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- DI MARCO DELLA LUNA -

MACELLERIA SOCIALE ED EVASIONE BANCARIA: PERCHE’ DRAGHI DOVEVA TACERE


Nella sua allocuzione del 31 Maggio 2010, Mario Draghi, Governatore
della Banca d’Italia e candidato alla presidenza della BCE, ha
definito l’evasione fiscale come “macelleria sociale”. Ma Draghi, come
tutti i governatori di banche centrali, come tutti i gestori di banche
di credito, è l’ultima persona al mondo legittimata a parlare di
evasione e giudicare gli altri. Vediamo perché in cinque punti. Cinque
punti di critica, ma anche di proposta per riforme eque ed efficaci da
parte di ogni statista e di ogni ministro dell’economia che vogliano
passare alla storia e non finire nell’affollato dimenticatoio dei
burattini senza volto.

E’ nozione comune e incontestata che la liquidità (l’insieme di ciò
che l’economia e la società usa come danaro, dalla cartamoneta al
denaro elettronico) è creato dal sistema bancario, senza copertura
aurea (abbandonata completamente dal 1971), quindi a costo zero. Si
parte dalle banche centrali che creano dal nulla cartamoneta e attivi
sui loro propri conti correnti, e li prestano a basso interesse alle
banche di credito, che con essi comperano titoli del debito pubblico,
portatori di interessi (che paghiamo noi con le tasse), emessi dai
governi per finanziare il proprio deficit di bilancio.

E qui va fatto il primo rilievo: le banche centrali, quando creano (e
poi usano per comperare titoli o erogare crediti remunerati) denaro o
attivi dal nulla, aumentano il proprio patrimonio (cioè guadagnano) a
costo zero, e su questo aumento non sono tassate, perché fanno
figurare che esso sia compensato dall’uscita del denaro così creato.
Ma siccome questo denaro è creato da loro a costo zero, la
compensazione è fasulla, come riconoscono i manuali di economia
politica, dal Krugman al Blanchard, e le tasse dovrebbero essere
pagate, previa revisione dei bilanci e accertamento del reddito evaso.
Quindi, poiché le banche centrali evadono o eludono massicciamente le
tasse, i loro governatori non sono legittimati a giudicare in materia
di evasione.

Proseguiamo. E’ pure nozione comune e non contestata, che le banche di
credito, partendo dal denaro creato dalle banche centrali, lo
moltiplicano nel seguente modo: esse mettono a riserva questi titoli
presso la banca centrale, oppure prendono a prestito da essa i
depositi che essa crea a costo zero, per poi depositarli presso di
essa, sempre a riserva. Partendo da questa riserva, e applicando il
moltiplicatore bancario, che normalmente è di dieci, esse erogano
credito per un importo complessivo pari a dieci volte le riserve.
Ossia, se hanno a riserva 10, possono erogare credito per 100,
percependo interesse su 100, mentre pagano interessi solo su 10.
Inoltre, i loro interessi attivi sono molto superiori a quelli
passivi. Se pagano l’1% di interessi passivi alla banca centrale per
le riserve, e si fanno pagare mediamente l’8% dai loro clienti, allora
guadagnano, di interessi, (8 x 10 ) – 1 = 79. In realtà, però, la
percentuale di riserva non è un limite alla creazione di liquidità,
perché portano a riserva sia i depositi che ricevono, che i crediti
corrispondenti ai “prestiti” che erogano (cioè, se ti prestano 10 si
registrano a credito 10 di capitale più gli interessi a scadere).

