[NuovoLab] ora in silenzio e 30 giugno

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Rete contro g8
per la globalizzazione dei diritti
I pacifisti e le pacifiste dell'ora in silenzio per la pace
parteciperanno  alle iniziative in memoria del 30 giugno. Per domani
danno appuntamento alle 17 ai giardini di Brignole per partecipare al
corteo.
 Dalle 18 alle 19  occuperanno come al solito i gradini del palazzo
ducale per la 422° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito

Pacifisti
e pacifiste in piazza contro il fascismo di ieri e di oggi

Come pacifisti e
pacifiste dell’
Ora in Silenzio per la Pace partecipiamo alle iniziative che ricordano
il 30
giugno 1960.


Perché rifiutiamo la cultura guerrafondaia
del
fascismo: come recita la Costituzione italiana nata dalla
Resistenza, “….l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione
delle
controversie internazionali…“. Ricordiamo 
che  governi di centro destra e
di centro sinistra  hanno coinvolto in
modo diretto  l’Italia in quattro guerre
negli ultimi  venti anni .
Oggi l’Italia è
coinvolta in modo
diretto nella guerra in Afghanistan, una voragine che ingoia vite e
risorse: è
un atto gravissimo, vietato dalla Costituzione, inutile a risolvere il
problema
del terrorismo ed inumano per i lutti e le rovine che provoca.

Perché rifiutiamo la cultura classista del
fascismo:
rivendichiamo uguali diritti ed opportunità per tutti e tutte.
Rivendichiamo la
dignità del lavoro ed i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici,
soprattutto
quando sono oggetto di ricatto come nel caso di Pomigliano D’Arco; non
dimentichiamo che la Repubblica italiana dovrebbe essere fondata sul
lavoro, e
che sul lavoro precario, sottopagato ed alienante non si fonda proprio
nulla,
tanto  meno la democrazia.
Siamo convinti/e che
non può
dirsi democratica una nazione in cui più del 45% delle risorse del
Paese è
nelle mani di meno del 10& della popolazione (dati ISTAT).
Siamo convinti/e che
i lavoratori
e  le lavoratrici abbiano diritto di
decidere che cosa e come produrre; e che a chi lavora in fabbriche
d’armi e di
morte debba essere data un’alternativa produttiva.
Non crediamo  a chi dice che produrre armi è pur sempre un
lavoro: anche ospedali,  scuole,
salvaguardia dell’ambiente  ed
assistenza offrono lavoro.


Perché rifiutiamo la cultura razzista del
fascismo:
a ottant’anni dalle leggi razziali assistiamo all’introduzione del
reato di
clandestinità, alla costruzione dei CIE, galere per persone che hanno
la
“colpa” di cercare da noi una vita migliore di quella che viene loro
offerta
nei paesi di origine, ai “respingimenti” dei clandestini verso la
tortura, la
galera o la morte.

Perché rifiutiamo la cultura maschilista del
fascismo: convinte e convinti dei valori che ci ha trasmesso
il
movimento delle donne, dei diritti di ciascun essere umano, vediamo nel
sessismo  e nel patriarcato la negazione
dell’umanità e della civiltà.


Perché rifiutiamo qualunque censura
e
controllo sul sapere e sull’informazione: e vediamo pericolose analogie
tra la
volontà del governo Berlusconi di mettere il bavaglio all’informazione
ed il
controllo e la censura preventiva del regime fascista sui giornali di
allora.


E a chi pensa che l’ideologia pacifista
escluda  la lotta ricordiamo che 
la violenza è lo strumento principale di oppressione
del potere, che per questo è sempre pronto ad un confronto militare. Ad
esso
invece vogliamo opporre la forza rivoluzionaria della coscienza,
l'unica contro
la quale nessun potere ha mai avuto una forza reale