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Aihe: [Precari_roma] sul bilancio del comune 2010 osservazioni e proposte dopo incontro del 7 luglio
Inserito il contributo scritto distribuito all'incontro pubblico del 7 luglio
alla sala riunioni dei gruppi consiliari del Comune di Roma, incontro molto
partecipato sia in termini di presenze numeriche sia di interventi e di livello
del dibattito. Iniziativa alla quale hanno partecipato il conasigliere comunale Andrea Alzetta,
il consigliere del municipio Roma 19 e vicepresidente Claudio Ortale, il consigliere regionale
della Federazione della Sinistra Fabio Nobile, Armando Morgia per Sinistra Critica,
operatori e operatrici sociali di molte cooperative, gli operatori-trici sociali in lotta, funzionari
educativi ed educatrici del Comune di Roma, RSU di Zetema Progetto Cultura e Rsa di
Farmacap della Usi Ait, Rsu Unicobas della formazione professionale, lavoratrici e delegate della Roma
Multiservizi, lavoratori e delegati sindacali dei servizi culturali e teatrali, insegnanti e non docenti
di scuola, l'Usicons associazione utenti e consumatori e cittadini fruitori dei servizi pubblici per la terza età.
E' stata da più parti indicata la necessità di colelgare le lotte e di unificare anche settori
diversi di lavoratori e lavoratrici in mobilitazione su obiettivi comuni, un primo passaggio è la manifestazione
del 15 pomeriggio dalle 16 in poi al Campidoglio, in concomitanza del dibattito su Roma capitale
e preludio alle mobilitazioni e indicazioni sul Bilancio capitolino del 2010.
Un buon risultato di presenza e di dibattito, di spunti su IL BILANCIO CHE VOGLIAMO
Saluti a tutte e tutti e buona lettura
trasmette Unione Sindacale Italiana Usi Ait

Alcune osservazioni su il Bilancio che vogliamo – anno 2010 situazione idee e proposte
A cura della Unione Sindacale Italiana Usi Ait
mail usiait1@??? sede Largo Veratti 25 Roma
Premessa: è un primo contributo scritto, da tradurre in emendamenti per la parte "tecnica" e con osservazioni per audizioni, rilievi scritti da inoltrare ad assessori, dirigenti, consiglieri-e sul Bilanci0 2010. In diversi casi, si tratta di idee, proposte od osservazioni condivise con altre OO.SS. o strutture sociali, in altre sono proposte e idee assunte e provenienti da altri percorsi o gruppi, con i quali si collabora o con le quali si attivano percorsi comuni.
Si specifica che da parte nostra non vi è alcuna pretesa egemonica (non ce ne importa nulla) né di volersi appropriare di idee di altri, è solo un tentativo di mettere assieme cose e proposte che riteniamo utili e di comune sentire, da tradurre in proposta coerente e organica, funzionale a collegamento e costruzione di rapporti di forza e proposte efficaci dalla parte "giusta", quella di lavoratrici, lavoratori e cittadinanza disagiata. Questo contributo è diviso per gruppi tematici e dovrà diventare un documento comune e condiviso da sottoporre a tutte le parti interessate o che intendiamo coinvolgere.
PERSONALE COMUNALE – ASSUNZIONI E RECLUTAMENTO FORZA LAVORO, SBLOCCO FONDI SALARIO ACCESSORIO, PRODUTTIVITA’, APPLICAZIONE ACCORDI SINDACALI.

Nel Bilancio 2010, sarebbero previsti per spese del personale in totale per il personale comunale circa 34,4 milioni di euro in meno. Inoltre, i fondi impegnati già nel 2008 e nel 2009, in applicazione di accordi sindacali divenuti Deliberazione di G.C. per il piano assunzionale 2010 -2012, anche su procedure di concorsi pubblici e corsi concorsi espletati, di reclutamento nel 2010 di personale tramite uffici CpI (ex collocamento) per 200 unità di operatori servizi ambientali (ex giardinieri) , vanno utilizzati per tali finalità.

