----Messaggio originale----
Da: cobasorvietano@???
Data: 29/07/2010 10.39
A:
Ogg: Quando i nodi vengono al pettine: i responsabili dei debiti del Comune di Orvieto
Dalla stampa locale:
http://www.orvietosi.it/notizia.php?id=20695
Danni per 2,6 milioni. Chi sono i diciotto a cui è giunto l'"invito a dedurre". La corte dei Conti aveva già criticato nrel 2008 il fatto che le operazioni non erano passate per il consiglio comunale
ORVIETO – Tempesta Swap, mentre si sta chiudendo in queste ore la raffica di notifiche degli “inviti a dedurre” si fanno più chiari i contorni del danno che la procura della corte dei Conti ipotizza per dirigenti ed amministratori del Comune di Orvieto. Si tratta di 2.650.000 euro da dividere, secondo vari gradi di responsabilità, tra dirigenti (in primis) e politici, diciotto in tutto come noto, le personalità coinvolte.
Ecco tutti i nomi. Oltre a quelli già noti dei dirigenti Agostino Cannas, ex ragioniere capo del Comune, Alvaro Rosati dirigente del settore Finanze, Ezio Lopez ex direttore generale e degli ex sindaci Stefano Cimicchi e Stefano Mocio, ci sono ben tredici assessori delle passate giunte ad esser rimasti coinvolti nell’inchiesta contabile. Si tratta di Bruno Materazzo, Sergio Cherubini, Nazzareno Desideri, Maurizio Negri, Massimo Frellicca, Giuseppe Germani, Enrico Petrangeli, Marino Capoccia, Pirkko Peltonen, Cecilia Stopponi, Giuseppe Della Fina, Carlo Tonelli e Pier Paolo Vincenzi. A sindaci ed assessori la procura regionale imputa un danno erariale di circa un milione di euro da dividere in parti uguali, una cifra attorno ai 66mila euro a testa. Come da prassi, invece le responsabilità maggiori sarebbero dei dirigenti: 1.100.000 euro per Agostino Cannas, 400.000 euro per Alvaro Rosati e 150.000 euro per Ezio Lopez.
Per cosa? Tre sarebbero le delibere di giunta incriminate con le quali amministratori e dirigenti avrebbero dato il via libera ad operazioni di finanza derivata. La lente d’ingrandimento del procuratore generale della Corte dei Conti, Agostino Chiappinello si sarebbe concentrata sulla delibera 118 del 12 luglio 2001, quella successiva, la numero 127 del 3 ottobre 2002 e, infine, la delibera 163 del 18 dicembre 2007 con la quale la seconda giunta Mocio, al completo, ha approvato all’unanimità la ristrutturazione degli swap. Gli inviti a dedurre stanno creando un grande scompiglio tra i diretti interessati, come è naturale, ma anche negli ambienti politici cittadini. Per alcuni poi, l’effetto è di assoluto sconcerto visto che non solo l’esperienza amministrativa ma anche la vita pubblica se la sono lasciata alle spalle da tempo. Eppure tutti ora sono chiamati a rispondere. I destinatari delle notifiche hanno sessanta giorni di tempo per produrre delle memorie difensive ed eventualmente chiedere di essere ascoltati. Per il momento, nessuno ha granché voglia di parlare anche se sarebbero in corso incontri e la maggior parte delle notifiche sono già in mano ai legali.
I rilievi mossi dalla corte dei Conti riguarderebbero non solo la pericolosità delle operazioni che amministratori e dirigenti non potevano non conoscere, ma anche un altro aspetto che la corte dei Conti – la sezione controllo – aveva già segnalato nel 2008 al Comune. Ovvero che “tutte le operazioni sono state concluse senza la preventiva deliberazione del Consiglio comunale, il quale in quanto organo di indirizzo e di controllo amministrativo, è il soggetto al quale è riservata la potestà di decidere in merito alla conclusione di tale tipologia di operazione, anche e soprattutto in considerazione dei vincoli all’utilizzo delle risorse future dell’ente e quindi della collettività che la sottoscrizione del contratto comporta”. Così scriveva nel 2008 la corte regionale in riferimento ad Orvieto all’interno di una più vasta relazione sull’indagine circa il ricorso agli strumenti di finanza derivata in alcuni Comuni umbri.
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