Autore: usiait1@virgilio.it Data: To: pop, precari_roma CC: forumbergamo Oggetto: [Precari_roma] da PALERMO comunicato su presunti scontri
antifascisti polizia davanti a una scuola a palermo
Riceviamo e inoltriamo da Palermo, la versione e ricostruzione dei fatti
del 9 ottobre, rispetto a quanto riportato da cronaca locale.
Solidarietà agli arrestati e fermati, la lotta antifascista non si processa...
Liberiamo scuole, università e quartieri dal nazifascismo e dal razzismo.
trasmette Unione Sindacale Italiana Usi Ait usiait1@???
Comunicato stampa:
Come sono andati i fatti ieri mattina davanti il Liceo Classico Umberto I di
Palermo.
Ci sono molte inesattezze e falsità circa le notizie divulgate dalle agenzie
stampa sul sit-in antifascista davanti il liceo classico Umberto I di
Palermo svoltosi ieri 09/10/10 alle ore 12:00.
Innanzitutto smentiamo che ci siano dei nostri compagni in stato di fermo o
di arresto, tutt’ora rimangono “ostaggi” dello stato tre compagni
universitari. Altri tre arrestati, tra cui un minorenne, sono stati
rilasciati ieri nel tardo pomeriggio.
il sit-in non è stato organizzato solamente dalla nostra organizzazione ma
anche da altri antifascisti palermitani, collettivi e organizzazioni tra cui
il Collettivo ‘68 degli stessi studenti del liceo classico Umberto I.
Si trattava di un semplice volantinaggio di denuncia circa le ultime
aggressioni fasciste avvenute davanti la scuola da parte di gruppi
neofascisti come Casapound e Giovane Italia (ex Azione Giovani), l’ultima
consumatasi lo scorso 25 settembre ai danni di alcuni studenti medi
antifascisti di cui abbiamo già scritto sul nostro blog.
Il volantinaggio è incominciato alle 12:00 in concomitanza con l’uscita di
alcuni studenti, erano presenti una trentina di antifascisti posizionati sul
marciapiede di fronte la scuola con uno striscione con su scritto “Cacciamo
i fascisti da scuole e facoltà”.
Quando è terminata l’uscita dei ragazzi da scuola, alcuni dei quali si sono
uniti al sit in, sono sopraggiunti agenti della digos che ci hanno intimato
di andarcene perché il sit-in “non era autorizzato”, al nostro netto rifiuto
di interrompere il sacrosanto diritto d’espressione sancito dalla
Costituzione Italiana, e ribattendo che si trattava di un volantinaggio sul
marciapiede per il quale non c’è bisogno di nessuna comunicazione in
questura, gli agenti della digos hanno intimato i presenti a fornire le
generalità, alla nostra richiesta di spiegazioni hanno afferrato
strattonandolo un compagno del Collettivo 20 luglio di scienze politiche
dicendo: “ora tu vieni con noi”, alcuni compagni hanno reagito sfilandogli
il compagno e ritirandoselo sul marciapiede, a questo punto è iniziato il
parapiglia dove gli agenti della digos più alcuni poliziotti in divisa,
sopraggiunti su un paio di volanti, si sono avventati contro tutti i
compagni cercando di arrestarne quanti più possibile, il sit-in ha risposto
compatto e determinato: i compagni tiravano dalla presa dei poliziotti gli
altri che erano placcati da 4-5 poliziotti e agenti della digos
contemporaneamente.
Questa reazione determinata e compatta da un lato ha sorpreso chi è abituato
ad ubbidire e a servire i superiori, dall’altro ha causato una foga ancora
maggiore dei servi in divisa che si sono avventati principalmente contro i
più piccoli.
Due compagni appena diciottenni, tutt’ora in arresto, sono stati sbattuti
violentemente sul marciapiede con 4-5 poliziotti per ognuno che li
bloccavano anche pressando con le ginocchia sul collo dei compagni.
Nel mentre agli studenti della scuola che tecnicamente erano usciti ma che
erano rimasti dentro l’atrio non è stato permesso di uscire, il preside ha
ordinato di chiudere i cancelli. Molti di loro indignati sono saliti sulla
cancellata e sulle ringhiere della scuola gridando “vergogna !” in direzione
della polizia, anche molti genitori e passanti che poco prima si erano
avvicinati al nostro sit-in, osservavano la scena con un misto di
indignazione e incredulità, una giovanissima studentessa appena sopraggiunta
al sit-in e vedendo un tale spettacolo, ha inveito con rabbia contro la
polizia e come risposta è stata sbattuta contro dei cassonetti.
Contemporaneamente sopraggiungevano altre volanti da cui scendevano altri
poliziotti che si avventavano sugli studenti del sit-in e sugli studenti
della scuola obbligandoli a cancellare foto e filmini amatoriali: le prove
dell’aggressione poliziesca.