Il limite alla creazione di liquidità mediante la concessione di
crediti è posto dalla capacità del sistema di richiedere e sostenere
il credito, oppure da accordi di cartello tra le banche (Basilea I,
II, III). Oggi la massa monetaria complessiva (M3) è costituita per il
92% da liquidità creata dalle banche di credito. E qui va fatto il
secondo rilievo: le banche di credito, nel modo suddetto, creano a
costo zero o minimo enormi quantità di liquidità – ossia incrementano
i loro patrimoni. Su questi incrementi anch’esse, come la banca
centrale, non pagano tasse, perché anch’esse, come la banca centrale,
compensano contabilmente quegli incrementi patrimoniali facendo
figurare pari uscite di capitale dal loro patrimonio, che però non
avvengono, appunto perché la banca di credito non presta il denaro
della raccolta, ma crea liquidità nello stesso atto di erogare il
credito. Anche questa è elusione o evasione, e siccome molte banche
centrali, come quella italiana, sono di proprietà di banchieri
privati, che godono di questo doppio privilegio (aumentare la propria
ricchezza a costo zero e senza pagare le tasse su tale aumento), i
governatori di quelle banche centrali non sono legittimati a parlare
di evasione.

Andiamo avanti. Il sistema bancario nel suo complesso realizza grandi
profitti siccome crea a costo zero denaro con cui compera i titoli del
debito pubblico emessi dallo Stato e gravati da interesse. Il sistema
bancario, come abbiamo detto, usa i titoli di Stato come copertura e
riserva frazionaria per emettere la cartamoneta, il denaro legale
(8%), e il denaro creditizio (98%). I contribuenti devono pagare le
tasse allo stato affinché lo Stato possa pagare gli interessi al
sistema bancario. Ma, se lo Stato è in grado di emettere titoli a
copertura e riserva del denaro legale e del denaro creditizio, allora
è in grado di emettere in proprio anche il denaro legale e il denaro
creditizio, anziché prenderlo in prestito pagando interessi e finendo
per accumulare un debito pubblico enorme, che non riesce a ripagare, e
che può mantenere solo imponendo tasse crescenti per pagare gli
interessi passivi.

In effetti, lo Stato italiano emetteva in proprio il biglietto da 500
Lire, ed emette tuttora in proprio le monetine metalliche. Altri Stati
hanno emesso o emettono denaro senza prenderlo a prestito dalle
banche. Alcuni sostengono che la politica sia demagogica e
inaffidabile, e che quindi sia preferibile lasciare ai banchieri
privati il potere e il monopolio di creare il denaro, di regolarne la
quantità in circolazione e il tasso di interesse. Ma di fatto i
banchieri usano questo potere nel loro interesse e per aumentare i
propri profitti a spese della società e dei produttori di ricchezza (i
banchieri non producono né beni né servizi; quindi la crescita dei
loro patrimoni avviene a spese dei patrimoni e dei redditi degli
altri, che li producono).

E con questo possiamo formulare il terzo rilievo: Draghi e i suoi
colleghi non sono legittimati a parlare di evasione, perché buona
parte delle tasse che lo Stato raccoglie vanno a pagare interessi sul
debito pubblico in favore del sistema bancario. Debito pubblico e
interessi passivi che esistono e crescono solo perché lo stato, senza
alcuna ragione, ha donato al sistema bancario il potere sovrano e
politico di creare dal nulla denaro, di regolarne la quantità
disponibile all’economia, di fissarne il tasso di interesse, di
incassare in proprio gli interessi.

Adesso vediamo il quarto punto. Il sistema bancario crea denaro usato
dalla società – supponiamo 100 – interamente mediante operazioni di
credito: crea il denaro legale scambiandolo contro titoli del debito
pubblico (cioè facendo credito allo Stato); e crea il denaro
creditizio erogando credito ai clienti che lo richiedono a prestito. A
ciascuna unità monetaria creata corrisponde un’unità di debito
capitale. Quindi, se il denaro complessivamente creato è 100, il
debito capitale è pure 100. E, siccome il debito è gravato di
interesse passivo, dopo un anno avremo che il denaro esistente è
sempre 100, ma il debito è cresciuto a 110 (posto 10% il tasso finale
di interesse).