Si assiste, in applicazione di circolari dell’Agosto del 2009 e di altre successive, in applicazione di decreti del Min. F.P. (Brunetta) e in disapplicazione di disposizioni di legge (104/92, 53/2000) e di CCNL (permessi retribuiti ex art. 19 CCNL Regioni AA.LL.) a effetti dannosi per quanto riguarda decurtazioni e blocchi di salario accessorio, fondi di produttività, indennità, non corrisposti a dipendenti capitolini. Questo perché la politica di risparmio e di taglio fa considerare i permessi e le agibilità come "assenze" e non come esercizio di diritti stabiliti da leggi o da contratti collettivi (che in base al codice civile sono con forza di legge tra le parti…), nell’ottica di presunti contrasti a fenomeni di "assenteismo", così come i parametri di chi si assenta troppo per malattia…che viene escluso dalla possibilità di accedere a parti della propria retribuzione e a prestazioni lavorative effettuate (specie per i fondi di produttività…).

Proposte: sblocco fondi per salario accessorio e produttività collettiva ora "congelati" e rispetto accordi sottoscritti con OO.SS. e Rsu, eliminazione di disparità di trattamento e discriminazioni per coloro che fruiscono di agibilità e permessi previsti da leggi o dal CCNL per eventuali decurtazioni, anticipazione al 2010 per assunzioni previste nel piano assunzionale come da accordi sindacali e D.G.C. 422 del Dicembre 2009, non limitando la questione ai soli vigili urbani, stabilizzazione definitiva tramite accesso dei giardinieri ora Roma Multiservizi con chiamata tramite CpI (da liste di mobilità e l. 56/87) all’interno delle procedure di assunzione dei 200 giardinieri entro il 2010.
Sblocco e scorrimento graduatorie idonei ai concorsi banditi ed espletati per copertura turn over effettivo, senza bandire altri concorsi pubblici per le medesime figure professionali o famiglie professionali o fasce di riferimento contrattuale. Verifica congruità economica, razionalizzazione spese appalti, efficacia ed economicità azione amministrativa, su ritorno a gestione diretta e stabilizzazione personale impiegato nei servizi affidati a terzi soggetti, con affidamenti scaduti e in proroga (canili comunali, giardinieri, Aec) con risparmio economico accertato e quantificabile in media nel 20% di spese attuali per gestione esternalizzati
(farsi fare deroga per Roma Capitale d’Italia, rispetto a disposizioni di manovra "correttiva", per esigenze di risparmio ed economicità otre che di efficacia servizi rivolti al pubblico).

CULTURA: ai tagli al F.U.S. (Fondo Unico dello Spettacolo) si aggiungono i tagli e i diminuiti introiti statali e regionali in materia di servizi culturali a attività e funzioni connesse. Se per i Municipi sono previsti in media euro ventimila a municipio per le attività nel settore, se per i teatri si prevedono euro 1040.000,00= in meno per attrezzature, macchinari e innovazioni tecnologiche, oltre a servizi che in controtendenza a quanto dichiarato, sono erogati sempre di meno da personale interno ma da personale esternalizzati a cooperative e consorzi, se per le attività di cultura e BB.CC., Istituzione Biblioteche comprese, si prevedono come bilancio e spese di competenza una diminuzione complessiva di euro 8.422.915, 32= (quindi in totale 23.819.404, 57 rispetto ai 31.333.648, 66 di previsione definitiva del 2009), se si continuano a privilegiare i GRANDI EVENTI e le INIZIATIVE "DA VETRINA" rispetto ad un intervento nei quartieri e Municipi, mettendo in stretta correlazione cultura e attività teatrali e di produzione indipendente con la scuola e i servizi socio assistenziali (laboratori teatrali, scuole e partecipazione scolaresche a spettacoli nei teatri e negli spazi disponibili, attività per evitare effetti di dispersione scolastica, contrasto al "bullismo", processi di autonomia e integrazione studentesse-i con disagi o d.a….) e potenziandone le funzioni e le attività, sarebbe cosa opportuna e una pratica di investimento delle risorse a disposizione in modo efficace per la cittadinanza, oltre che una risposta chiara in termini occupazionali per chi lavora nel settore.
