[Sexyshock] (Bologna) giovedì 2 settembre: Assemblea delle d…

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Autore: Elisa Coco
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To: Partecipa, al
Oggetto: [Sexyshock] (Bologna) giovedì 2 settembre: Assemblea delle donne e documento di Orlando
Inoltro l'invito da parte dell'associazione Orlando a partecipare
all'assemblea indetta per domani, 2 settembre, alle ore 18 al Centro
delle donne. Segue il testo della convocazione e il documento-proposta
di Orlando.
Per chi ci sarà, a domani.
Elisa

*giovedì 2 settembre, ore 18,00, al Centro delle Donne, a Santa
Cristina, via del Piombo 5,*

*per ragionare insieme di come formulare una Nuova Agenda Politica di
Donne*.



Ciò che ci spinge a richiamare subito alla presenza attiva è la
consapevolezza delle prove che attendono tutte noi e la nostra città.



Come è nella nostra storia, non pensiamo alla politica minuto per minuto
e alle sue scadenze immediate, ma ad una cultura politica in grado di
misurarsi con le condizioni e la qualità della vita di donne uomini, che
sappiamo essere più difficili per troppe e troppi.

Restiamo persuase, infatti, della rilevanza e utilità che rivestono i
saperi e le pratiche create da movimenti e donne singole per imprimere
alla convivenza un cambiamento irrinunciabile verso la valorizzazione
delle singolarità individuali e delle diversità tra generi, generazioni
e genti, dell'equità sociale e del rispetto dei limiti di sostenibilità
umani e ambientali.



Negli ultimi mesi sono in corso a Bologna molti processi di confronto
avviati da uomini e donne della società civica o di forze politiche, che
danno luogo a proposte d'intervento. Da anni abbiamo intrapreso in tante
percorsi di democrazia praticata e di cittadinanza attiva. È da queste
circostanze che vogliamo ripartire proponendo di formulare con voi una
Nuova Agenda Politica di Donne.

Crediamo, infatti, che essa debba nutrirsi della discussione aperta e
del riconoscimento di ogni contributo di metodo e di merito utile per
"uscire dagli steccati" in vista di pensieri e spazi in comune.



Come contributo all'incontro aperto del 2 settembre 2010 alleghiamo il
documento che "Orlando" ha scritto per avanzare la propria proposta.



Un saluto affettuoso.

Le "Orlando"



*Per una città di donne e di uomini: un percorso di approfondimento e di
partecipazione per Bologna*



L'Associazione "Orlando" propone a donne e uomini di Bologna un percorso
di approfondimento e di partecipazione come uno dei punti di avvio per
l'idea di città da costruire in un momento di crisi economica e
istituzionale e di gestione eccezionale da un lato e di forti mutamenti
dall'altro.

"/Una città di donne e di uomini/": con queste parole "Orlando"
presentava il suo programma per Bologna Città Europea della Cultura nel
Duemila e poneva al centro di cultura e politiche cittadine la ricchezza
costituita dalla differenza di genere, la elaborazione e le pratiche
messe in campo da movimenti e da singole. Nel 2004 l'Agenda politica
delle donne per Bologna "Una città desiderabile"
<http://www.women.it/cittadesiderabile/agenda.pdf>, frutto di un
processo partecipativo di soggettività tra loro diversissime, fissava
linee e principi cui ispirarsi in base alla semplice domanda: Se la tua
voce di donna contasse, cosa cambierebbe a Bologna? Il suo esito è stato
non solo di dare parola a un numero elevato di cittadine, ma di metterci
tutte in condizione di imparare reciprocamente e di arrivare a soluzioni
condivise invece che contrapposte e improduttive in un'epoca di degrado
del confronto e disaffezione alle forme politiche tradizionali.

A quell'esperienza ne sono seguite altre in aree urbane sottoposte a
radicali trasformazioni, tanto che il ricorso alla progettazione
partecipata, affermatasi in molti paesi, a Bologna vede in prima fila
donne e loro gruppi. Un esempio di più del fatto che presenza e spazi
che le donne si sono conquistate con fatica e invenzione nella vita
economica, sociale, istituzionale e culturale hanno rappresentato uno
dei cambiamenti più rilevanti del mondo contemporaneo e la condizione
perché possano contribuire ad affermare una nuova visione della cosa
pubblica e del bene comune.

