra, per esempio in termini di caratteristiche dei percorsi ciclabili che proponiamo, di problemi di mobilità (non solo casa lavoro ma, per esempio, casa, scuola, lavoro, scuola, spesa, casa con cio' che questo significa), di "mostri/e" e altri esoscheletri a trazione umana. Di apprendimento meccanico, di strumenti meccanici, magari. Di approccio alla meccanica e alla "tecnologia".

Scusate la lunghezza, l'estemporaneita e spero che si percepisca un tono dimesso, preoccupato e un po' triste. Vorrei continuare a crescere, non solo ciclomeccanicamente parlando, insieme a voi e mi sono solo un po' spaventata

chiara c.