Date: Wed, 6 Oct 2010 13:41:30 +0100
From: noemi_ola@???
Subject: [reteromanapalestina] I: [news dal convoglio Viva Palestina
To: reteromanapalestina@???
--- Mer 6/10/10, Paola Manduca <paolamanduca@???> ha scritto:
Da: Paola Manduca
Data: Mercoledì 6 ottobre 2010, 14:04
*Forse il convoglio (a cui si sono aggiunti il convoglio algerino e quello
giordano e dal Qatar) ripartirà venerdì in nave per il porto egiziano di El
Arish. da diffondere per tenere alta l'attenzione in caso di...problemi,
poichè i giornali italiani non pubblicano.*
*
*
*Convoglio Viva Palestina: da Lattakia verso Gaza*
Il Convoglio Viva Palestina (ben 21 i paesi rappresentati), con i suoi 43
veicoli (6 provenienti dall’Italia con 15 attivisti), è fermo dal 2 ottobre
a Lattakia in Siria, in attesa di essere raggiunto dagli altri convogli
provenienti da Casablanca e da Doha per poi affrontare, con un traghetto,
l’ultimo tratto verso il porto egiziano di El Arish e arrivare infine a
Gaza.
Lattakya, l’antica Laodicea che della colonizzazione romana contiene
significative vestigia (l’arco di trionfo fatto erigere da Settimio Severo),
è un porto importantissimo, lo sbocco al mare della Siria. E proprio nella
zona del porto è stato sistemato il convoglio, nel campo profughi
palestinese di Mukkhayyem.
Del convoglio poco o nulla riferiscono i media occidentali e italiani, anche
se esso rappresenta un evento di singolare importanza per le regioni
attraversate.
La Turchia ci ha riservato una accoglienza straordinaria a ogni tappa del
percorso, da Istanbul a Kayseri ad Adana. Ovunque folla ad accoglierci agli
arrivi. Una grande, calorosa partecipazione (con una straordinaria presenza
di donne, giovani e meno giovani) che cogliamo anche lungo il percorso e
nell’attraversamento delle città grandi e piccole: clacson suonati e mani
alzate nel gesto V della vittoria.
Ovviamente non sono né i convogli, né le flottiglie, a fare la storia,
soprattutto quando la storia è straordinariamente complessa come nel caso
della Palestina. Ma i Convogli e le Flottiglie possono fungere da
catalizzatori e da rivelatori di alcuni passaggi di fase. Così è nel nostro
caso. E dall’osservatorio del Convoglio si possono cogliere molti fatti che
sfuggono completamente ai politologi nostrani, assidui frequentatori dei
salotti televisivi.
Il massacro della Mavi Marmara del 31 maggio scorso ha avuto un effetto
dirompente nella comunità turca. Lo Stato di Israele non solo ha compiuto un
crimine efferato, ma nel voler umiliare e colpire in modo chirurgicamente
mirato la Turchia (tutte le 9 vittime sono di nazionalità turca) ha commesso
un enorme errore politico e di strategia.
La Turchia ha avuto un sussulto, ha riscoperto una sua dignità, un suo
orgoglio nazionale, compattandosi dietro il governo Erdogan. Tutto questo
segna un mutamento decisivo nello scacchiere mediorientale. Il vuoto
lasciato dalla devastazione e dalla disintegrazione dell’Irak, doveva essere
riempito e lo sta riempendo non l’Iran, ma la Turchia di Erdogan con i suoi
75 milioni di abitanti e con una situazione economico-sociale in piena
espansione.
Errore fatale dunque quello di Israele, da sempre abituata a muoversi con la
violenza delle armi, ed errore di analisi e di prospettiva degli Stati Uniti
e dei paesi dell’Unione europea da sempre servilmente allineati sulle
posizioni di Israele.
La presenza del governo turco, nei confronti del convoglio, è stata
assolutamente discreta, ma le visite alle tombe dei caduti a cominciare da
quella di Furkan Dongan (la più giovane delle vittime, 19 anni, con doppia
nazionalità, turca e statunitense), il modo con cui i media e le televisioni
non solo turche hanno seguito e commentato questi passaggi, la dice lunga su
cosa sta ribollendo dal punto di vista geopolitico in questo martoriato
scacchiere mediorientale.
Lasciando la Turchia con i suoi segni di prorompente modernizzazione, siamo
arrivati il 2 ottobre al border della Siria dove ci attendevamo qualche
difficoltà burocratica e, in ogni caso, una accoglienza molto meno marcata e
calorosa.
E’ accaduto esattamente il contrario. L’accoglienza è stata ancora più
calorosa e ufficiale: al border erano state montate tribune coperte,
moltissime le autorità, la folla era enorme, una folla che inalberava non
solo bandiere siriane e palestinesi ma i cartelli con il volto del
presidente Assad. E se, dopo gli interventi ufficiali, la folla è tornata ad
essere la protagonista dell’evento, a nessuno poteva sfuggire questo
posizionamento del governo siriano. Effetto domino dunque, che dalla Turchia
si diffonde alla Siria ridestando un panarabismo che sembrava ormai
assopito. Ci si può chiedere a questo punto come reagirà il governo
egiziano, da anni fedele vassallo dello stato di Israele, e che anche nel
recente passato, in occasione del Convoglio Viva Palestina 3 del gennaio
2010, ha tentato in ogni modo di contrastarne, anche con la violenza,
l’ingresso a Gaza. Potrà anche in questo caso sfidare i sentimenti
filo-palestinesi della grande maggioranza delle popolazioni mediorientali e
del Magreb? Riuscirà Israele a imporre all’Egitto di compiere il lavoro
sporco come nel passato? È lecito dubitarne. Ma come ha detto George
Galloway l’ex parlamentare inglese promotore e leader di Viva Palestina, nel
suo intervento a Istanbul, il Convoglio va in Egitto nel segno della pace e
chiede, sempre in questo segno, di poter entrare nella Striscia di Gaza, per
portare gli aiuti umanitari a quel milione e mezzo di palestinesi ridotti in
una prigione a cielo aperto, ma sopratutto per rompere lo stato di assedio
che dal 2006 sta soffocando quella striscia della Palestina, di fatto un
genocidio a bassa intensità che continua giorno dopo giorno anche dopo
l'operazione Piombo fuso con uno stillicidio di vittime palestinesi e con un
embargo asfissiante e letale.
Questo è l’obiettivo per il quale il Convoglio si è mosso e che vuole
onorare nel segno della non-violenza.
Il team di Viva Palestina-Italia, promosso da ISM-Italia, sta dando un suo
significativo contributo, sia per i mezzi messi in campo e per il supporto
logistico al convoglio nel suo complesso, sia per la sua capacità di analisi
e di intervento politico teso a sottolineare il significato dell’evento
all’interno di una strategia non-violenta volta a denunciare i crimini di
Israele.
Ieri era arrivata la delegazione algerina con più di 30 veicoli, oggi la
delegazione giordana, 53 veicoli appena usciti di fabbrica, un altro
significativo tassello dell’operazione!
In attesa di entrare a Gaza, inshallah.
ISM-Italia
Lattakia, 5 ottobre 2010
Date: Wed, 6 Oct 2010 12:20:02 +0200
From: alfredo.tradardi@???
To: ism_italia_general@???
Subject: [Ism_italia_general] una nota sulla situazione sul convoglio Viva
Palestina
Siamo in attesa di partire per El-Arish, forse domani, più probabile venerdì.
Alfredo Tradardi
ISM-Italia
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