*Un contesto mutato e instabile*

Attorno e tramite il corpo delle donne e la sessualità in genere, il suo
controllo e mercificazione, si è strutturato un sistema che modifica la
politica. È una trasformazione complessa, che non possiamo rinchiudere
in analisi semplicistiche, tanto meno se ricondotte a casi di malcostume
o al "pettegolezzo". Parliamo dell'insieme di comportamenti che più voci
femminili e femministe, tra cui le nostre, hanno esaminato e denunciato
con il titolo "sesso, politica e denaro". Corruzione, formazione di
liste elettorali, distorsione dei confini tra sfera privata e sfera
pubblica sono episodi di diversa gravità in cui lo scambio sessuale è
moneta corrente. Gli stessi eventi del Comune di Bologna, per i quali la
città è retta da una Commissaria e saremo chiamati a votare di nuovo in
tempi non ancora definiti, hanno radici in relazioni irrispettose tra i
sessi e in un indebito uso del pubblico a fini privati.

Tali fenomeni s'intrecciano e aggravano gli attacchi a Costituzione,
Parlamento e Legge e la crisi del sistema rappresentativo, cui
corrisponde il forte astensionismo. E s'intrecciano alla crisi economica
che ha portato alla povertà l'11% delle famiglie, alle accresciute
precarizzazione, disoccupazione e cassa integrazione, alla chiusura di
esercizi e imprese e alle file ingrossate di chi chiede aiuto. Lo
attestano i dati ISTAT, i richiami di organizzazioni sindacali e di enti
di volontariato. Nel 2009 il calo dell'occupazione femminile
nell'industria è stato drammatico: il 10,5% contro il 4,2% di quella
maschile, mentre al Sud la presenza di donne nel lavoro si restringe. Il
legame tra lavoro, cittadinanza e democrazia è stretto; lo dice la
vicenda delle misure per regolarizzare le colf, che ha esposto le
"badanti"al rischio di espulsione. La convivenza non è soltanto materia
di leggi e regole, è una pratica di relazioni rispettose tra diversi
destini e scelte individuali, a partire da quelle tra uomini e donne.
Nessuno nel 2010 può affermare che tali rapporti, personali o mediati da
corpi sociali e istituzioni, non siano centrali nelle società complesse.
Condividiamo, quindi, lo sforzo di chi non solo difende la democrazia
costituzionale, ma vuole uscire dallo stato di cose presente con forme
democratiche sostanziali. Tuttavia, ciò che ha a che fare con le
relazioni tra i sessi e la sessualità appare marginale, accessorio in
troppe analisi di uomini (e di donne).

Certo, l'universo mediatico gioca un ruolo nella formazione
dell'opinione pubblica, sia mediante il dominio televisivo (monopolio
dell'informazione, manipolazione, censura), sia nell'offerta di modelli
di genere centrati sulla costrizione ad una tipologia dominante di
bellezza e di seduttività. Più in generale ha un ruolo nella
spettacolarizzazione di ogni circostanza della vita, con varie forme di
pornografia di ricorso alle regole della /shock economy/ per favorire
politiche neoliberiste nelle vicende più tragiche per i viventi e i loro
habitat naturali e culturali, dai terremoti alle guerre.
Ma lo ha anche, al contrario, in forme inedite di discussione e di
socializzazione e nell'attivazione di intelligenza e cittadinanza, come
indica il fattore Internet nell'organizzare dissenso e opposizione a
livello locale e globale, o nelle recenti campagne elettorali dagli
Stati Uniti al nostro Paese.


*Le ragioni che ci motivano*

Siamo donne coscienti della libertà, delle visioni del mondo e delle
competenze di cui disponiamo, delle responsabilità civili e
intellettuali che è necessario assumere. Vogliamo agire da protagoniste
nel ripensamento urgente della cultura del Paese, di cui valore e
dignità femminili devono essere tratto costitutivo, come quelli maschili
e di ogni soggettività sessuata.
Viviamo in un paese in cui i dati sulla ricchezza, il lavoro e la
distribuzione del lavoro di cura, la presenza nello spazio pubblico e
nelle istituzioni, inclusa la sotto-rappresentazione ribadita dai
recenti risultati elettorali, la consistenza della violenza di genere;
mostrano un persistente divario tra donne e uomini accanto al darsi e
radicarsi di modalità differenti nell'approccio di molte al sapere, al
potere e all'agire. Un paese incline a misoginia e omofobia, ove la
banalizzazione del femminile, l'umiliazione ed esposizione mediatica,
non esclusivamente di corpi femminili e adulti, convivono con la volontà
di limitare le scelte di singole e singoli rispetto al proprio corpo.
Non a caso il primo atto di governo di qualche presidente regionale
neo-eletto è stato dichiararsi contro la RU486. Né ignoriamo che vi sono
donne convinte di concezioni volte a perpetuare gli stereotipi e
l'intreccio peculiare tra sesso e politica da cui siamo partite.