Così facendo si garantirebbe a fasce di cittadinanza, tendenzialmente esclusa dalle "vetrine ufficiali" , la partecipazione e l’accesso alla cultura ed evitare lo smantellamento dell’istruzione pubblica, oltre che un ulteriore attrattore di turismo. Come del resto per il patrimonio culturale e monumentale, dove la soluzione non è certo quella della cessione in "comodato d’uso oneroso" a privati…
Invece si continua nella politica dei grandi eventi e delle grandi "vetrine" con finanziamenti questi si onerosi per iniziative di contrasto al bullismo centralizzate e con affidamento diretto (1200.0000 euro a Costanzo e soci…magari averli nei quartieri a rischio e nelle scuole…) o con la politica del "panem et circenses", inaugurata da Veltroni e proseguita dall’attuale Giunta. Anche sul turismo e cultura, la soluzione non è o non è solo il progetto del grande parco a tema sull’antica Roma, stile "disneyland", dove la finalità è COSTRUIRE, non progettare e far partecipare. Anche sugli SPAZI SOCIO CULTURALI, le proposte di modifica di delibere del 1995 (la 26) con altre che ne snaturerebbero la finalità e lo sviluppo nei quartieri centrali e periferici di una città come Roma (3 milioni di abitanti e 1 milione di pendolari stabili), per privilegiare una "egemonia" di chi ora governa la città e il Paese e una occupazione di spazi ad…amici degli amici…di AMICI.

Proposte: prevedere che nel Bilancio comunale del 2010 una quota dell’1% sia destinata a risorse investite nella cultura e con potenziamento della rete territoriale di spazi culturali e sinergia con le giovani compagnie teatrali, musicali, intervento con scuole e teatri o biblioteche per attività di produzione e fruizione di cultura contemporanea, di autoproduzione, (anche di recupero "memoria storica" anche di classici della produzione teatrale contemporanea con adattamenti e sperimentazioni fruibili a fasce di cittadinanza che ne è esclusa). Previsione di quota stabile di fondi vincolati a tali attività, al di là di bandi di stampo "mercantile". Mantenimento livelli occupazionali e salariali di chi lavora nei servizi esternalizzati e badi di gara coperti anche per spese formazione e costo attrezzature e macchinari.
Attivazione di forme di garanzia e di sostegno al reddito, in caso di disoccupazione, per chi lavora nel territorio romano nel campo dello spettacolo e della cultura, con fondo vincolato e controllato direttamente dal Comune di Roma.
Recupero e valorizzazione del patrimonio immobiliare non utilizzato, se non destinato a operazioni di vendita vantaggiosa per il Comune di Roma per esigenze di "cassa", per impiego per attività culturali, socio educative, teatrali (anche con il lancio e potenziamento dei teatri di cintura a carattere pubblico), con una definizione e monitoraggio degli spazi stessi e la disciplina di modalità di fruizione per associazioni, scuole, reti territoriali e di produzione indipendente.
Analogamente al Piano Regolatore Sociale, elaborazione di un Piano Regolatore della Cultura che sia momento di verifica, programmazione, partecipazione popolare e utilizzo delle risorse per permettere al maggior numero di cittadine-i di fruire di spazi e di attività culturali, teatrali, bibliotecarie, educative.
Sblocco procedure di riqualificazione del personale nelle biblioteche (sblocco processi di corso concorso per progressioni di fascia…), internalizzazione completa servizio ausiliario (figura Csb) e affidato a Zètema e assorbimento di chi ci lavora da esternalizzati nella ISBCC per copertura organici e nuova dotazione organica.
