[Hackmeeting] LUNGA: EverCookie, FoolDNS & Co.

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Autore: MgpF
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To: hackmeeting
CC: Marco A. Calamari
Vecchi argomenti: Re: [Hackmeeting] Cookie eterni? davvero?
Oggetto: [Hackmeeting] LUNGA: EverCookie, FoolDNS & Co.
On 9/27/10 11:47 AM, Andrea Lusuardi - UoVoBW wrote:
> mi immagino gia' vari big interessati al tracciamento dei clienti che
> si tuffano su progetti del genere. la replicazione dei dati si


Benchè sia ben conscio che questa mia mail scatenerà un flame (ciao
P@sky) credo sia arrivato il momento di fare un attimo di chiarezza su
una serie di punti sul mio lavoro degli ultimi anni, che il buon
Calamari definisce sempre "troppo ermetico, troppo nascosto".
Ho preferito, dove non riuscivo a convincere della pericolosità di
talune pratiche la comunità (che 3 anni fa mi dava del paranoico)
continuare in un processo individuale che ha portato alla realizzazione
di una società ed un prodotto che sicuramente conoscete.

Ovvio che non andrà bene, che non sarà abbastanza open, che tutti sono
più bravi e meglio capaci, che questo non è lo spirito e bla bla bla
bla, ma di base non me ne frega nulla. Sono abituato a "get the things
done" e attualmente senza dover aspettare il consenso delle masse
abbiamo realizzato un sistema che funziona (bene) e che determina un
pesante innalzamento della sicurezza personale contro il tracking
online. Code rules, il resto è fuffa (per me).

Il concetto alla base del sistema che ho escogitato qualche anno fa e
che attualmente è utilizzato da qualche decina di migliaia di utenti
(FoolDNS.org) è nato esattamente per la gestione del blocco di tracking
di Third Party e si inserisce in una ben più vasta schiera di tool e di
azioni internazionali per la difesa dal tracking effettuato mediante una
serie di tool. Tra questi tool anche Flash Cookies e HTML storage (per
esempio), ma non solo: anche clock trackers, url shorteners, image
trackers di mailing Lists, unique Browsers Id, Updating Beacons ed una
manciata di altri fenomeni.

Il panorama delle realtà che pensano a questo tipo di problematiche è
denso e fervido di risorse, tra cui il meraviglioso AdBlock e il
servizio di forcible opt-out di privacychoice.org. Sfortunatamente
nessun sistema che al tempo avevamo analizzato offre lo stesso tipo di
protezione di FoolDNS e della tecnologia sottostante.

FoolDNS dirotta le chiamate a questi siti su una pagina di mockup che
consente di erogare contenuti che non interferiscano con la navigazione
(generando errori) ma che di fatto invalidi il tracking code che sarebbe
stato altrimenti attribuito all'utente. E lo fa per una serie di Host
anche al di fuori del browser, come ad esempio i trackers basati su NNTP
o su Phone-Home calls. In questo modo la comunicazione tra differenti
realtà, che viene effettuata attraverso Third Parties, o cross domain
viene totalmente interrotta.

Il concetto di EverCookie è in realtà già vecchio: il sistema proposto è
infatti già alla base negli US di una Class Action contro un Third Party
profiler, il network RingLead che lo utilizzava per il meccanismo noto
come Cookie Re-Enactment o ReSpawn:

<http://www.scribd.com/doc/37554403/Ringleader-Lawsuit#fullscreen:on>

Il concetto stesso del tracking di terze parti mediante uno o più beacon
è un fenomeno ormai pervasivo, tanto da essere stato discusso anche su
prestigiose testate internazionali:

<http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703940904575395073512989404.html?mod=WSJ_Tech_LEADTop>

L'ultimo esempio di pesante media coverage lo avete visto tutti,
suppongo, nel famoso Don't Track Me:

<http://www.readwriteweb.com/archives/dont_track_me_anti-google_video_plays_on_times_square.php?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+readwriteweb+%28ReadWriteWeb%29>

Ma il WSJ non si è fermato alla sola indagine, effettuando una serie di
controlli maggiori e veramente ben spiegati all'interno di un
bell'articolo sulla metodologia:

<http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703977004575393121635952084.html>

E' buffo, inoltre, notare come cambiano i tempi: l'unico browser che
mette nativamente a disposizione sistemi di blocco dei beacons è
Internet Explorer con la funziona InPrivate. Tremendamente insufficiente
a bloccare altre "pests" di tracking a livello di sistema operativo ,è
comunque una valida barriera di base dalla ex vituperata casa di Redmond
ed un segno dei tempi che cambiano.

> comporta proprio come un virus. immagino la festa quando gli accordi
> commerciali fra google e facebook permetteranno a uno di incrociare le
> ricerche con il profilo dell'altro, in base agli evercookie settati
> durante la navigazione, sempre ammesso che cose del genere non stiano
> gia' succedendo senza alcuna pubblicita'.


