UN ANNO E 4 MESI AL CAPO DEI SERVIZI. FIDUCIA DAL GOVERNO, IMBARAZZO DEL PD
G8,DeGennarocondannato
Ribaltata aGenova la sentenzadiprimogrado: «Istigòamentire»
GENOVA. Un anno e quattro mesi allex capo della polizia, e oggi
coordinatore di tutti gli 007 italiani, Gianni De Gennaro.
È la clamorosa sentenza dappello, che ha completamente ribaltato quella di
primo grado, con cui si è concluso il processo per istigazione alla falsa
testimonianza al G8. De Gennaro, secondo i giudici, insieme allex capo
della Digos Spartaco Mortola (condannato a sua volta) avrebbe convinto lex
questore di Genova Francesco Colucci a cambiare la propria versione per
depistare le indagini sullirruzione della polizia alla scuola Diaz.
Immediate le reazioni dei ministri Maroni e Alfano: «Stima per De Gennaro,
aspettiamo la Cassazione». Imbarazzo nel Pd: molti esponenti di primo piano
sono sempre stati vicini a De Gennaro.
IRRUZIONE ALLA DIAZ, RIBALTATO IN APPELLO IL VERDETTO PER LEX CAPO DELLA
POLIZIA ProcessoG8edepistaggi
condannato De Gennaro
Il ministro Maroni: «Totale fiducia».Pena inflitta anche aMortola
GRAZIANOCETARAeMATTEOINDICE
GENOVA.GianniDeGennaro, quasi
fiutasse laria come ogni buon investigatore dovrebbe fare, lascia il
tribunale
senza attendere la sentenza, quando la camera di consiglio della Corte di
appello è appena cominciata.
In un senso o nellaltro non era consigliabile restare. E lui non ha mai
cercato i riflettori inquesti anni, sia quando proiettavano luci destinate
alla celebrazionedunsuccesso, sia quando erano orientati a raccontare
una sconfitta.DeGennaro forse era già in volo per Roma, ieri alle 14,
mentre il giudice Maria Rosaria DAngeloriscrivevalultimocapitolo
della storia della polizia, legata in modoindissolubileai fattidelG8che
si tenne a Genova nel 2001.
In primo grado lexcapo, ora al vertice dei servizi segreti, fu assolto
dallaccusa
di aver ispirato la falsa testimonianza dellex questore genovese
Francesco Colucci al processo per la sanguinaria irruzione alla scuola
Diaz, quartier generaledeino global.
E con lui il dirigente della Digos Spartaco Mortola.
Ieri DeGennaro e Mortola sono stati condannati, rispettivamente
a un anno e 4 mesi il primo e a 14mesi il secondo.
Fu quindi De Gennaro, che oggi incassa la «totale stima e fiducia» del
ministro dellInterno Roberto Maroni e del Guardasigilli Angelino Alfano
(«È innocente fino alla Cassazione ») a suggerire al questore Colucci
come comportarsi alle udienze nelle quali doveva testimoniare. Fu
lui a dettare, a ispirargli il voltafaccia che fruttò proprio a Colucci un
avvisodigaranzia.Larichiesta del «capo» era di rimodellare
la sua ricostruzione tagliando fuori, in sostanza, De Gennaro dalla gestione
del raid. È il tassello che mancava, forse ilprincipale.
Ora lintera vicenda, che i giudici in primo grado avevano descritto
assolvendo i
massimi dirigenti delle forze dellordine coinvolti negli abusi nella
caserma di
Bolzaneto o nellirruzione alla Diaz, nella fabbricazione
delle false prove e nellideazione dei depistaggi a processi in corso può
essere raccontata in modo diametralmente
opposto.Esolo lattesa, necessaria, per le motivazioni prima e per la
decisione della Cassazione poi, impedisce di usare fin
doraparoledefinitive.Sulla ricostruzione dei fatti gli appelli hanno
completato il
quadro, trasformando quasi tutte le assoluzioni in altrettante e durissime
condanne.
