[NuovoLab] G.Casarino: commento ad articolo su Vendola

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A proposito
dell’articolo di Ida Dominijanni “Vendola,“il desiderio che spiazza i
benpensanti”, Il Manifesto, 20 luglio 2010.
Si può capire che nella desertificazione (o espropriazione)
della politica come pratica collettiva dal basso (anche a sinistra) la forza
della disperazione, congiunta col senso comune individualistico della società
dello spettacolo da cui é difficile rimanere immuni, possa cercare ed affidarsi
ad un'icona.

Ma
quest'icona, che, per quanto investita di carisma, ma che a differenza di Obama, dovrà fronteggiare una
coalizione eterogenea, non potrà nel corpo a corpo, essenzialmente, col PD e
con la sua dirigenza neo-liberale limitarsi a proclamare una tavola dei valori,
tanto pregnante quanto polivalente e dunque insignificante. Dovrà articolare un
programma, non una sola equazione, ma un sistema di equazioni. Che dirà dei
parametri di Maastricht e della maggiore stretta monetaristica europea; di come
giocare entro i suoi limiti una politica economica che tenda all’incremento
occupazionale; dell’inaccettabile
capovolgimento del sistema di relazioni industriali che, a partire dal diktat
di Pomigliano, Marchionne vorrebbe imporre, quantomeno nelle fabbriche FIAT, in
nome della competitività globale; della riconversione industriale e del modello
auto ormai obsoleto; delle fonti rinnovabili e di chi dovrà non
centralisticamente ma diffusivamente gestirle e controllarle democraticamente;
del salario di cui dovremmo rivendicare, a maggior ragione e paradossalmente nella
crisi sistemica, il carattere di "variabile indipendente"; della
richiesta di lavoro/occupazione che dovrà sempre più slegarsi dalla
concomitante produzione di plusvalore per convertirsi, in larga misura, in
domanda di reddito? Sono molte le mistificazioni contro cui Vendola, se non
vuol essere subalterno e risucchiato dal PD, dovrà cozzare. Una tra tutte, che
la "produzione di ricchezza", fatta passare come funzionale alla sua
distribuzione sociale, abbia bisogno di un orario sempre più prolungato, come
vorrebbe l'Unione Europea, chiesa dell'ortodossia liberista. Se invece la
competizione (le primarie) è tra chi produrrà più suadenti fumisterie, allora
non varrà nemmeno il caso di giocare la partita .