Certamente che stanno succedendo, e nemmeno di nascosto. Una delle più
prominenti realtà del settore, che recentemente ha chiuso un financing
round (credo fosse un B) da 15 Milioni è l'americana Exalate.com, che si
autodefinisce "Behavioral Targeting Data Marketplace". Le realtà che
possiedono dati di behaviural ma non hanno la possibilità di utilizzarli
correttamente possono venderli al miglior offerente e monerizzare quindi
un asset altrimenti inutilizzabile.

> qualcun'altro trova la cosa preoccupante? o sono paranoico? (o sono
> troppo poco paranoico? :) )


Se ti senti paranoico sei in buona compagnia. E anche in cattiva
compagnia, se ti senti anarchico, visto che le tue perplessità e
preoccupazioni sono condivise sia dalla FTC (Federal Trade Commission)
americana, sia dal WP-29 (Working Party 29 sulla Privacy) Europeo.
Entrambi hanno redatto documenti estremamente stringenti sul consenso
informato e sull'Opt-In contrapposto all'Opt-Out.

I documenti di proposal della FTC sono veramente ben curati e sono
disponibili qui:

<http://www.ftc.gov/opa/2007/12/principles.shtm>

Ancora più "paranoici" e sicuramente tecnicamente estremamente informati
sono i pareri del WP29 europeo, lo stesso che ha "mazzuolato" Google per
le ridicole misure di anonimizzazione dei log mediante cesura ultimo
ottetto.
La Opinion espressa è estremamente vincolante ed illuminante come GuideLine:

<http://ec.europa.eu/justice_home/fsj/privacy/docs/wpdocs/2010/wp171_en.pdf>

Giusto per dirti che non sei solo, ma sono dell'opinione che il
raggiungimento degli obiettivi a lungo termine sia percorribile
solamente dietro ad uno strumento di coercizione dei livelli di privacy
come FoolDNS, che OBBLIGHI a pensare al problema i vendors sotto la
costante minaccia della distruzione delle revenues pubblicitarie in
mancanza di una adeguata politica di tutela dei dati personali.

> la _prima_ cosa che ho pensato appena ho letto e' stata di cercare di
> costruire un software che li stani uno per uno, anche se temo che, una
> volta che questo software esista, si tornerebbe alla corsa fra librerie
> di cookie sempre piu' schive e difficilmente rilevabili e la
> costruzione di programmi di rimozione.


No, non è così difficile e con un po' di pazienza ed un costante
aggiornamento delle liste è possibile una buona resistenza alla
profilazione. E' quello che, a tutti gli effetti, facciamo noi
quotidianamente con FoolDNS, e a cui puoi partecipare con la
signalazione di nuove "pests" direttamente online.

> mi ha fatto anche abbastanza ridere l'affermazione dell'autore, che
> dice di averlo creato solo per far capire alla gente come e' ridotta la
> privacy degli utenti.


E perchè mai? La percezione di tale tracking è DIFFICILISSIMA da
mostrare. Anche noi per effettivamente mostrare le possibilità di
tracking e perchè è necessario dotarsi di strumenti di contenimento del
rischio abbiamo creato un software (codename "Magician", che ho mostrato
quest'anno a E-Privacy) che mostra i pericoli della navigazione non
protetta da un punto di vista di schedatura e profilazione.
E se ci pensi bene buona parte della infosecurity, nel bene e nel male,
ha avuto e ha bisogno di ScareWare per prendere coscienza delle
problematiche: se non ci fosse Kismet chi securerebbe le reti? Triste ma
vero, I suppose.

Ora let the flame begin.

Io dovevo solamente al buon Calamari una spiegazione di questo tipo
sull'operato di FoolDNS in questi anni, aggiungendo che le politiche di
gestione della privacy interne a FoolDNS sono pubbliche e adamantine.
Non chiedo certo di rimuovere il tinfoil hat, ma stiamo andando avanti
per la creazione di una vera alternativa basata sui modelli di VRM.

Un buona iniziazione ai concetti che saranno alla base del Business
Model di FoolDNS sono disponibili leggendo il sentimento della rete
sulla cosa, ad esempio qui:

<http://realestatecafe.pbworks.com/Monetizing-VRM>

Chiudo il tutto ringraziando tutti quelli che leggono qui e che negli
utlimi mesi stanno dando manforte al progetto con continue segnalazioni
e con codice, e mi rimetto a fare cose. Se volete sapete sempre dove
trovarmi. Ed è bello ogni volta constatare come dietro ad HM non ci sia
solamente una schiera di individui urlanti (che comunque fanno
folclore!) ma anche una serie di coders silenziosi e pragmatici
attivisti che sanno dare una mano quando serve.

Estote parati.

M.

--
http://www.google.it/search?q=matteo+flora

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