Va verificata la situazione della Società Zètema P.C., sia per il rinnovo del contratto di Servizio che scade nel 2011 ma che ha continue modifiche e deroghe per richieste comunali, sia per le proposte di "sponsorizzazioni" private per i restauri (esclusa la Zetema dalle attività) e la tariffazione differenziata nei Musei, come per la gestione dei Grandi Eventi che determina situazioni di precariato o l’impiego di personale di Zètema con carichi di lavoro eccessivi rispetto a quanto si prevede per la retribuzione (bozza di CCDI attualmente in fase di negoziazione con OO.SS. e RSU)

SCUOLA E ASILI NIDO: nonostante le assunzioni delle precarie negli scorsi anni, sulla spinta di forti mobilitazioni e di pressioni anche da parte nostra e delle forze politiche che hanno sostenuto questa battaglia, che hanno permesso l’applicazione di precedenti accordi sindacali e politici, allo stato vi è il blocco di ulteriori assunzioni non solo di chi è vincitore di concorsi pubblici (impiegato se va bene con contratti annuali da precaria), ma di coloro che provengono dai percorsi di precariato interno e che ha fatto i corsi concorsi. Qui si rischia di scatenare la classica guerra sulla "priorità" di reclutamento, tra le vincitrici di concorso pubblico esterno e le precarie del corso concorso, in passato sulle disponibilità di posti in organico e per copertura del turn over, si è utilizzato il meccanismo da noi fatto introdurre 14 anni fa circa, del doppio canale (50% dall’esterno e 50% dall’interno) in analogia con quanto avveniva nella scuola statale, sia per le modalità di accesso sia per le quelle di materiale assunzione a tempo indeterminato. IL rischio di far scattare la priorità solo sui vincitori dei concorsi pubblici, rischia di esasperare gli animi e non fare un buon servizio nè a chi lavora (o vorrebbe lavorare) né alla qualità dei servizi di nidi e scuole erogate alla cittadinanza. Oltre al fatto che il Comune si sta appiattendo su un modello organizzativo e di utilizzo del personale simile a quello che è sostenuto a livello governativo dalla Gelmini: un disastro sotto molti punti di vista. Se aggiungiamo al taglio drastico delle supplenze anche per sostituire le lavoratrici titolari assenti, si era già evidenziato nella relazione al Bilancio del 2009 da parte del Comune che il "costo" per bambinie-i nelgi asili nido comunali era troppo lato, circa 1300,00 euro procapite, a fronte di circa euro 600.00= spesi per bambini-e nei nidi in convenzione, quindi …SI APRE IL "MERCATO" PER LA PRIMAN INFANZIA, sostenendo i nidi convenzionati rispetto a quelli comunali. Infatti, per la prima volta dal 1975, quando furono aperti i primi nidi comunali a Roma a gestione diretta, il numero dei nidi in convenzione ha SUPERATO (197) quello dei nidi comunali (193), con alcune strutture comunali ristrutturate o pronte per il collaudo ma non aperte in diversi municipi popolosi. Si "ignora" poi che le due realtà sono caratterizzate da contratti collettivi di lavoro diversi, orari di lavoro e di apertura differenti, con punte di disagio per organici ridotti per i nidi comunali (1 fino a 2 persone in meno come educatrici per rispettare il rapporto 1/6, che non è applicato…) e con situazioni a rischio per le lavoratrici del settore privato –convenzionato, a fronte di maggiore apertura al pubblico e regimi contrattuali e di sicurezza NON controllati dal Comune a dovere, che alla lunga nei nidi convenzionati riduce la stessa qualità del servizio offerto e offre lo spunto per l’abbassamento anche