Auteur: Terra e libertà Date: À: sofista@virgilio.it, critical mass Roma Sujet: Re: [cm-Roma] R: Re: Sofferenza
un abbraccio, spero che quegli stronzi abbiano tutti i loro rimorsi
cmq, detto fra noi, il colpo sembra aver avuto sorprendenti effetti
distensivi sulla chiarezza espositiva del sofista, aumentando notevolmente
la frubilita' del suo stile sempre brillante e suggestivo
a presto
matteo
Il giorno 11 ottobre 2010 10:37, sofista@???
<sofista@???>ha scritto:
> Grazie, grazie!!
> Grazie ancora! Grazie!!
>
> Sto bene e fin dal giorno successivo, venerdì, con sofferenza frattale, mi
> recavo al lavoro, al servizio del Sistema, per la riproduzione della morte
> quotidiana.
> Il Capitale non attende. A tale mossa ero costretto dallo stato deteriore
> della sanità pubblica: il pronto soccorso notturno è un reparto
> geriatrico-migratorio-puerperale dove gli unici avventizi di nazionalità
> italica erano terroni (non bolognesi, un altro ed io) (moto)ciclisti,
> vittime di automobili. Dopo un'ora di limbica attesa, essendo l'unico capace
> di deambulare, uscivo nella notte di Via Saffi e gridavo "RAMIREEEZ"; in
> quel momento tre compagni, un abruzzese, un sardo ed un cremonese, validi
> eco-vetero-marxisti da ciclofficina, si materializzavano in auto e mi
> salvavano da altre scelte sciagurate, come quella di raggiungere su tre arti
> casa mia.
>
> Come nella migliore tradizione autoimmobilistica, dopo l'infame apertura,
> gli attori lasciavano il set stradale per scomparire nella movida serale dei
> viali.
> Il malcapitato, d'altra parte, cioè il ciclista che è in me, dopo il colpo
> dello spigolo all'altezza del cuore (la rosa mistica) a circa ventitrè
> chilometri orari (altro numero primo e cabalistico) affidata la deforme bici
> ad un beone presente al fattaccio, che raccoglieva la mia fiducia per via
> del suo tasso alcolico, stupito di non avere alcun pezzo di metallo
> conficcato in stile cyber-punk nel corpo, era trasbordato su una AZNALUBMA
> verso il Maggiore. Nessuna guardia rilevava alcunchè.
>
> Io so che il simbolo antifascista sulla mia maglietta mi ha protetto
> nell'ora più oscura.
>
> Ripeto: la cosa più offensiva non è stato il rarefarsi dei deficienti nel
> traffico (e non me ne frega niente dei risarcimenti) ma la spiegazione della
> fanciulla sportellante intorno all'evento: "Abbiamo aperto E non ti abbiamo
> visto". Una donna di rare doti. L'autista peraltro diceva d'essere pure
> medico. La macchina come coacervo di menti illustri.
> Io li cerco mica per la denuncia ma per aprirgli il cofano in corsa e
> vedere come commentano.
>