Autore: Portale dei diritti Data: To: precari_roma, informationguerrilla, sindacalismoconflittuale, educatoriprofessionali, rosp2008, europeanconsumers Oggetto: [Precari_roma] Uccidere e morire per un licenziamento...
SI PUO' UCCIDERE E MORIRE PER UN LICENZIAMENTO ?
La perdita del lavoro è una delle più gravi fonti di stress. Essa è un fattore così importante da minare alle fondamenta la nostra salute mentale. Non sono affermazioni gratuite ma dichiarazioni rilasciate, all'indomani della strage di Massarosa, ad un quotidiano romano da un eminente psichiatra e coordinatore scientifico dell'Università Cattolica di Roma.
Dice inoltre lo psichiatra occupazionale: "Un licenziamento influisce su più livelli simultaneamente. In modo diretto perché compromette la situazione economica di un individuo e in modo indiretto perché va a minare il ruolo sociale che una persona si è costruito con il proprio lavoro".
Ma quanto può essere più devastante essere licenziati all'età di 51 anni dopo averne vissuti 13 a vendere e reclamizzare prodotti della Gifas Electric tra il Trentino e il Friuli? Molti analisti e cronisti già tendono a dare una spiegazione di preesistente malattia mentale all'origine della decisione di Paolo Iacconi di uccidere i suoi ex datori di lavoro e di tentare di dare fuoco all'azienda per poi togliersi la vita. Alcuni quotidiani si soffermano sullo stato di depressione, precedente al licenziamento, che avrebbe diminuito il suo rendimento lavorativo (capacità di vendere prodotti) tanto da indurre l'azienda a sciogliere il rapporto di lavoro. Forse esiste un bisogno automatico e sistematico di categorizzare e stigmatizzare come morbosi eventi che fanno paura ma soprattutto esiste un grande bisogno di esorcizzare le colpe e le responsabilità di chi, struttura privata o pubblica, non ha saputo prendere in carico il dramma di un uomo
profondamente ferito nell'anima, privato del lavoro e del reddito e lasciato solo.
Ci torna in mente un'altra tragedia consumatasi in Liguria nel novembre 2007. Paolo Manca di 45 anni si è impiccato nel garage sotto casa. Il suo corpo è stato rinvenuto esanime dal figlio diciottenne. Paolo, dopo tante peripezie per trovare un lavoro, si era adattato volentieri a fare l'operatore ecologico con un contratto a tempo determinato. Ma il mancato rinnovo del suo contratto a causa del cambio di appalto lo aveva psicologicamente distrutto. Proprio per capire quale sia la linea di confine tra gesti omicidi e suicidi e pre-esistente fragilità psichica è importante rievocare le parole dette su Paolo Manca dal sindaco del comune di Santo Stefano: "ci ha lasciati una persona buona, gentile, educata, dotata di un grande senso civico".
Di Paolo Iacconi, autore della strage alla Gifas Electric, un suo collega dice LEGGI TUTTO