Szerző: blanca Dátum: Címzett: forumlucca Tárgy: [Forumlucca] I vescovi del Salvador e la Bibbia a scuola
Che contraddizione il nostro paese, dove gli insegnanti di religione
godono di numerosi privilegi (gli unici, per esempio, a non essere
toccati dai tagli e anche gli unici ad aver avuto aumenti) e si
discute del crocifisso nelle scuole come se fosse una questione di
martiri nel Colosseo. Io penso che i cristiani, i cattolici, abbiano
grande responsabilità in questa situazione e il loro silenzio è
particolarmente pesante. Soprattutto quando si vedono queste lezioni
di laicità e di rispetto. Ah, naturalmente Vino nuovo è un giornale di
area cattolica, dove anch'io ho scritto, pur non essendo praticante ed
essendo, come mi sembra palese, decisamente disincantata in merito.
Evidentemente qualche alternativa c'è...
Ilaria
Dal Salvador lezione di laicità
di Giorgio Bernardelli | 13 luglio 2010
La Conferenza episcopale boccia l'idea di imporre ai ragazzi delle
scuole l'ascolto di brani della Bibbia per combattere la violenza
delle «maras»
Lo ammetto: quando ho visto sul sito della Radio Vaticana ieri questa
notizia l'ho letta due volte per essere sicuro di aver capito bene. I
vescovi cattolici del Salvador - piccolo e cristianissimo Paese centro-
americano - hanno chiesto formalmente al presidente della Repubblica
Mauricio Funes di non promulgare il decreto legislativo 441, approvato
dal Parlamento locale nei giorni scorsi, con cui si renderebbe
obbligatoria la lettura della Bibbia nelle scuole.
La storia effettivamente va un po' spiegata: il Salvador è il Paese
che più di ogni altro si trova a fare i conti il problema della
violenza delle maras, le gang giovanili che spesso arrivano a uccidere
chi si oppone loro (clicca qui per saperne di più). Come fronteggiare,
dunque, questo fenomeno? È evidente che la repressione non basta,
occorre un'azione educativa. Così al governo è venuta un'idea:
raduniamo i ragazzi prima delle lezioni nel cortile e facciamo
ascoltare loro qualche brano della Bibbia. Per rendere la proposta a
prova di polemica avevano previsto che la lettura fosse effettuata
«fino a sette minuti prima dell'inizio delle attività accademiche
senza entrare nel merito delle differenti interpretazioni dovute a
differenti tradizioni religiose, settarie o confessionali». E comunque
se un genitore non voleva poteva chiedere la dispensa per il proprio
figlio.
Il «colpo di scena» è che sono stati proprio i vescovi cattolici a
dire di no. Lo hanno fatto con una lettera pastorale che domenica
scorsa è stata letta in tutte le chiese del Paese. Questo
provvedimento - scrivono - «colpisce la libertà di culto sancita dalla
Costituzione. In nome della Chiesa cattolica del Salvador e della
società in generale chiediamo a lei, signor Presidente, di fare uso
della facoltà esecutiva e dunque di porre il veto a questo decreto
legislativo in difesa dello Stato di diritto e della democrazia
salvadoregna». I vescovi non discutono le «buone intenzioni», ma
osservano che la lettura avverrebbe «in ambienti in cui non sempre si
vive in un adeguato clima di fede e senza che dopo la lettura dei
brani biblici si possano fornire le dovute e necessarie spiegazioni».
«Siamo molto interessati all'idea che si renda possibile la lettura
della Bibbia nelle scuole - aggiungono ancora - ma non può essere un
obbligo» (clicca qui per leggere il resto della notizia sul sito della
Radio Vaticana).
Voilà: in America Latina una Conferenza episcopale dà lezioni di
laicità. Non guarda alla scuola come a un luogo dove ricavarsi degli
spazi (e tenerseli stretti), ma ragiona in termini autenticamente
educativi. Soprattutto guarda alla Parola di Dio come a un bene
prezioso, non a una bandiera identitaria da tirar fuori quando non si
sa più che pesci pigliare.
Vi immaginate se una cosa del genere fosse successa in Italia? Sarebbe
spuntato puntuale l'ateo devoto di turno che si sarebbe stracciato le
vesti per questi vescovi «deboli», «rinunciatari», che «non sanno più
fare nemmeno il loro mestiere». Avrebbe Pontificato sulle derive del
post-Concilio e sulla necessità di un «cattolicesimo dalla schiena
dritta» (da far tenere anche ai ragazzi, beninteso).
In Salvador - Paese dalle mille devozioni oltre che bagnato dal sangue
dell'arcivescovo Romero e di tutti gli altri martiri - la laicità è un
valore, non un nemico dell'educazione. Forse varrebbe la pena di
rifletterci un po' su.