Così si infanga la nostra civiltà di Ida Magli
http://www.ilgiornale.it/interni/cosi_si_infanga_nostra_civilta/01-07-2010/articolo-id=457429-page=0-comments=1
Il Palio di Siena e il Cristo di Chagall
di Ilaria Sabbatini | 14 luglio 2010
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=86
Tutte le volte che c'è una polemica su temi a me cari, come mio uso
consolidato, invece di mettermi a inveire o a dar battaglia io studio.
Sì, studio. Leggo, mi documento, cerco di capire, riprendo in mano gli
appunti e rifletto. Poi, quando sono sufficientemente sicura che il
mio pensiero è sensato e può essere supportato da una letteratura
scientifica allora - e solo allora - scrivo. Ma non scrivo per
convincere qualcuno, cosa che mi interessa relativamente poco. Scrivo
perché non sopporto la strumentalizzazione, perché non tollero
l'arroganza, perché ho un'idiosincrasia verso chi rivendica
l'argomento delle radici per sostenere tesi di parte.
Ida Magli, di cui ho letto e apprezzato i saggi di antropologia, ha
recentemente scritto un articolo sul drappellone del palio di Siena
sostenendo che infanga la nostra civiltà il fatto che il San Giorgio
sia stato dipinto da un musulmano. Anche se facilmente intuivo le
discrepanze tra il suo e il mio pensiero ho apprezzato il suo saggio
sul ruolo della penitenza nel medioevo, tanto che lo ricomprerei anche
adesso, perché so riconoscere i meriti scientifici a prescindere dalle
opinioni politiche. Ma sul drappellone si è sbagliata: rispetto
all'approccio storico ha prevalso una lettura politica di parte.
Anzitutto sarebbe interessante sapere da dove viene l'idea della Magli
che la kefiah sia il simbolo di «un'altra religione». Sarebbe comodo
imbastire facili ironie ma siccome la reputo una donna intelligente e
colta mi risulta veramente difficile pensare a un banale strafalcione.
Sarebbe come dire che il berretto da baseball è il simbolo dei
luterani americani. O che la coppola identifica i cristiani siciliani.
Ma tralasciando questo appunto, bastava che verificasse la figura di
San Giorgio (anche su un semplice sito sito come Santi e Beati) per
capire che Giorgio è un santo orientale, nato in Cappadocia la cui
tomba risiede a Lidda, a quel tempo facente parte della Palestina.
Bastava una modesta ricerca per scoprire che il santo e la sua
sepoltura sono venerati anche dai musulmani, com'è riportato da
numerosi diari di pellegrinaggio e da svariati testi enciclopedici.
Quelli che per i cristiani sono santi a volte per i musulmani sono
profeti e il culto dei profeti non solo è ammesso ma anche
incoraggiato nell'islam. Per la cronaca, a chi venissero dei dubbi
sulla cronologia, Giorgio non fu martirizzato dai musulmani benché
morto a Lidda. Essendo deceduto nel 303 d.C. (all'incirca) ha
anticipato di almeno tre secoli l'età di Maometto. Se fu martirizzato
lo fu dall'occidentalissimo imperatore Diocleziano.
E se, come fa l'articolo della Magli, si chiama in causa l'esempio di
Gesù sarebbe bene ricordare che Gesù non fu affatto cristiano nel
senso in cui oggi viene intesa questa accezione, se non altro perché
il cristianesimo è la fede nella persona storica di Gesù stesso. Gesù
fu giudeo di nascita e di religione ebraica. Se volessimo averne
un'immagine storica attendibile non potremmo certo immaginarlo biondo
e dall'occhio ceruleo. Anzi non è improbabile che oltre ad avere
tratti somatici mediorientali indossasse perfino la kefiah. Del resto
si dovrebbe considerare che quel capo d'abbigliamento non è esclusivo
degli arabi neppure in Palestina-Israele e che perfino il papa - il
capo di quei cattolici di cui l'articolo lamenta l'offesa - ha
indossato una kefiah.
Se San Giorgio si colloca tra III e IV secolo, essendo vissuto (in
parte) e morto a Lidda in Palestina (la Giudea assunse il nome di
Syria Palaestina dal 135 d.C.) dov'è lo scandalo della kefiah?
Se un musulmano raffigura un santo cristiano deve per forza crederci?
Chagall era ebreo e ho visto ben poche cose così belle e ispirate come
le vetrate della cattedrale di Reims. Chi si sognerebbe di censurarle
perché l'autore è un ebreo?
Questa è la vetrata che raffigura Gesù in croce
Qualcuno trova che infanghi la nostra civiltà perché chi l'ha
raffigurato non lo credeva figlio di Dio? Io lo ritengo invece un
gesto commovente e profondo, a prescindere dal fatto che ci si creda o
meno. Preferirei mille volte una semplice riproduzione del Cristo
ebreo di Chagall piuttosto che i crocifissi in serie smerciati dagli
immancabili punti vendita di tanti santuari. Sì, un ebreo che
raffigura il Cristo anche se non ci crede mi commuove. Dev'essere
qualcosa che ha a che fare col fatto che amo tenere la mezuzah sulla
soglia di casa pur non essendo ebrea e il Corano sulla mia scrivania
anche se non sono musulmana. Dunque perché dovrei sentirmi offesa dal
drappellone di San Giorgio dipinto da un musulmano? La bellezza è
nell'occhio di chi guarda.
Una scrittrice non credente che stimo ha concluso un suo romanzo con
il dialogo che segue. Ciascuno ne tragga le proprie considerazioni.
- Procurerò che abbia un sepolcro dove riposare in attesa di una vita
migliore.
- Ma tu non credi nell'aldilà.
- Ci credeva lei e questo è l'importante. (D. Comastri Montanari)