Raffaele Donini e la laicità
innominata<
http://www.puta.it/blog/2010/06/17/polis/raffaele-donini-e-la-laicita-innominata/#utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=raffaele-donini-e-la-laicita-innominata>
Da pochi giorni s’è concluso il congresso provinciale del Partito
Democratico di Bologna, che ha eletto quale suo nuovo segretario *Raffaele
Donini*. Elezioni che hanno registrato la partecipazione di pochi iscritti,
il 20%, e come risultato una percentuale “bulgara” per l’ex sindaco di
Monteveglio.
Grazie a Radio Radicale <
http://www.radioradicale.it/scheda/305654>, ho
potuto ascoltare la registrazione audio del congresso e la prima importante
relazione del neo segretario, da leggere e interpretare come il panorama
politico/ideale entro cui si muoverà la nuova dirigenza.
Dopo una parte dedicata alla crisi economica e alle strategie del PD per
riconquistare la fiducia dei cittadini dopo il capitombolo immorale di
Delbono, *Donini affronta il tema dei drammatici tagli alla scuola, che non
definisce mai “pubblica”, bensì parte di “un sistema complessivo”*.
La traduzione è: *per noi democratici la scuola è sia quella pubblica e
quella privata e difendiamo entrambe*. Peccato che nessun potere forte
(Governo, Vaticano) attacchi la seconda, che continua a godere indisturbata
dei suoi privilegi e finanziamenti – questi sì cospicui e “pubblici” -,
erogati dalle istituzioni di ogni ordine e grado: Ministero, Regione,
Provincia, Comune. Il primo è vittima della direzione mercantile-clericale
della Gelmini e delle destre berlusconiane; in Emilia, il secondo e il terzo
sono governati dal centrosinistra, di cui il Partito Democratico è
l’indiscussa forza di riferimento; il quarto, il Comune, stanno ragionando
appunto su come riconquistarlo. *La questione*, dunque, *è di massima
attualità*, perché permette di verificare dal vivo se esiste una differenza
tra destra e sinistra sui temi della difesa della scuola pubblica e della
laicità. *Attualmente, tutte e quattro le Istituzioni finanziano le scuole
private, in barba alla Costituzione.*
“Ahi! Ahi! Ahi! Che brutta parola, che dolore mi causi nel pronunciarla!”,
avrebbe potuto esclamare un delegato al congresso provinciale del PD; per
non causare malori in sala, *Donini non l’ha mai nominata* questa “benedetta
e maledetta” *laicità*. Come se non fosse uno dei principi cardine dello
stato repubblicano e della nostra Costituzione, tanto brandita a parole
quanto disattesa nella sostanza (spesso dalle stesse persone che se ne fanno
smemorati alfieri).
E allora ricordiamolo cosa dice la nostra Carta. All’articolo 33 così
troviamo scritto:
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole
> statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di
> educazione, senza oneri per lo Stato.
Credo si possa affermare che le madri e i padri costituenti siano stati
sufficientemente chiari: *chi vuole fondare una scuola privata*, di
qualunque orientamento ideologico e confessionale, *è libero di farlo*. *Lo
Stato non può impedirlo né sovvenzionarla.* (Inciso. Da questo stesso
articolo, discende l’ovvia considerazione che la circolare del direttore
dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Bologna, Limina, che s’è espresso
contro le critiche del corpo insegnante alle politiche governative, è
incostituzionale, quindi inapplicabile: “L’arte e la scienza sono libere e
libero ne è l’insegnamento”.)
In conclusione, due considerazioni.
La prima: *se il segretario del Partito Democratico di Bologna non nomina la
laicità, la laicità soffre e boccheggia*, perché è qui, tra le fila
dell’ultimo partito di massa dell’ex sinistra italiana che dovrebbe avere i
suoi maggiori, naturali e coerenti sostenitori. *Il sintomo della rimozione
non lascia sperare in possibili evoluzioni positive nel breve e medio
periodo.* I laici sono avvertiti: o si attardano in un lungo e faticoso
lavoro interno al partito – che durerà decine d’anni e che non ha garanzie
di successo – o si danno da fare da un’altra parte.
La seconda: se non la vuole/può nominare come punto di riferimento
politico/ideale perché dispiacerebbe una fetta consistente dei dirigenti del
partito (specie quelli cattolici), *Donini qualche segno opposto l’ha però
lanciato*. Ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, di sostenere
l’estensione del welfare alle coppie di fatto (i maldefiniti “DiCo
all’emiliana”) e al testamento biologico. Piccoli segnali, provvedimenti
concreti (e auspicabili) e che sicuramente rientrano tra le *battaglie per
uno Stato più libero e solidale*. Manca il coraggio intellettuale di
rivendicarli non come azioni isolate, ma come *parte di un orizzonte
politico: la laicità* appunto. Una posizione debole e poco lucida, non
all’altezza della guerra che il Vaticano ha dichiarato alla laica e libera
Repubblica Italiana nata dalla Resistenza. Rifiutarsi di raccogliere questa
sfida e di usare concetti, categorie e strumenti all’altezza delle avversità
che il momento storico ci impone di vivere, equivale a condannare il nostro
paese, per gli anni presenti e a venire, a un *furioso clericalismo, alla
restrizione delle libertà individuali e alla sparizione dei diritti civili*.
*
*
*Maurizio Cecconi*
*
*