Le trasformazioni che ci attraversano moltiplicano, poi, qui e in più
parti d'Europa, ignoranza e rifiuto di chi è "straniero", "abita le
nostre case", "ci toglie il lavoro"; ed ancora: manda i figli a scuola e
riceve cure mediche. Il migrante deve "venire dopo" il nativo, "tornare
a casa sua", essere "respinto" senza appello o "rinchiuso" in Centri di
identificazione e espulsione, salvo che non goda di permessi di
soggiorno e condizioni di lavoro ardui da ottenere e mantenere. Tanti in
Italia non vedono i tratti razzisti della Legge 94 del 2009, "pacchetto
sicurezza", minimizzano quotidiani atti discriminatori e, a volte,
perfino violenze mortali.

Il mutato contesto, aumenta l'urgenza d'interrogarci senza pregiudizi su
efficacia e errori della nostra azione, il bisogno di conoscere la
realtà e le cause delle sue aspre fratture, l'impegno a contribuire a
condizioni materiali e spirituali di vita preferibili per nativi e
migranti. Rafforza le ragioni che all'avvio degli Anni Duemila portarono
Orlando al progetto: /Libertà Comune: Generi, Generazioni, Genti/
<http://www.women.it/orlando/progettoprogramma/index.html>.



*Le attenzioni che le accompagnano*

Abbiamo sempre unito attenzione alla singolarità individuale e
attenzione alla differenza tra i sessi. Non ci è nuovo tenere conto di
differenze sociali, d'età e di tradizioni, spesso segnate da scarti di
potere. Lo provano le donne giovani o anziane, native e migranti
presenti al Centro delle Donne. L'attenzione cui ora vogliamo richiamare
va, piuttosto, alle emozioni, passioni, desideri che un mondo mutato
manifesta. Esempi non casuali: la paura e la domanda di riconoscimento.
C'è chi ha parlato di primato del "negativo", delle "passioni tristi",
del "male". Non si può evitare di mettere le mani nelle spine; ma per
capire e trasformare blocchi, violenze e traumi, ove si presentano,
occorre la cura, l'amore di mondo e di futuro che esigono insieme il
sentire e la ragione. In tale doppia attenzione sta il valore oggi della
critica di femministe e di donne al sistema globale imperante.



*Gli obiettivi che proponiamo*

Bellezza, sessualità, preferenze amorose e capacità di ciascuna/o nel
gioirne sono irrinunciabili per chi ha affermato la libertà femminile e
il diritto di ognuno a essere se stesso, a vivere e morire come detta
coscienza. Né sono in contrasto con il desiderio di costruire condizioni
materiali di vita sostenibili in una città giusta e vivibile per tutti,
a partire anche dalla parola e dalle pratiche ideate da donne. La
centralità dell'esperienza e delle relazioni, del rispetto e del
confronto con altre voci e prospettive, il senso del limite e la
responsabilità nello stare al mondo, la cura di sé come di ogni vivente
e del pianeta che ci ospita, hanno segnato i momenti di creatività e di
eccellenza di questa cultura e, insieme, gesti innumerevoli dell'agire
quotidiano. Né il fatto che possiamo solo farvi cenno, cancella le reti
transnazionali, le scelte nonviolente, la presenza solidale di tante
donne nei troppi luoghi di guerra e di scontri sanguinosi. Sono,
pertanto, fonti e risorse antagoniste cui attingere per scandagliare le
emozioni, articolare gli argomenti, promuovere sopravvivenza e
convivenza, al di là del rischio morale della socialità ristretta e
delle chiusure identitarie e il fiato corto del fare politicante.

Porre al fondo e all'orizzonte del discorso l'obiettivo di una generale
assunzione del sapere femminile, di una rinnovata coalizione tra donne
differenti e di una differente pattuizione tra donne e uomini a Bologna
è conseguente e comprensibile.


*Esigenze e iniziativa*

In risposta alle istanze di comprensione e approfondimento si propongono
1) Conversazioni su temi imposti dal presente; 2) un Convegno su culture
e azioni di donne in ordine a questioni essenziali per uomini e donne e
alle prospettive per il futuro.

