[Forumlucca] Le bacchettate al governo del Venerabile

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Szerző: blanca
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Questa cosa avrebbe del ridicolo se non fosse drammatica.

Licio Gelli: “Il Governo si ispira al mio piano di Rinascita”
In un’intervista all’Espresso, l’ex capo della P2 parla anche di
Berlusconi: “troppo goliardico”. E “la democrazia è una brutta cosa

Licio Gelli boccia il governo: si è ispirato al suo piano di
Rinascita, ma ne ha fatto solo una brutta copia. «La democrazia è una
brutta malattia, una ruggine che corrode. Guardi quello che accade in
Grecia, in Spagna, in Portogallo: anarchia completa», ha sottolineato
l’ex capo della P2 in un’intervista all’Espresso. “È vero”, ha
assicurato, quel che dice Antonio Di Pietro vale a dire che “gli
uomini al governo si sono abbeverati al mio Piano di Rinascita, ma
l’hanno preso a pezzetti. Io l’ho concepito perché ci fosse un solo
responsabile, dalle forze armate fino a quell’inutile Csm. Invece oggi
vedo un’applicazione deformata”.

Dunque, sull’esecutivo “ho grandi riserve. Ci sono gli stessi uomini
di vent’anni fa e non valgono nulla. Sanno solo insultarsi e non
capiscono di economia. Tremonti è un tramonto. Il Parlamento è pieno
di massaggiatrici, di attacchini di manifesti e di indagati. Chi è
sotto inchiesta deve essere cacciato all’istante, al minimo sospetto”.
Gelli ha bacchettato anche Silvio Berlusconi: “Certamente non
condivido ciò che accade per sua volontà. Anche certe questioni
private si risolvono in famiglia. Deve essere meno goliardico”.

E non considera il premier il realizzatore del Piano Rinascita. “Non è
adatto. Inoltre, non ha molti collaboratori di valore”, ha assicurato.
Pensa che sia vittima della pressione leghista?, gli è stato chiesto.
“La Lega per me è un pericolo. Sta espropriando la sostanza economica
dell’Italia. Le bizzarrie di Umberto Bossi hanno già diviso il Paese.
Bisogna dire basta”, ha spiegato. Più in generale sulla situazione
italiana, “i partiti non esistono più e i leader attuali passano il
Rubicone con tre tessere in tasca. Non bisogna riformare solo la
giustizia, ma prima di tutto l’economia e la sanità”. Questo non
significa che Gelli sia diventato di sinistra. «Io sono per il buon
senso», ha detto, “sono per il benessere al popolo che oggi patisce,
non arriva al 20 del mese. Qui siamo oltre i margini della rivolta.
Siamo alla Bastiglia”.