Bolzanetofuteatrodi torture e violazioni dei diritti
umani, senza precedenti nella storia italiana.
La Diaz fu la scena dun massacro che i vertici della polizia, tutti
presenti allazione, legittimarono e coprirono costruendo accuse e prove
fasulle.
Nonsolo. Inaula,per salvare la faccia del numero uno Gianni De Gennaro, un
questore fu invitato a smentirsi e amentire. Se lo fece davvero lo dirà un
altro processo,
poiché
FrancescoColuccichehasceltolavia
ordinariaedèinattesadigiudizio.Di
certoallesuespalle,secondoigiudici
di Appello, si organizzò una sorta di
complotto. Lobiettivo era far sì che
le responsabilità per la sciagurata
notte della Diaz ricadessero sempre
esolosuduepersonaggi,chedalleindagini
erano già usciti e non si potevanopiùincolpare.
IlprefettoArnaldo
La Barbera, ucciso da un tumore
prima che le udienze entrassero nel
vivo; lex vicario della questura bolognese
Lorenzo Murgolo, prosciolto
durante listruttoria e spesso definito
(non si capisce a che titolo) quale
«vero responsabile sul campo» dellirruzionenellascuola.
Cèunalinea
comune, ai ribaltamenti in appello?
Impossibiledire cosa sia avvenuto
in camera di consiglio,
anche perché nessuna
corte ha già pubblicato le motivazioni della sua sentenza.
Di certo in tutti i processi di secondo grado laccusa si è presentata più
forte e compatta che nel primo.
Legittimata dalla presenza attiva del procuratore generale Luciano Di Noto,
considerato il vero artefice, insieme ai pm Enrico Zucca (ora diventato
sostituto procuratore generale) e Francesco Albini Cardona, delle varie
condanne. Lo stesso sostegno non arrivò dai vertici della Procura ordinaria.
«Se sono state ribaltate le sentenze di primo grado è lecito pensare che
non fossero giuste», è stato il primo commentodiZucca.
I giudici, sia per De Gennaro che per i capi della polizia sullaffare
Diaz, nelle motivazioni delle sentenze di primo grado avevano sostanzialmente
avallato le ricostruzioni dellaccusa; ma non le avevano portate alle
estreme conseguenze, assolvendo così «i generali»,
De Gennaro compreso.
Il problema insistevano i pubblici ministeri nel presentare ricorso è
stabilire se una personalità come quella dellex capo della polizia debba
essere considerataaldi sopradiogni sospetto oppure no. E se la sua assoluzione
debba arrivare solo in virtù dell«integrità derivante dal ruolo
istituzionale».
Per la corte di appello di Genova, evidentemente, no.
cetara@???
indice@???
«TIFO DA STADIO DOPO LE BUGIE»
In una raccoltadi 152 file audio la prova del disegno per dribblareogni
accusa
GENOVA. Questa è una storia di telefonate, che intrecciano forse il
peggio della storia recente della polizia italiana.
E con ogni probabilità hanno convinto i giudici a escludere la «buona fede»
di De Gennaro e Mortola.
Solo riannodando i fili di 150 file audio,infatti, si può capire su cosa
davvero si sono pronunciati ieri imagistrati genovesi.
Ovviamente cè la madre di tutte le intercettazioni, in cui Colucci si
tradisce (28aprile2007):«Hoparlato con il capo (De Gennaro), devo
rivedereunpo ...e faremarcia indietro ».
Colucci si apprestava a testimoniare sul processo Diaz.
E spiegava allamico ed ex comandante Digos a Genova Spartaco Mortola,quel
che avrebbe dovuto dire a distanza di pochi giorni inaula per tenereDeGennaro
fuori dai guai. «Il capo mi ha detto»: qui sta linduzione alla falsa
testimonianza.
Ma ci sono centinaia di conversazioni registrate dopo,che non chiamano in
causa direttamente lattuale numero uno dei servizi segreti e però devono
aver fatto parecchia presa sullaCorte.