A questo punto si avvia un meccanismo la cui azione è, inizialmente,
leggera, poco avvertibile, quindi esso viene accettato. Ma dopo 5
anni, avremo che il denaro esistente è 100 e il debito è 200. Oppure,
se la società paga annualmente l’interesse, dopo 5 anni il denaro
disponibile per l’economia è 50, e il debito è 100; quindi l’economia
va in deflazione per effetto del calo di liquidità. In realtà, prima
che ciò avvenga, la società, per poter servire il debito, ossia pagare
gli interessi, prende a prestito ulteriore denaro, sui cui pagherà
interessi in aggiunta a quelli che già paga. E così più e più volte.
In tal modo però non risolverà il problema, ma soltanto lo differirà
fino al punto in cui il reddito non sarà più sufficiente a pagare gli
interessi e il patrimonio non sarà più sufficiente per ottenere nuovi
prestiti. Una crescente quota dei redditi dovrà essere spesa per
pagare gli interessi dei debiti pubblici e privati, e tasse destinate
al servizio del debito pubblico.

Il margine di profitto delle aziende si contrarrà sino ad azzerarsi,
come sta già avvenendo in molti settori produttivi. Lo Stato, in
particolare, per tirare avanti, cioè per pagare i crescenti interessi
sul debito pubblico, dovrà continuamente aumentare la tassazione,
tagliare i servizi e gli stipendi, vendere i propri beni. I banchieri,
in tal modo, attraverso l’opera del governo, rastrellano
tendenzialmente tutto il reddito, tutto il prodotto del lavoro e degli
investimenti del corpo sociale.

Questo è il meccanismo del denaro-debito messo su e gestito dalla
comunità bancaria mondiale, di cui fanno eminentemente parte le banche
centrali. Ed è questa la quarta ragione per la quale Draghi non ha
diritto di parlare di evasione fiscale.

Creando denaro-debito gravato di interessi, cioè creando più debito
che liquidità, la comunità bancaria costringe la gente e le imprese,
per sopravvivere, alla rincorsa disperata del profitto, alla lotta di
tutti contro tutti, perché ciascuno, essendo il denaro disponibile
meno di quello dovuto, per pagare gli interessi passivi che gli
competono (sia come interessi diretti, sia come tasse), deve togliere
denaro a qualcun altro ad ogni costo. Questo è il fattore che
costringe gli uomini alla rincorsa del profitto per il profitto, alla
sopraffazione, allo sfruttamento radicale. Che li disumanizza. Ma è
anche il fattore che costringe ad evadere per sopravvivere, per
conservare un reddito, per limitare i costi e non chiudere,
licenziare, fallire. Si può dire, quindi, che molti evadono le imposte
e i contributi sociali per poter pagare gli interessi alle banche. Per
poter pagare gli stipendi ai lavoratori, sia pure in nero.

Per poter pagare le materie prime. Per poter contenere i costi di
produzione così da non finire fuori mercato e dover chiudere. Quindi
questa evasione potrebbe esser considerata una legittima difesa per
l’evasore, e un bene per la società, perchè la protegge contro una
spoliazione mortale e le consente di sopravvivere. Ma, alla luce di
quanto detto sul sistema monetario, va riconosciuta una realtà più
profonda: l’evasione, il denaro evaso, è, in larga parte, denaro che
non c’è, che il corpo sociale non ha, e che quindi non potrebbe dare
allo Stato nemmeno volendo, nemmeno se volesse togliersi il sangue pur
di fare il proprio “dovere”. Non potrebbe, proprio a causa del sistema
monetario congegnato e diretto dalla comunità bancaria, del debito
perpetuamente crescente che esso genera in automatico, aumentando
inarrestabilmente il debito e gli interessi passivi rispetto alla
liquidità, e portando altrettanto inesorabilmente alla recessione, ai
fallimenti, ai licenziamenti, al commissariamento di interi paesi, a
sacrifici tanto duri quanto non dovuti.

Se tutto questo non è “macelleria sociale”, e della più lucida e
spietata, allora Draghi aveva il diritto di parlare come ha parlato e
sottoscrivo pienamente ciò che ha detto.

Marco Della Luna



Marcantonio Lunardi

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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e
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limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati
di un sol passo.
(da Considerazioni filosofiche sul fantasma divino, il mondo reale e
l'uomo)