della qualità dei nidi comunali…tutti in peggio. Un servizio nel quale allo stato attuale si hanno pochi strumenti e possibilità concrete di controllo e di garanzia per chi ci lavora e per la cittadinanza che fruisce del servizio. Il Comune di Roma ci dice che sono previsti 427 nuovi posti nei nidi (60 posti + integrazione del 15%, cioè 69 posti a nido), di fatto 6-7 asili in più in una città come Roma dove le liste di attesa sono tornate di nuovo a circa settemila persone…non si specifica se si tratta di nidi comunali o di nidi in convenzione…si parla di 525 posti nuovi per la scuola dell’Infanzia, con una media di 25 bambine-i per classe come massimo (ma del rispetto di cubature in base alla normativa del 1975…chi controlla? Chi ci risponde alle segnalazioni, sul rispetto delle norme di sicurezza e sull’edilizia scolastica?) si parla di 21 sezioni a tempo pieno (si spera) in tutta Roma, ci sono a Roma 303 scuole comunali, di cui diverse in ristrutturazione e chiuse da un anno…non ci sembra un grande sviluppo. Sono i costi del lavoro che il Comune vorrebbe abbattere, si dichiara per il 2010 una previsione di spesa complessiva di euro 188,8 milioni di euro, 2,4 milioni in più del 2009, la soluzione è l’aumento delle tariffe per i nidi e dei contributi per la scuola, parametrando la tariffa media di alcuni Comuni per gli asili nido, per avere un maggiore gettito di 3,7 milioni di euro…di fatto un aumento pesante per le famiglie, che determinerà una nuova spinta verso il privato e il consolidamento del "mercato".
Problemi "cronici" per i percorsi di autonomia e integrazione di alunne-i diversamente abili, con le problematiche del personale AEC, ruolo chiuso e ad esaurimento secondo il Comune, con circa 200 AEC comunali e circa 800 di cooperative, con situazioni contrattuali e lavorative similari a quelle evidenziate per i nidi comunali e in convenzione. Il servizio esternalizzato per AEC andrà con bando di gara pubblico europeo, con forti rischi occupazionali per chi ci lavora e non ha i titoli previsti per il settore sociale (OSS) se non si interviene sui criteri e requisiti e punteggi …

Proposta: utilizzare una parte del nuovo gettito impositivo su ICI su case sfitte e seconda casa, per copertura maggiore esigenza spese settore educativo e sblocco assunzioni vincitrici di concorso e corso concorso con meccanismo doppio canale a copertura turn over, carenze di organico e per apertura nuove sedi.
Verifica e riduzione effettiva dopo monitoraggio per spese gestione servizi, centralizzazione acquisto materiali didattici e di consumo per nidi e scuole.

SERVIZI SOCIALI E SOCIO ASSISTENZIALI: si prevede come confermato dalla segreteria dell’assessore Belviso, un sostanziale mantenimento di risorse rispetto al 2009, anzi nei documenti si parla di aumento e riqualificazione della spesa per il sociale (184, 4 milioni a fronte di 169, 8 del 2009).
Si tratta di cifre complessive, che dovranno tenere conto dei differenti contesti municipali per i servizi sull’handicap (SAISH), anziani (SAISA) minori (SISMIF) di livello territoriale e di assistenza domiciliare, Case di Riposo e Centri Diurni per anziani fragili, oltre al citato aspetto degli AEC (SAISH SCOLASTICO)
Poiché non tutti i Municipi hanno la stessa composizione sociale e di tipologie di servizi-interventi da garantire (Municipi con percentuale più alta di anziani, con minori a rischio, disagio e problematiche handicap…), in una città come Roma che ha circa 650.000 anziani di cui circa 250.000 non autosufficienti.
