Accolgo l'invito di Aldo Zanchetta a diffondere. Laura Picchi
From: aldozan@???
To: forumlucca@???; forumvalleserchio@???; riflessionepolitica@???
Date: Sun, 13 Jun 2010 21:39:51 +0200
Subject: [Forumlucca] SALVIAMO LE PICCOLE LIBRERIE : DIFFONDETE !
LA 
SETTIMANA DELLA BIODIVERSITA’
Due 
settimane or sono è stata celebrata a livello mondiale la settimana in difesa 
della biodiversità. Le conclusioni sono sconfortanti: nonostante i vari proclami 
la biodiversità esce perdente. 
 
Colgo 
l’occasione per fare un appello per la difesa di una delle forme di biodiversità 
meno considerate, la “biodiversità culturale”, alla cui difesa possiamo 
contribuire nel nostro piccolo, ciascuno di noi, con una semplice scelta che 
suggerirò dopo.
 
Qualcuno 
su Forumlucca nei giorni scorsi ha provato a 
suscitare un dibattito sulla cultura, dibattito che avrebbe meritato più 
argomenti e più reazioni.
 
Da 
libraio per hobby (o per speranze di contribuire modestamente alla biodiversità 
“culturale”) ho potuto assistere nell’arco di 10 anni ad un declino del settore, 
conseguenza di un declino degli interessi delle persone, originato da molte 
ragioni: proliferare dei libri spazzatura, costo dei libri legato a politiche 
incomprensibili, minori disponibilità finanziarie dei lettori (non sempre perché 
minori a causa della crisi ma anche perchè orientate diversamente 
etc).
 
Ragioni 
non tutte negative, è vero: la crescita di internet come mezzo di informazione e 
formazione alternativa, quando ben utilizzato, è positiva. Ma comunque declino 
di uno degli strumenti fondamentali di una vera cultura, personalizzata, 
approfondita, critica: il libro stampato, uno degli strumenti già principi della 
formazione culturale.
 
Ma 
ho osservato da vicino anche un altro fenomeno, di cui chi continua a comprare e 
leggere libri non è sempre cosciente: la progressiva scomparsa delle piccole 
librerie a vantaggio delle grandi catene. E’ nella logica globale, la stessa che 
accompagna la perdità di biodiversità in natura.
 
L’Italia 
è destinata a vedere presto la distribuzione libraria concentrata nelle mani di 
2 o 3 imprese che da un lato vendono i libri e dall’altro scelgono quali 
immettere sul mercato e quali no (vedi la fusione paradigmatica fra PDE, uno dei 
due grossi distributori di libri alle librerie, e Feltrinelli, ovvero una catena 
di librerie che acquista potere nel sistema di rifornimento alle altre 
librerie). Le logiche seguite da queste grandi catene sono quelle dettate dal 
mercato, per cui i piccoli o medi editori, che a fine anno hanno dato una cifra 
non adeguata al fatturato, sono un fastidio e devono scomparire. Ma sono i 
piccoli e medi editori che spesso sono quelli culturalmente più attrezzati, che 
fanno vivere correnti di pensiero alternative, minoritarie ma necessarie. E con 
loro gli editori locali, costretti ad acrobazie di vendita spesso per vie 
informali.
 
Mi 
è stata fornita in questi giorni una riprova. Un amico di Milano cui avevo 
consigliato l’ultimo libro di Bruno Amoroso -professore emerito di economia 
internazionale a Copenaghen, uno dei pochi economisti fuori dal coro e di 
indiscusso prestigio- dal titolo Per il bene comune. Dallo stato del 
benessere all’economia del benessere, pubblicato da un editore non grande 
ma rispettabilissimo, Diabasis, mi ha scritto di non averlo trovato dopo aver 
girato alcune grandi librerie.
 
Per 
vedere quale è la logica che si sta imponendo anche nelle grandi catene librarie 
basta vedere quali libri trovate nei supermercati, scontati del 15%, per mettere 
in difficoltà le librerie anche su questo fronte. Niente Laterza, niente Bollati 
e Boringhieri e così via. Ma 
non è difficile immaginare che, quando lo scontro vedrà rimasti in lizza i “2 
grandi”, Mondadori e Feltrinelli, alle ragioni strettamente economiche si 
aggiungano anche motivazioni più generali di “potere” politico che poi è in 
altre vesti la stessa cosa. Se in Italia non esiste una legge di protezione del 
libro come esiste negli altri paesi europei, lo si deve da un lato a una classe 
politica deculturata ma dall’altro allo strapotere della 
Mondadori.
 
Lucca 
sta vivendo questa crisi delle piccole librerie. E’ interesse dei lettori 
lasciarle scomparire?
 
Ecco 
il mio appello. Lettori: non disertate le piccole librerie. Piccoli librai: 
insistete a fare della vostra “bottega” un luogo privilegiato della cultura! E’ 
necessaria una forma di alleanza per salvare la “biodiversità 
culturale”
 
Aldo 
Zanchetta
 
                            
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