@rota: il vaffa me lo prendo senza problemi, vorrei precisare che non
si tratta affatto di chi ce l'ha più grosso. Non ho mai detto nè pensato
che bighelloni e che non fai un cazzo, nessun livore nei tuoi confronti.
So che a tuo modo hai contribuito contribuisci e contribuirai alla
causa. Ma mi sembra che sei su un piano diverso da tanti altri.
ovviamente questa cosa ci sta tutta in un movimento folle e variegato
come quello che ruota attorno alle biciclette di roma, ma il punto di
adesso è che tu hai scritto questa frase, meditata, posata e
tremendamente falsa:
"ora ve lo ridico per l'ennesima volta: a me non piace il gruppettismo delle ciclofficine: spero che questo slittamento, che sento anche se mi viene continuamente negato, ritorni il prima possibile nell'argine, che è quello di condividere attrezzi, le nostre scarse conoscenze (e a proposito, mi piacerebbe una riunione in cui si fa il punto sull'importanza o meno delle capacità meccaniche di chi apre o fa i turni delle ciclofficine, a che punto è e se è andata finalmente oltre il rappattumamento di pezzi casuali) e l'importanza dell'essere sempre di più ad usare la bici invece di altir mezzi personali, con tutto ciò che ne consegue in termini di miglioramento sociale, ambientale ed etico".
Io mi prendo il vaffa e le tue critiche nei miei confronti come uno
scambio dialettico, ma ciò che tu hai scritto altro non è che una
secchiata di merda tirata addosso ai tuoi compagni di strada, e che una
reazione vigorosa non poteva non esserci.
Quindi ripeto, con tutta la serenità possibile, che non ti ho attaccato
sul piano personale, fai quante ciclofficine, quante mostre e quanti
siti vuoi, candidati dove ti pare, ma non venire a dire a tutte le altre
ciclofficine di roma che lavorano male e sono gruppettare, o non hanno
capito questo e quell'altro.
Di vergone, scuse e colpe mi sembra ridicolo parlare. Ripeto che gli
scazzi servono e sono produttivi, non distruttivi.
Sarebbe bello, ora, chiudere rapidamente questa discussione, e tornare a
parlare di politica (visto che a quanto pare era quella la tua
intenzione), di quanto ancora dobbiamo fare per essere più forti, più
numerosi, più consapevoli e magari anche più uniti nelle nostre
differenze per cambiare lo stato di cose presente.