Le "criticità" evidenziate anche nei Piani Regolatori sociali cittadini e di zona, sono la assenza di un modello organizzativo cittadino e adattabile ai Municipi di servizio sociale territoriale, la mancata e non uniforme creazione di sistema di "valutazione", la definizione condivisa di "standard quantitativi" dei servizi necessari con sinergia Dipartimento V e Municipi UOSECS, una carente rete di integrazione e pianificazione di servizi in ambito socio sanitario, l’insufficiente disponibilità di risorse per seria programmazione, sia sul piano economico sia di personale, adeguato a fornire risposte doverose alla cittadinanza, specie per quella "meno abbiente" oltre alla crisi generalizzata che abbassa livelli di tutele collettive, riportandole a situazioni e scarichi di spese e responsabilità sulle famiglie e sulle donne, con maggior lavoro di cura e assistenza…
Va rilevato inoltre che per servizi con responsabilità diretta del Dipartimento V, per area Case di Riposo, centri diurni, nonché per i progetti ex L. 285/97 (attualmente fondi bloccati dal Governo alla Banca d’Italia) e L. 328/2000 e per gli AEC di cop ed enti, va razionalizzato il sistema evitando sprechi, sovrapposizioni di competenze (Dip. V e XI per AEC), con appositi sistemi di riforma utilizzando gli studi fatti già dal Comune di Roma nel 2000 per Case di Riposo e servizi per la terza Età.
Gli obiettivi comunali dichiarati (razionalizzazione della spesa, abbattimento liste di attesa, miglioramento dei servizi) prevedono come strumenti di realizzazione degli stessi anche il "welfare privato", cioè un contributo per chi ha certi disponibilità di reddito su servizi messi in pagamento con tariffe "di mercato" anche con percentuale per i contributi dei servizi da erogare alla collettività, l’assistenza indiretta con bonus e voucher alle famiglie rispetto alla gestione in cooperativa (che certo non ci entusiasma) o a gestione diretta, la "nuova sussidiarietà", che dovrebbe sostituire quella in vigore di fonte costituzionale, materie da approfondire nei tavoli per il NUOVO PIANO REGOLATORE SOCIALE CITTADINO E DI ZONA, che avrà i suoi corollari con i seguenti provvedimenti: Riforma dell’assistenza domiciliare, riforma delle politiche di accoglienza, riforma della mobilità per d. abili, riforma sistema case di riposo e teleassistenza (si veda la situazione dell’Azienda Speciale Comunale Farmacap, con ipotizzata privatizzazione di farmacie comunali, cessione ramo di azienda servizio sociale di teleassistenza e telecompagnia, dismissione servizio asili nido…), con bandi di gara e gestione in "global service". Bisogna intervenire come parti sociali nei criteri e requisiti per l’accesso, la fruizione dei servizi territoriali e centrali, garanzie di clausola sociale per chi lavora o è impiegato in servizi e attività (applicazione corretta e piena meccanismi Delibere 135 del 2000 e 259 del 2005), verifica costi a carico della collettività e costi a carico dei beneficiari, oltre ad un impegno programmatico per creazione di sistemi di "prevenzione" dei fenomeni a rischio, anche in raccordo con le strutture sanitarie.
Va evitato per l’area della terza età, specie quella non autosufficiente che lo sviluppo di RSA (residenze sanitarie assistenziali) di parte sanitaria – ASL REGIONE, diventi lo strumento per formazione di nuovi "cronicari", di un mercato non regolamentato e calmierato sulle tariffe di prestazioni e servizi, come per i minori la creazione di percorsi che non raggiungano l’obiettivo di evitare e prevenire dispersione scolastica, alcoolismo, droga, criminalità organizzata che sfrutta manovalanza giovanile, con interventi con la scuola e i servizi in rete nel campo culturale. Va poi risolta la questione degli accessi alle Case di Riposo comunali e alle strutture per anziani fragili, anche con il calmieramento delle tariffe specie per chi ha pensioni sociali o al minimo. Va realizzato un efficace e verificato meccanismo di modello "integrato" tra interventi e servizi, per evitare il ricorso a finanziamenti per l’emergenza e la difficoltà di programmare e pianficare gli uni e gli altri sui territori. Prevedere un fondo, da erogare per lavoratori e lavoratrici che subiscono licenziamenti o perdite di posti di lavoro, come previsto nel punto per la cultura, dato l’enorme turn over e precarietà nel settore sociale e socio assistenziale, da attingere dagli INTROITI MANCATI PER AFFISSIONE E PUBBLICITA’, unico caso in grandi città dove il servizio anni fa era IN PERDITA e si prevede un incremento nel bilancio 2010 inidoneo per quanto si vede in città, anche per la punizione e pagamento ammende della cartellonistica abusiva o "esente da imposta".
