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Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l'uomo, poi l'uomo e ancora
il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era uno e chi era l'altro."
Orwell "La fattoria degli animali"

Stipendi dei parlamentari: il taglio con il gettone
di Sara Nicoli - 28/07/2010

Fonte: Il Fatto Quotidiano

L'hanno già ribattezzato così, il "taglio con il gettone". Non perdono mai
il senso dell'ironia i parlamentari italiani quando utilizzano il loro
preziosissimo tempo non solo per garantire il pieno funzionamento della
macchina democratica del Paese ma, soprattutto, per studiare il modo di
recuperare, senza scosse e senza scandalo, i soldi che la manovra di
Tremonti ha tagliato dai loro faraonici stipendi. E anche stavolta ci sono
riusciti.
15.000 euro in busta paga meno 1.000. Da ieri, intanto, è ufficiale; sono
mille euro netti al mese che usciranno da una busta paga di circa 15mila e
composta di una serie innumerevole di indennità. 500 euro saranno sottratti
alla voce "diaria di soggiorno" e altri 500 da quella di tremila circa che
serve per pagare i cosiddetti "collaboratori", meglio noti come portaborse.
Mille euro sono tanti? "Sì, sono tanti - ci racconta alla Camera un Gaetano
Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, che quando si parla di soldi
non scherza mai - e io me lo ricordo bene come era il mio 730 quando non ero
ancora parlamentare e facevo il giornalista! Ci ho guadagnato almeno il 30%
e mille euro al mese, fatte le debite proporzioni, sono davvero tanti!".
Ecco, allora, che si capisce perché fin dall'8 di giugno scorso, l'ufficio
di presidenza della Camera dei deputati, annusata l'aria dei tagli in vista,
abbia subito cominciato a studiare come mitigare il rigore annunciato dai
presidenti delle Camere per le tasche dei componenti della "casta".
I gettoni di presenza. Il trucco è stato trovato quasi subito: introdurre un
meccanismo di gettoni di presenza per la partecipazione ai lavori delle
commissioni. Ora, quasi tutti i parlamentari sono incardinati in almeno due
commissioni che svolgono lavoro diverso e hanno una diversa frequenza di
riunione. Per questo, "in prospettiva - si legge in un comunicato ufficiale
della Camera - si dovrà definire una disciplina (leggere "regolamento", ndr)
per rilevare le presenze in commissione". E anche per stabilire una cifra
corrispondente ad un giorno di lavoro del parlamentare in commissione,
nonché i meccanismi tecnici dell'operazione. Che non piace granchè a Fabio
Granata: "Io penso che sia giusto abbassare gli stipendi dei parlamentari
perché sono troppo alti rispetto a quello che guadagnano le persone che ci
eleggono, farei anche di più se possibile". Solo che i suoi colleghi - per
lo più del centrodestra - non sono della stessa opinione. E, infatti, stanno
studiando anche la faccenda che riguarda la frequenza di riunione delle
varie commissioni. Ce ne sono alcune che si riuniscono più spesso, come
quella di Bilancio e alcune che non si riuniscono quasi mai, come quella
sulle Politiche Ue. Per non parlare poi delle bicamerali come la Vigilanza
Rai; lì, proprio, dipende molto dal presidente. "Comunque - sostiene Lorenzo
Cesa, segretario dell'Udc - il taglio degli stipendi parlamentari è un
segnale contro la crescente antipolitica che monta nel Paese". Certo, se poi
si scopre che il trucco è quello di far rientrare dalla finestra quello che
è stato pomposamente espulso dalla porta, il "partito" dell'antipolitica non
potrà che trarne le conseguenze. Anche perché la questione del gettone è
venuta fuori come l'unica possibilità sul campo per restituire ai
parlamentari quanto lasciato sul fronte della manovra. Il gettone, infatti,
aggira l'ostacolo posto dal fatto che la retribuzione dei parlamentari per
legge è "onnicomprensiva" ed è difficilissimo poter intervenire diversamente
sulle varie voci che compongono lo stipendio senza un'apposita legge.
Insomma, fatta la legge, trovato l'inganno. poveri portaborse Stavolta,
però, ad essere indirettamente colpiti sono i portaborse. Che ieri,
infatti, hanno fatto sentire pesantemente la loro voce: "Si tratta di una
vera e propria beffa - dicono pressoché all'unisono in un comunicato del
Cocoparl, il loro coordinamento parlamentare - per chi guadagna uno
stipendio che oscilla intorno ai mille euro al mese; si è preferito fare
una scelta che penalizzerà chi lavora mentre favorirà i deputati furbi, che
già si intascano l'indennità molto spesso senza assumere nessun
collaboratore". O, più spesso, pagandolo al nero e comunque sempre una cifra
irrisoria rispetto ai 3.000 euro che percepiscono di indennità per il
portaborse. "Vedremo chi avrà il coraggio di scaricare su di noi i costi
della crisi", ammoniscono i più battaglieri in Transatlantico. Peccato che
"la casta" da questo punto di vista non ci senta. E continuerà a far finta
di non sentire, a botte di "tagli a gettone".



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