Autore: rotafixa\@movimentofisso\.it Data: To: cm-roma Oggetto: Re: [cm-Roma] persone strane
@emiliano: tento di spiegarmi utilizzando solo parti della tua mail - gruppettismo: lo sento non solo in prima persona, ma sono anche opinioni di gente "fuori dal giro" che mi viene a dire 'ste cose. magari io da solo sbaglierei, ma se divers* mi si vengono a lamentare addosso non posso non considerarlo come un sentire magari sbagliato, ma comunque non solo mio. va considerato. - conoscenze mie: sono scarse rispetto a ciò che ho visto, comunque una volta sono salito al monte per parlare di ciò che ho capito della vicenda telai (che comunque sono quasi 9 al momento, non tutti precisi ma almeno 4 sì); poi altri inviti non ne ho ricevuti. mi sembra inoltre che del poco che ho so quasi niente sia stato seguito, tipo acetilene vs propano, e infatti spendete soldi in acetilene che non solo taglia ma finisce presto e costa molto rispetto al propano, ve l'avevo detto ma nisba, nada e quindi che parlo a fa'. ora non ricordo cos'altro, ma mi sembra che altri miei tentativi di spiegazione siano andati ignorati. vabbe', se volete fare di testa vostra per carità, io mica m'arrabbio, solo non capisco. ma lasciamo perdere ché si entra nei dettagli. particolare ulteriore: mesi addietro stavo facendo un telaio, l'ho detto a tutt*, a vedere che stavo facendo sono venuti solo 7 del macchiarossa (una volta) e marta della strada (tre o quattro volte). nessun altro. devo dire che a me piace molto saldare nel mio laboratorio, con la mia musica, i miei attrezzi e le mie follie, siccome non sono un profescional ritengo di potermelo permettere, visto che si tratta di un "viaggio" tutto mio. questo per i telai: per la meccanica mi sembra in genere che i volontari volenterosi non siano granché vogliosi di imparare, non dico da me ma dai meccanici veri, quelli che ne sanno 101 e possono dirlo senza problemi, e che invece (e vengo all'ultimo punto) vengono snobbati perché facenti parte di un sistema economico basato sul profitto. eppure costoro hanno conoscenze buone/ottime/profonde del mezzo bici, e snobbarli significa non essere umili e consci dei propri limiti. questo è un male tremendo, per chi vuole cambiare la realtà. in questo senso dico "chiusi" siccome uno ha un negozio da due generazioni, è un cattivone. anche se sa così tanto sulle bici che qui un buon 98% se lo sogna. e una percentuale poco inferiore ma consistente di persone pensa di essere nel giusto SOLO PROVANDOCI. per me è sbagliato: la trasmissione di esperienze si fa non "autoprovandoci", ma cercando di assorbire conoscenze da chi sa. pensare di essere autosufficienti solo perché si hanno gli estrattori e le chiavi a sogliola è sbagliato. la meccanica (ho imparato) è una scienza analogica, e procede per esperienze. se c'è qualcuno che sa non si può pensare di non chiedere. comunque questi li sento come dettagli: ciò che sento invece è che (san giuso mi perdoni, dall'alto dell'oltralpe) il cicloattivismo romano sarà sì simpatico e bravo a fare occasioni di incontro, ma che ha perso di vista un elemento essenziale: la meccanica del mezzo. si fanno ciclofficine per favorire la circolazione su mezzi autocostruiti o autoriparati, per imparare ad essere liberi da interventi esterni visto che il mezzo è semplice, si mette in grado la gente di circolare in bici e gli si fa capire che la bici è un mezzo, non un fine. a me sembra che la bici stia slittando verso l'essere un fine di socialità. invece credo che la bici sia uno strumento, con cui carletta va fino al citofono di carletto, gli citofona e lo mangia di baci, oppure va da nonna carla e si sdraia i cannelloni la domenica, oppure va dal prof. carlo a portare la tesi o dalla dott.ssa carla a confrntare i calcoli statici del ponte idraulico che si deve mettere sull'aniene o sul tanaro. insomma per fare le cose sue, carletta va. e va in bici. poi - secondo me- il cicloattivismo e ciò che ne deriva secondo me deve anche "esportarsi" al di fuori di chi ne sa o ne ha sentito parlare, per portare il massimo numero possibile di persone anche solo a pensare di lasciare l'auto per la bici. qui si aprirebbe il discorso mediatico/politico, altro flame che lasciamo al 2 novembre o al 24 dicembre, se non dispiace. ora vado a dormire, ché sono stanchino. (forrest sgrunt) > ora ve lo ridico per l'ennesima volta:> a me non piace il gruppettismo delle ciclofficine:> spero che questo slittamento, che sento anche se mi viene continuamente negato,> ritorni il prima possibile nell'argine,qui mi sento offeso io e capisco FELIPE.non condivido il suo sbotto ma a volte se ne sente l'esigenzaincontenibile.forse confondi la volontà di costruire una rete tra chi condivide fini epratiche con "gruppettismo"... se mi sbaglio nell'interpretarticorreggimi perché la trovo una frase ridicola.> che è quello di condividere attrezzi,> le nostre scarse conoscenze (e a proposito, mi piacerebbe una riunione in cui si fa il punto> sull'importanza o meno delle capacità meccaniche di chi apre o fa i turni delle ciclofficine,> a che punto è e se è andata finalmente oltre il rappattumamento di pezzi casuali)ti ricordo l'invito che personalmente ti abbiamo rivolto a infonderci letue conoscenze... che non ha trovato atti pratici (ne sotto invito neper puro spirito di condivisione) se non in questa richiesta di riunionesu capacità meccaniche (fuori da qualsiasi contesto di percorso chestiamo facendo come rete di ciclofficine)concludo:ti ricordo una discussione su facebook che abbiamo fatto,in cui ti ricordavo che il riparare bici è il fine di un negozio(assieme a quello di alzare soldi).per una ciclofficina gli obiettivi sono molteplici,il loro raggiungimento richiede più fatica,il tempo che gli dedichiamo è il nostro tempo libero,non abbiamo una motivazione economica (primo motore del mondo di oggi),la ciclofficina è a volte solamentee una delle attività politiche che sifanno,.... non ultimo ....ci si scontra spesso con persone che non ti capiscono e che parlandoriescono solo a causare danni.dalla discussione su fb:> diciamo che l'unico obiettivo delle ciclofficine non è quello della> riparazione.> rendere accessibile a tutti l'andare in bici (pratica ecologica),> condividere conoscenze (indipendenza),> condividere mezzi (ampliamento del concetto di proprietà pubblica),> stimolare una riflessione politica (...) questi sono gli obiettivi.> non vengono raggiunti tutti a pieno e contemporaneamente nelle> ciclofficine.> sono d'accordo con bellino se dice che il livello di conoscenza non è> eccelso, ma è conseguenza della scelta di porsi più obiettivi.> alla lunga (potenzialmente) una ciclofficina può raggiungerli tutti.> un negozio no.... puntonon te fixsà sulla riparazione!