Va inoltre modificata la dizione nel Bilancio di "assistenza, PUBBLICA BENEFICIENZA…", un Ente Locale come il Comune di Roma ha l’onere e l’obbligo di essere erogatore di servizi e non di "elemosina" o "carità", anche sul concetto di nuova sussidiarietà emergono aspetti da approfondire che corrono questo rischio di confondere servizi con la carità e la "beneficenza".
Così come vanno previste, pure per le aziende comunali o che hanno partecipazioni comunali, SGRAVI FISCALI PER CHI NON LICENZIA, REGOLARIZZA I PRECARI E SI IMPEGNA PER IL LAVORO STABILE, SOSPENDE I LICENZIAMENTI COLLETTIVI.

Proposte: oltre alle considerazioni su fondi vincolati e sgravi fiscali a chi si "comporta bene", nella logica del buon lavoro e buon servizio, se va riformato il sistema dell’assistenza domiciliare, come per case di riposo e servizi alla terza età, alla scuola per AEC o scolarizzazione rom, vanno ridotte allo stretto necessario e secondo i criteri di progressività ex art. 53 Costituzione i contributi per i servizi "a pagamento" (chi più ha, si può permettere di pagare i servizi, chi ha meno o non ha reddito vanno erogati senza balzelli…), contrastata la logica dei bonus per servizi di assistenza indiretta, per i bimbi, per lo sport, per la cultura…questo meccanismo di "nuova sussidiarietà" rompe il patto che rende coesa e solidale una collettività e una composizione complessa come quella che oggettivamente c’è a Roma.

Attività produttive ed edilizia : Roma è una città di servizi, era il terzo polo informatico, sta diventando la città dell’edilizia e delle speculazioni. L’edilizia incide sul PIL cittadino per il 5,5%, la parte del leone la fanno i servizi e il terziario.
L’importante è FAR COSTRUIRE, non PROGRAMMARE I SERVIZI E LE STRUTTURE NECESSARIE, invece di grandi opere spesso inutili e costose, vanno messe in campo opere pubbliche che siano da impulso per le attività economiche nei territori, lo sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica e l’ICI sulla seconda casa o su case sfitte, un fondo per il P.E.E.P. e la requisizione e l’utilizzo del patrimonio immobiliare non utilizzato; contrastare l’evasione fiscale dilagante e la criminalità organizzata, farebbe recuperare fondi e risorse sufficienti per un piano regolatore applicato nel rispetto dell’ambiente e di chi abita nei grandi quartieri della città, con il recupero del cento storico, la stessa vendita del patrimonio immobiliare comunale va controllata per evitare che cada nelle mani di speculatori o "palazzinari", il ripristino di vincoli sull’agro romano o su aree destinate a altro che non all’edificabilità…evitare che si costruiscano su aree agricole pubbliche e non, per affittarle per 30 anni a canone sociale ….500-600 euro per retribuzioni che non arrivano a mille euro al mese e con la promessa di farci un asilo nido o un ennesimo supermercato…Anche per la questione caro vita, gli strumenti a disposizione di un Ente Locale per contrasto alla crisi, oltre al rilancio degli ENTI COMUNALI DI CONSUMO, convenzioni con le grandi catene di distribuzione per contenere con sconti e su un pacchetto di generi, alimentari e non solo, di natura fondamentale per le famiglie e le persone, oltre alle attività di vendita di prodotti sul territorio negli enti comunali di consumo garantendo qualità, abbattimento costi aggiuntivi nella filiera produttore-consumatore.
Insomma un bilancio che scelga priorità di intervento e una programmazione e pianificazione solidale, collettiva, paritaria e attenta ai bisogni della cittadinanza e delle fasce sociali meno garantite.
Il resto alla prossima puntata….