Per contrastare la frammentazione e pervenire a una progettualità comune
si propone 3) Un percorso di cittadinanza attiva femminile che
individui, in una nuova Agenda per Bologna, concreti interventi per la
gestione dei beni comuni e l'amministrazione della città.

Le "conversazioni", preferite ad altre forme di presa di parola per
favorire un'interrogazione e un confronto rispettosi e non superficiali,
saranno sollecitate di volta in volta dalle domande di una conduttrice e
si apriranno con parole di una donna e un uomo esperti nella
problematica individuata per dare poi parola e ascolto alle/i presenti.
Tra i temi: nuove forme della città e nuove forme della cittadinanza; la
crisi economico-finanziaria globale e l'esaurirsi dell'attuale modello
di sviluppo; la terra e la salvaguardia dei beni comuni; nodi irrisolti
e nessi tra autorganizzazione, cittadinanza attiva, rappresentanza,
rappresentatività e rappresentazione; il "ritorno" della religiosità e
religione, e simili.

Il "convegno", collegato a quello romano del novembre 2009 /Sesso e
Politica nel Postpatriarcato/
<http://www.women.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=686&Itemid=159>,
dalle cui analisi sul presente muoverà in vista di cambiamenti futuri
auspicabili, intende offrire elaborazioni e proposte di donne (e di
uomini) per le quali contano la libertà dei corpi-menti di ogni essere
umano e le politiche della vita e della morte; le relazioni
interpersonali e sociali; la crescita individuale e collettiva; i regimi
della violenza non solo sessuale; le forme del lavoro da opporre al
sistema economico-mediatico vigente che ci condiziona materialmente e
immaterialmente, gli spazi fisici, virtuali e mediatici di
autorganizzazione e connessione. Come è nella sua tradizione, Orlando
inviterà voci, esperienze e luoghi diversi per promuovere tappe comuni.

Il "percorso di cittadinanza attiva" vuole raggiungere il massimo numero
possibile di donne diverse e chi di solito non ha parola, tanto meno,
nei luoghi deputati della politica; questo nella convinzione che singole
e singoli conoscano i problemi che devono affrontare e dispongano di
immaginazione e idee per prospettare come farvi fronte; ed ancora, nella
consapevolezza che le società complesse esigono soluzioni negoziate e
polifoniche. Comincerà con scambi tesi a costituire un gruppo di
responsabili che guidi, grazie alle capacità acquisite, il processo di
ascolto e coinvolgimento nei luoghi più disparati di presenza femminile,
per giungere all'incontro generale (Open Space Technology) da cui potrà
scaturire la nuova Agenda di donne condivisa da presentare e negoziare
in città in vista delle elezioni.

*I**nterazioni**
*Nella crisi che da tempo ha investito individui, aggregati sociali e di
potere, agenzie politiche che hanno governato Bologna, si sono
acutizzati problemi antichi e recenti (lavoro, abitazione, salute delle
donne e consultori, acqua e beni comuni, ambiente ed altri) che hanno
esasperato il conflitto e a cui si è risposto con forme di opposizione e
resistenza non di rado inventive. Vi sono inoltre esperienze e luoghi di
eccellenza su cui contare e cui fare riferimento per combattere il
degrado sociale e istituzionale, mentre gruppi di cittadinanza attiva,
di donne o misti, aggregazione politiche fuori e dentro ai partiti, blog
di singoli e collettivi hanno avviato altri dibattiti e processi
intenzionati al cambiamento e alla formulazione di programmi radicali e
praticabili. C'importa trovare senza preconcetti e steccati punti comuni
imprescindibili per tutte e tutti, e vie di uscita dall'impasse creata
dal mancato incontro tra culture e biografie che non sempre sanno
riconoscersi e darsi forza e autorità.

*Presenza*
Il *Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne*, che
"Orlando" ha ideato e governa, si dà a riferimento dell'azione descritta
perché già è un "presidio" e uno spazio pubblico salvo, ove
numerosissime donne e non pochi uomini si rivolgono per avanzare
richieste d'aiuto e consiglio, per formarsi e fare ricerca, per
discutere e confrontarsi, per agire insieme, al suo sportello di ascolto
e supporto, al suo spazio didattico e scuola di politica, ai suoi ricchi
archivio e biblioteca specialistici, al suo autonomo polo
informatico-telematico, ai suoi seminari, corsi e incontri teorici e
operativi, ai suoi progetti locali e scambi internazionali.


Associazione "Orlando"


Aprile 2010




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Elisa Coco
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