Perché dimostrano come la (falsa) testimonianza di Colucci fosse considerata
da superfunzionari sparsi ovunque un punto donore, nella battaglia
contro la Procura che serapermessa di accusare la polizia.
E sebbene Colucci fosse stato a un certo punto pure indagato, doveva andare
avanti nellinteresse del Corpo (o più probabilmente per un interesse
corporativo).
Il 7maggio del 2007, per dire, Ciccio come lo chiamano gli amici, incassa
la solidarietà dun pezzo (molto) grosso. Gli telefona Francesco Gratteri,
oggi guida del Dipartimento anticrimine, in pratica il numero tre della
pubblica sicurezza nel nostro Paese. «Quando si dicono le cose giustamente
e correttamente, come le hai dette tu, è doveroso rendere omaggio».
Gratteri con laffaire De Gennaro non centra,ma è stato condannato in
Appello per aver firmato i verbali farlocchi delirruzione alla Diaz.
Il telefono di Colucci, dopo cheha ritrattato su input di DeGennaro,diventa
una specie di centralino delle congratulazioni.
Lui se ne compiace, ma osservate una dietro laltra quelle pacche sulle
spalle fanno (parecchio) pensare.
«Mi hanno detto hai fatto una cosa grandiosa.
Mha chiamato pure Luperi (altrosuperpoliziotto), per congratularsi.
Ecco, la cosa che più mi dà soddisfazione è che ho dato una grossa mano ai
colleghi, perché gli avvocati possono invalidare tutto».
Nuovo riferimento a De Gennaro, e siamo sempre a maggio2007: «Mha
ringraziato,hovanificatoilprocesso Diaz che sta facendoda sei anniZucca
(il pubblico ministero) sulle sue ipotesi del cazzo». La voce del «capo
» non compare mai. Ma tutti i complimenti che Colucci dice di
aver ricevuto direttamente da lui, per laCorte sono stati alla fine
sufficienti.
Senza dimenticare unaltra, incredibile, intercettazione della quale sè
sempre parlato pochino.
Nella sequenza di tributi a Colucci chesèimmolato«per il capo»,spunta
a un certo punto Achille Serra, ex prefetto di Roma e oggi senatore del
Pd. Habitué del Viminale, chiama Ciccio e commenta la sua acrobatica
testimonianza. «Mi fai schifo dice Serra a Colucci, che vorrebbe vantarsi
non toccare questo tasto, mi fai incazzare». Perché Serra lo dice?
Perché di De Gennaro pensa che è «uno schifoso» ed evidentemente
non voleva fosse salvato. Ancora.
Ci si è mai chiesti perché il telefono del dirigente Digos di Genova
era sotto controllo, quando Colucci lo chiamò pronunciando le frasi
che hanno inguaiato DeGennaro?
Mortola era nel mirino per la sparizione delle molotov dalle casseforti
della questura, dove dovevano essere conservate per tutta la durata delle
udienze Diaz (sono le prove principali delle bugie raccontate dalle
forze dellordine sul raid). E come erano arrivati a sospettare della
Digos? Intercettando un artificiere coinvolto in unaltra indagine, che
rivelò di aver avuto in consegna le bottiglie incendiarie e di aver mentito
sulla loro sparizione previa indicazione della squadra politica.
Insomma. Non cera solo una confidenza de relato(«il capo mhadetto
di faremarcia indietro») nellemani dei giudici.
Ma unintera, e lunghissima, catena di depistaggi con annesso tifo da
stadioper chi riusciva a farlimeglio. Difficile,molto difficile non ne
abbiano tenuto conto.
G.CET. M.
antonio bruno FORUM VERSO LA SINISTRA EUROPEA 339 3442011 366 6756779
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"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)
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Comitato Verità e Giustizia per Genova
www.veritagiustizia.it, con
aggiornata rassegna stampa.
per aiutare le vittime della violenza delle forze dell'ordine a Genova
(luglio 2001).
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Genova
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