Dopo una resistenza determinata degli iniziali partecipanti più gli studenti
che sono riusciti a raggiungere il sit-in, dopo aver sbattuto a terra e al
muro alcuni di noi, sono riusciti ad arrestare 6 compagni (Cesare,Ruggero e
Francesco tutt’ora in stato d’arresto e Paolo,Mauro e Carlo indagati ma
rilasciati ieri nel tardo pomeriggio), gli altri dopo essersi ricompattati,
hanno deciso di fornire solo 3 documenti permettendo al resto dei compagni
di allontanarsi ed evitare ulteriori fermi e arresti.
Per arrestare questi sei compagni lo stato ha messo in campo uno
spropositato intervento della polizia ( in tutto circa 15 volanti, una
camionetta dell’antisommossa e le strade limitrofe chiuse al traffico), un’autentica
aggressione contro 30 studenti antifascisti da parte di almeno 50 poliziotti
“supportati” sul campo da una decina di digossini, abbiamo avuto anche l’onore
di ricevere la visita del vice questore Pampillonia!
Questa è la cronaca dei fatti, al contrario di quanto scritto dai giornali,
non c’è stata alcuna colluttazione o scontro con i fascisti (anche se li
abbiamo visti scorazzare liberamente sia prima che dopo il sit-in nei pressi
del liceo), non c’è stato nessun lancio di oggetti contro le forze dell’ordine,
piuttosto il contrario.
La versione divulgata dalla questura circa uno scontro tra opposte fazioni
che si fronteggiavano e totalmente falsa e serve solo a giustificare il
grave atto di repressione poliziesca davanti agli occhi di decine di persone
tra studenti,genitori, lavoratori e passanti.
Il problema di ordine pubblico è stato provocato dalla repressione
poliziesca contro un pacifico volantinaggio che non stava mettendo in
pericolo nessuno studente della scuola contrariamente da quanto dichiarato
dal preside della scuola Antonino Raffaele.
La scellerata decisione del preside di chiamare continuamente la Questura
anche in questa occasione è stata causa di “problemi all’ordine pubblico” e
della contusione di studenti giovanissimi, di tutto questo il preside è
responsabile e dovrà rendere conto agli studenti.
Come abbiamo scritto in comunicati precedenti sul nostro blog, ormai è da
circa un anno che il preside tollera che organizzazioni neofasciste facciano
la loro sporca propaganda sia dentro che fuori la scuola.
Chiunque dovrebbe indignarsi davanti al fatto che esistano gruppi
neofascisti, tollerati e spalleggiati dallo stato e dal governo, in teoria
vietati dalla costituzione italiana di cui il preside dovrebbe esserne
garante a scuola.
Ma tutto ciò non ci stupisce, l’antifascismo non lo deleghiamo a nessuno, ne
ad un preside che non ha cura dei propri studenti, ancor meno allo stato e
ai suoi servi in divisa che storicamente sono collusi con i fascisti.
L’antifascismo è un valore sacrosanto che difendiamo e pratichiamo
quotidianamente.
In questa città, come diciamo da tempo, il clima sta cambiando, a Palermo la
digos scorta i fascisti di Casapound la notte per coprire le scritte
antifasciste davanti l’Umberto, a Palermo ieri la questura ha alzato di
grosso il tiro contro chi esprime un’ opinione non conforme a quella
dominante, contro chi denuncia la collusione tra istituzione e squadristi,
contro gli antifascisti e indirettamente contro qualsiasi cittadino che
esprime il proprio dissenso. Non dimentichiamo come la settimana scorsa
siano successi episodi analoghi contro liberi cittadini che non gradivano la
visita del Papa costata 3 milioni di € in una città in permanente emergenza
sociale
È evidente che, dopo la grande manifestazione studentesca di Venerdi scorso
con la partecipazione di 7000 studenti che gridavano all’unisono “siamo
tutti antifascisti” , che dopo l’esperienza dell’onda del 2008 sono pronti a
scendere nuovamente in campo con più esperienza e determinazione, la
reazione delle istituzioni è di paura e spaesamento al montare del dissenso
reagendo con la repressione poliziesca, principalmente contro i giovani e i
giovanissimi che scoprono un nuovo modo di fare politica, quella vera,
lontana da partiti e sindacati istituzionali.
Tutto questo non rimarrà impunito!
Cesare,Ruggero e Francesco liberi subito!
Chi semina vento raccoglie tempesta!
Oggi alle ore 16:00 sit-in sotto la Questura a seguire assemblea di
movimento presso la sede dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe in Via
G.del Duca 4 (accanto i cantieri culturali della zisa).
Domani ore 9:00 sit-in davanti il Tribunale di Palermo
Partecipiamo in massa a tutti gli appuntamenti, la solidarietà è un’arma!
Red Block
Domenica 10/10/10