[NuovoLab] 420° ora in silenzio per la pace

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Author: norma
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To: forumgenova@inventati.org, Fori sociali
Subject: [NuovoLab] 420° ora in silenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Mercoledì 16 giugno dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 420° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito


26 E 27 GIUGNO: LO SBARCO DELLA NAVE DEI DIRITTI

Arriveranno in nave da Barcellona; arriveranno in mille.

Sbarcheranno a Genova il 26 giugno 2010

Sono cittadine e cittadini italiani che vivono all’estero e che
intendono testimoniare la loro preoccupazione e il loro allarme per la
deriva sociale e culturale che opprime il nostro Paese.

La sera del 26 Giungo una festa in Piazza Matteotti accoglierà la nave e
i suoi "sbarcanti" con musica e parole.

Domenica 27 giugno 5 piazze del centro storico si animeranno

parlando di:

diritto alla cura dell'ambiente e al futuro (Parco dell’Acquasola)

diritto al sapere e alla bellezza (Piazza Sarzano)

diritto alla differenza (Piazza della Commenda)

diritto alla pace (Piazza Matteotti e Palazzo Ducale)

diritto alla dignità del lavoro (Palazzo Rosso)

Sostieni l’organizzazione attraverso il conto attivato presso la filiale
genovese di

Banca Popolare Etica.

Invia il tuo contributo a:

Beneficiario: */Lo Sbarco Genova/*

Codice IBAN *IT68 I 05018 01400 000 000 132 527*

Codice BIC CCR TIT 2T8 4A (per transazioni da conti esteri)

Causale: */sostegno allo sbarco/*

/anche 3 euro possono fare la differenza!/

Visita *www.losbarco.org *per informazioni: *genova@???*


    E la nave va: il manifesto


Siamo un gruppo di italiani/e che vivono a Barcellona.

Insieme ad amici (non solo italiani) assistiamo seriamente preoccupati a
ciò che avviene in Italia. Certo la crisi c’è anche qua, ma la
sensazione è che la situazione nel nostro Paese sia particolare,
soprattutto sul lato culturale, umano, relazionale.

Il razzismo cresce, così come l’arroganza, la prepotenza, la
repressione, il malaffare, il maschilismo, la diffusa cultura mafiosa,
la mancanza di risposte per il mondo del lavoro, sempre più subalterno e
sempre più precario. I meriti e i talenti delle persone, soprattutto dei
giovani, non sono valorizzati. Cresce la cultura del /favore/, del
disinteresse per il bene comune, della corsa al denaro, del /privato/ in
tutti i sensi.

In Spagna, negli ultimi mesi, sono usciti molti articoli raccontando
quello che avviene in Italia, a volte in toni scandalistici, più spesso
in toni perplessi, preoccupati, sconcertati. Si è parlato dei campi Rom
bruciati, dei provvedimenti di chiusura agli immigrati, delle
aggressioni, dell’aumento dei gruppi neofascisti, delle ronde,
dell’esercito nelle strade, della chiusura degli spazi di libertà e di
democrazia, delle leggi /ad personam/.

Dall’estero abbiamo il vantaggio di non essere quotidianamente
bombardati da un’informazione (??) volgare e martellante, da logiche di
comunicazione davvero malsane.

E allora: che fare? Prima di tutto capire meglio, confrontarci, quindi
provare a reagire. Siamo convinti che ci siano migliaia di esperienze di
resistenza, di salvaguardia del territorio, di difesa dei diritti, della
salute, di servizi pubblici di qualità. E che vadano sostenute.

Al termine di un percorso che abbiamo appena iniziato, vogliamo quindi
organizzare una nave che parta da Barcellona e arrivi a Genova.

Sarà *la nave dei diritti*, che ricorderà la nostra Costituzione e la
sua origine, laica e pluralista, la centralità della libertà e della
democrazia vera, partecipata, trasparente: dai luoghi di lavoro alle
scuole, ai quartieri, ai servizi, al territorio. Ricorderà che il
pianeta che abbiamo è uno, è questo, questo è il nostro mare, di tutti i
popoli. Che chiunque ha diritto di esistere, spostarsi, viaggiare,
migrare, come ha diritto che la sua terra non sia sfruttata, depredata.
Ricorderà che le menzogne immobilizzano, mentre la verità è rivoluzionaria.

Ricorderà che cultura e arte sono i punti più alti del genere umano,
sono fonte di gioia e piacere per chi li produce e per chi ne beneficia,
non sono fatte per il mercato.

Ricorderà che esistere può voler dire resistere, difendere la propria e
l’altrui dignità, conservare la lucidità, il senso critico e la capacità
di giudizio. Creiamo ponti, non muri.

È un grido di aiuto e solidarietà, che vogliamo unisca chi sta
assistendo da fuori a un imbarbarimento pericoloso a coloro che già
stanno resistendo e non devono essere lasciati/e soli/e.

Non siamo un partito, non siamo una fondazione, non sventoliamo
bandiere, tanto meno bianche. Siamo piuttosto un movimento di
cittadini/e che non gode di alcun finanziamento