Fonte:Famiglia Cristiana(
http://www.famigliacristiana.it/Informazione/News/articolo/la-scuola-militare.aspx)
Emanuele Ameruso
Lo chiamano “allenati per la vita” ed è un corso valido come credito
formativo rivolto agli studenti dei licei. In realtà sembra un vero e
proprio corso “paramilitare”. Non è uno scherzo. E’ un protocollo già
firmato fra la Gelmini e La Russa. Ma cosa prevederà? Con grande pace
della Gelmini, gli studenti dei licei impareranno a sparare con
pistola (ad aria compressa), a tirare con l’arco, ad arrampicarsi, a
eseguire perfettamente “percorsi ginnico-militari”. E quale sarebbe
l’assurda spiegazione (motivazione) di questa nuova trovata “geniale”
del Ministro Gelmini? Ecco la laconica ed “ipocrita” risposta: “Le
attività in argomento permettono di avvicinare, in modo innovativo e
coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione
civile, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso”. Si
tratta, in buona sostanza, di veicolare la pratica del mondo militare
in quello della scuola: roba da altri tempi, tempi bui e, speriamo,
non riproponibili.Ma la speranza “muore” leggendo, di fatto, in cosa
consisterà la prova finale per il nuovo corso “allenati per la vita”
(leggi corso “paramilitare”, ndr): “una gara pratica tra pattuglie di
studenti”. No, non è un errore di battitura. La circolare parla
proprio di “pattuglie” di studenti. A dir poco equivocabile e senza
ritegno il termine utilizzato. Fosse solo il termine! E’ un progetto
“innovativo” passato nel silenzio assoluto delle opposizioni. Ma anche
questa, purtroppo, non è una novità.
E con la nuova proposta Gelmini – La Russa , si allunga, di fatto,
l’elenco degli incomprensibili provvedimenti del Ministro
dell’Istruzione. I tagli alle elementari hanno eliminato qualsiasi
potenzialità di realizzare il vero tempo pieno e ridotto gli spazi per
progetti, uscite didattiche e laboratori. Non c’è un insegnante di
sostegno ogni due studenti disabili, come prevede la legge, a tal
punto che alcuni alunni vengono seguiti solo per cinque ore
settimanali. Il provvedimento che prevede il numero maggiore di
studenti per classe, da 27 a 35, viola apertamente il testo sulla
sicurezza scolastica: Il D.M. Interno del 26/8/1992, recante “Norme di
prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, al punto 5.0
(“Affollamento”) stabilisce che, al fine dell’evacuazione delle aule,
il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone/aula ed
al punto 5.6 (“Numero delle uscite”) che le porte devono avere
larghezza di almeno m 1,20 ed aprirsi nel senso dell’esodo quando il
numero massimo di persone presenti nell’aula sia superiore a 25
(quante scuole, in tutto il territorio nazionale, non sono in regola?
La maggioranza). E la riduzione del tempo scuola nei licei artistici
(11%) , nei licei linguistici (17%), negli istituti tecnici e
professionali (diminuzione del 30% delle ore di laboratorio) a quale
esigenza didattica di rinnovamento rispondono? Forse servono a far
posto a pseudo-corsi di natura “paramilitare” come quello messo in
campo dal duo Gelmini – La Russa? Tante sono le domande, poche le
risposte e le certezze. Quello che appare chiaro, tuttavia, è che non
basteranno anni di riforme e provvedimenti ad hoc per far risalire la
china alla scuola italiana. E la trovata degli studenti soldato nei
licei, a dir poco bizzarra, non va in quella direzione. Siamo al punto
più basso della scuola italiana? Peggio di così non può andare? Seppur
infinitamente poco consolatoria, dateci almeno questa, di certezza.