«Ritiro subito», lo chiedono sinistra e anti-G8. Ma ognuno parla per sé
Alessandra Fava
GENOVA
L'antimilitarismo, le pratiche pacifiste, il ritiro da tutte le guerre sarà una delle parole d'ordine di «Cassandra 2011», evento internazionale a dieci anni dal G8 genovese, a Palazzo Ducale di Genova e altri luoghi. Parole che già ieri, in un'assemblea nazionale al Circolo dell'autorità portuale, alla notizia dei nuovi morti in Afghanistan, si sono tradotte in un documento che ribadisce la necessità di un ritiro immediato. «Ancora quattro morti italiani in Afghanistan e nessun mezzo d'informazione ci ha detto, né ci dirà mai quanti sono i morti afgani - si legge - Non ci uniamo al coro ipocrita di chi ha mandato i soldati italiani ad uccidere ed essere uccisi, ma ribadiamo la nostra intransigente richiesta al ripristino della legalità costituzionale e di ritiro dei soldati italiani dall'Afghanistan». Firmato l'Assemblea verso Genova 2011. Tra le sigle che sottoscrivono, Arci, Popolo viola, Rifondazione comunista, Giuristi e avvocati democratici, il Comitato verità e giustizia, Comitato piazza Carlo Giuliani, la rivista Marea, la rete contro il G8, la Comunità di san Benedetto al porto, Legambiente e lo Sbarco, diventato ora Sbarco Europa, che raduna tutti gli italiani emigrati in paesi limitrofi che si vergognano della situazione politica e culturale del nostro paese.
«La guerra è stata uno dei motivi della lacerazione a sinistra», ha detto Norma Bertullacelli della Rete contro il G8, che ha aggiunto che «è per ricordare a tutti che l'Italia è un paese in guerra, che dal G8 ad oggi c'incontriamo tutti i mercoledì in piazza De Ferrari per un'ora di silenzio». Nessuna sinergia, al momento, neppure con i partiti della sinistra extraparlamentare che pure hanno parlato di ritiro delle truppe. Il governatore della Puglia Nichi Vendola, passata la giornata di vicinanza alle famiglie, ha chiesto di «riaprire una riflessione sulla necessità di concludere un'avventura spericolata e sbagliata», mentre il segretario del Prc Paolo Ferrero ha ribadito che il governo dovrebbe ritirare le truppe «perché altrimenti la responsabilità morale delle prossime vittime sarà sua», in Afghanista, è in corso «una missione di guerra senza sbocchi».
La distnza rimane, tant'è che l'ex portavoce del Genoa social forum Vittorio Agnoletto ha mandato una richiesta esplicita: «Che nessun partito entri a far parte del comitato organizzatore. Non credo che a Genova rinascerà la sinistra. Ci vorranno vent'anni. Piuttosto puntiamo a ricreare qualcosa in vista din una rinascita culturale».
«Cassandra» sarà anche una mostra a cura di Progetto comunicazione che già si è occupata del Libro bianco subito dopo il G8. Saranno conferenze, dibattiti ed eventi che molti ieri hanno immaginato dipanati nell'arco di un mese, dal 24 di giugno al 24 di luglio del prossimo anno, con un particolare focus sulla settimana 19-24 luglio. Sarà un mese per parlare di beni comuni perché «battaglie come quelle dell'acqua nascono da Genova e da Porto Alegre», come ha detto Agnoletto. Poi difesa del territorio (argomento di particolare attualità dopo l'ultima alluvione in Liguria), globalizzazione ed economia. Intanto le femministe della rivista Marea hanno aperto un blog e il 9 novembre propongono un'assemblea «aperta a tutte le donne che vogliono costruire qualcosa insieme a giugno e luglio», come ha detto Monica Lanfranco. La prossima estate ci sarà un dibattito internazionale organizzato dalle Associazione dei giuristi democratici e quella degli avvocati europei sui processi legati al G8 e quelli che non ci sono stati mai, da Alimonda alla caserma di San Giuliano. E ci sarà una nuova petizione per una targa o un cippo a piazza Alimonda motivata dal fatto che a dieci anni dalla morte di Carlo Giuliani anche il Comune di Genova non dovrebbe più avere remore.
E poi «Europa, criminalità, democrazia», come chiede Raffaella Bolini che invita a creare «un ambiente stile forum, con dibattiti la mattina e workshop al pomeriggio».
Insomma un mese di occupazione del territorio che allora era inagibile. Voi la crisi, noi la speranza. Che è lo slogan di questa Genova 2011 (
www.genova2011.org).
fonte "il manifesto"
Ugo Beiso
Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal