Ricordate primi soldati italiani morti in missione “di pace” all’estero, a Nassirya nel 2003 ? Funerali di stato, altare della patria, corazzieri a cavallo, pagine e pagine sui giornali, diretta sul rimpatrio delle salme e sui funerali.
A sette anni di distanza, morire (ed ammazzare) all’estero, in questo caso in Afghanistan, è diventato del tutto normale: scorrendo i giornali italiani on line si scopre che solo su Avvenire, il Mattino, il Messaggero l’uccisione di due soldati italiani è la prima notizia.
E’ al secondo posto sul Corriere della sera, al terzo sul Resto del carlino – La Nazione -L’Unità – Repubblica –Libero; al Quarto su Il foglio ( al terzo posto la biografia di Angelina Jolie); sulla Stampa ( con Marchionne al posto di Angelina Jolie) su Roma (preceduto dal calendario del campionato di calcio).
Al settimo posto sul Secolo XIX (al primo posto pettegolezzi su Katharina Mathas) e sul Il fatto quotidiano; al dodicesimo su Il Gazzettino
Non compare su Europa , Italia oggi, Il Trentino, L’osservatore romano ( che però riferisce la dichiarazione di Obama: nonostante la fuga di notizie la strategia americana in Afghanistan non cambierà).
Sul Giornale e sul Manifesto (eh, sì) compare in prima pagina, ma di lato, piccolo: l’onore della foto è per Berlusconi e Fini
La vergognosa violazione del principio del ripudio della guerra ha causato innumerevoli morti (chi ha contato gli afgani e gli iracheni ammazzati?), dilapidato risorse finanziarie che sarebbero state più utili destinate ad altro, addormentato le coscienze. Era già agghiacciante che non importasse nulla dei morti iracheni e afgani. Ora nemmeno i soldati italiani fanno più notizia.