[Forumlucca] SALVIAMO LE PICCOLE LIBRERIE : DIFFONDETE ! di …

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Autore: laura picchi
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To: info, marisa.pareto, marco marcucci, giulio sensi, roberto sensi, alessio ciacci, lucca, lucca, m.ciancarella, forumlucca, lista123lm, mrseye, giovanna duranti, monique toussaint, gicavalli
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Oggetto: [Forumlucca] SALVIAMO LE PICCOLE LIBRERIE : DIFFONDETE ! di aldo zanchetta

Accolgo l'invito di Aldo Zanchetta a diffondere. Laura Picchi

From: aldozan@???
To: forumlucca@???; forumvalleserchio@???; riflessionepolitica@???
Date: Sun, 13 Jun 2010 21:39:51 +0200
Subject: [Forumlucca] SALVIAMO LE PICCOLE LIBRERIE : DIFFONDETE !











LA
SETTIMANA DELLA BIODIVERSITA’
Due
settimane or sono è stata celebrata a livello mondiale la settimana in difesa
della biodiversità. Le conclusioni sono sconfortanti: nonostante i vari proclami
la biodiversità esce perdente.

Colgo
l’occasione per fare un appello per la difesa di una delle forme di biodiversità
meno considerate, la “biodiversità culturale”, alla cui difesa possiamo
contribuire nel nostro piccolo, ciascuno di noi, con una semplice scelta che
suggerirò dopo.

Qualcuno
su Forumlucca nei giorni scorsi ha provato a
suscitare un dibattito sulla cultura, dibattito che avrebbe meritato più
argomenti e più reazioni.

Da
libraio per hobby (o per speranze di contribuire modestamente alla biodiversità
“culturale”) ho potuto assistere nell’arco di 10 anni ad un declino del settore,
conseguenza di un declino degli interessi delle persone, originato da molte
ragioni: proliferare dei libri spazzatura, costo dei libri legato a politiche
incomprensibili, minori disponibilità finanziarie dei lettori (non sempre perché
minori a causa della crisi ma anche perchè orientate diversamente
etc).

Ragioni
non tutte negative, è vero: la crescita di internet come mezzo di informazione e
formazione alternativa, quando ben utilizzato, è positiva. Ma comunque declino
di uno degli strumenti fondamentali di una vera cultura, personalizzata,
approfondita, critica: il libro stampato, uno degli strumenti già principi della
formazione culturale.

Ma
ho osservato da vicino anche un altro fenomeno, di cui chi continua a comprare e
leggere libri non è sempre cosciente: la progressiva scomparsa delle piccole
librerie a vantaggio delle grandi catene. E’ nella logica globale, la stessa che
accompagna la perdità di biodiversità in natura.

L’Italia
è destinata a vedere presto la distribuzione libraria concentrata nelle mani di
2 o 3 imprese che da un lato vendono i libri e dall’altro scelgono quali
immettere sul mercato e quali no (vedi la fusione paradigmatica fra PDE, uno dei
due grossi distributori di libri alle librerie, e Feltrinelli, ovvero una catena
di librerie che acquista potere nel sistema di rifornimento alle altre
librerie). Le logiche seguite da queste grandi catene sono quelle dettate dal
mercato, per cui i piccoli o medi editori, che a fine anno hanno dato una cifra
non adeguata al fatturato, sono un fastidio e devono scomparire. Ma sono i
piccoli e medi editori che spesso sono quelli culturalmente più attrezzati, che
fanno vivere correnti di pensiero alternative, minoritarie ma necessarie. E con
loro gli editori locali, costretti ad acrobazie di vendita spesso per vie
informali.

Mi
è stata fornita in questi giorni una riprova. Un amico di Milano cui avevo
consigliato l’ultimo libro di Bruno Amoroso -professore emerito di economia
internazionale a Copenaghen, uno dei pochi economisti fuori dal coro e di
indiscusso prestigio- dal titolo Per il bene comune. Dallo stato del
benessere all’economia del benessere, pubblicato da un editore non grande
ma rispettabilissimo, Diabasis, mi ha scritto di non averlo trovato dopo aver
girato alcune grandi librerie.

Per
vedere quale è la logica che si sta imponendo anche nelle grandi catene librarie
basta vedere quali libri trovate nei supermercati, scontati del 15%, per mettere
in difficoltà le librerie anche su questo fronte. Niente Laterza, niente Bollati
e Boringhieri e così via. Ma
non è difficile immaginare che, quando lo scontro vedrà rimasti in lizza i “2
grandi”, Mondadori e Feltrinelli, alle ragioni strettamente economiche si
aggiungano anche motivazioni più generali di “potere” politico che poi è in
altre vesti la stessa cosa. Se in Italia non esiste una legge di protezione del
libro come esiste negli altri paesi europei, lo si deve da un lato a una classe
politica deculturata ma dall’altro allo strapotere della
Mondadori.

Lucca
sta vivendo questa crisi delle piccole librerie. E’ interesse dei lettori
lasciarle scomparire?

Ecco
il mio appello. Lettori: non disertate le piccole librerie. Piccoli librai:
insistete a fare della vostra “bottega” un luogo privilegiato della cultura! E’
necessaria una forma di alleanza per salvare la “biodiversità
culturale”

Aldo
Zanchetta

                      
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