Autore: ugo Data: To: aderentiretecontrog8, forumgenova Oggetto: [NuovoLab] REAZIONI AL GOLPE IN EQUADOR
SUDAMERICA
1/10/2010
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REAZIONI AL GOLPE IN ECUADOR, “NON TOLLEREREMO UN ALTRO HONDURAS”
Economia e Politica, Standard
Gli
avvenimenti delle ultime ore in Ecuador “minacciano la democrazia in
America Latina” e l’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur) “non
tollererà” che si ripetano golpe come quello che, il 28 Giugno 2009,
costrinse alla rinuncia il presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya.
Dalla riunione straordinaria dell’Unasur, convocata a Buenos Aires, è
giunto il monito del blocco che, in una dichiarazione, ha condannato
“energicamente il tentato colpo di stato e il successivo sequestro di
Rafael Correa” sottolineando la necessità che “i responsabili siano
processati e condannati”. Il documento aggiunge che i paesi dell’Unasur
“non tollereranno per alcun pretesto qualsiasi nuova sfida all’autorità
costituzionale né tentativi di golpe contro il potere civile
legittimamente eletto” avvertendo che “in caso di nuove rotture
adotteranno misure concrete e immediate, come la chiusura delle
frontiere, la sospensione del commercio, del traffico aereo, della
somministrazione di energia e servizi”. Il golpe in Honduras, ha detto
il presidente venezuelano Hugo Chávez, “è rimasto impunito e questa
impunità ci sta arrecando un grave danno”. Per il colombiano Juan Manuel
Santos, la reazione compatta dell’Unasur, con la convocazione immediata
di un vertice per iniziativa dell’Argentina, presidente di turno, è un
“segnale chiaro che il continente è unito, che il Sudamerica è unito e
che andremo avanti nel difendere la democrazia”. Alla riunione erano
assenti, per motivi di salute il presidente paraguayano Fernando Lugo,
oltre al brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, impegnato per la chiusura
della campagna elettorale in vista del voto per la sua successione di
Domenica. L’Unasur ha deciso l’inizio nelle prossime ore dei suoi
ministri degli Esteri a Quito per manifestare appoggio a Correa. Nelle
prime dichiarazioni rilasciate a seguito del suo rilascio, Correa ha per
la prima volta menzionato come ‘ispiratore’ di quella che ha definito
“una cospirazione” l’ex-presidente Lucio Gutiérrez, ‘licenziato’
nell’Aprile 2005 dal parlamento dopo massicce proteste popolari. “Non ci
sarà né perdono né oblìo” ha aggiunto il presidente, ma una profonda
depurazione della polizia nazionale”. Economista formatosi negli Stati
Uniti, Correa, 47 anni, si era insediato per il suo primo mandato il 15
Gennaio 2007 in un paese che negli ultimi tre decenni è stato guidato da
12 presidenti coinvolti in due grandi rivolte sociali, tre insurrezioni
militari e gravi conflitti politici. Nessuno dei suoi sette
predecessori, succedutisi in nove anni, era riuscito a terminare il suo
mandato. Correa resta, almeno sulla carta, il presidente più amato della
storia dell’Ecuador, con un indice di gradimento che ha superato il 70%
in un paese in cui almeno il 35% dei 14 milioni e mezzo di abitanti
vive in condizioni di povertà. [FB]
Ugo Beiso
Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal