Re: [Forumlucca] Lettera aperta

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著者: Massimiliano Piagentini
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To: forumlucca
題目: Re: [Forumlucca] Lettera aperta
Ci vuole del coraggio per lamentarsi dell' "*Intolleranza nei confronti di
chi dissente con conseguente emarginazione politica"*,specie se chi si
lamenta nel 2007 era uno dei maggiori sostenitori dell'espulsione del
"dissidente" Franco Turigliatto dal Prc, perché "colpevole" di aver votato
contro il rifinanziamento delle missioni di guerra; così come, a livello
locale, era uno dei più attivi nello zittire e spingere fuori tutti i
"fuori linea".
Viene propio da dire: "da che pulpito!", leggendo anche le successive
lamentele, visto che quanto ad attivismo nel piazzare i propri "protetti" in
posti di comando e non, l'ex assessore davvero non è stato secondo a
nessuno.
Quanto alla partecipazione, quanti momenti "partecipati" di
verifica/valutazione del lavoro portato avanti sono stati organizzati negli
anni trascorsi in Regione? Quante volte le persone sono state coinvolte
nelle scelte?
Forse un bagno di umiltà e un po'di autocritica non guasterebbero. Ma per
fare l'uno e l'altra bisognerebbe non credersi infallibili.
Il giorno 11 giugno 2010 17.52, Eugenio Baronti <eugbaro@???> ha scritto:

> *Lettera aperta agli iscritti e ai simpatizzanti di rifondazione
> comunista della Toscana*
>
>
>
> Care compagne e cari compagni,
>
>
>
> non so quanti potranno leggere questa lettera, la scrivo nella speranza che
> possa raggiungere, magari con un passa parola, tutti/e voi. Credo sia
> giunto il momento di chiarire pubblicamente la mia posizione rispetto al
> PRC. Da quello che si dice in giro, ma anche da quello che si scrive sulla
> stampa locale, si evince che quasi tutti continuano a considerarmi ancora
> un dirigente di questo partito, cosa del tutto comprensibile in
> considerazione del fatto che per diciannove anni ne sono stato dirigente e
> figura pubblica riconosciuta, soprattutto nella provincia di Lucca. Ho
> sempre avuto importanti responsabilità politiche: membro del Comitato
> nazionale per diversi anni, del Comitato politico regionale, segretario di
> federazione, consigliere comunale e infine assessore comunale a Capannori e
> poi, per ultimo, Assessore regionale in Toscana. Non ho intenzione
> assolutamente di cancellare questa mia lunga storia di militanza politica
> che mi appartiene e rivendico con orgoglio, fino in fondo, perché questo
> partito rappresenta una bella parte di storia della mia vita.
>
>
>
> Pur tuttavia ho deciso che quest’anno non rinnoverò la tessera di
> iscrizione, è una decisione meditata, ponderata e irrevocabile, perché mi
> sento fuori da questa esperienza per diversi motivi: il primo è
> squisitamente politico, penso che questa esperienza sia andata esaurendosi;
> la scommessa politica della rifondazione di un nuovo pensiero e di una nuova
> cultura politica comunista, all’altezza delle sfide di questo nuovo
> millennio, è sostanzialmente fallita, non c’e l’abbiamo fatta, prova ne sia
> che, a 19 anni di distanza, siamo stati addirittura cancellati dalla
> rappresentanza istituzionale nelle aule parlamentari. Sopravviviamo in
> maniera del tutto marginale in qualche consiglio regionale di qualche
> regione, provincia e comune, *sopravviviamo appunto, che è cosa ben
> diversa da essere politicamente vivi e attivi*. Il secondo motivo è che
> personalmente ritengo la prospettiva della federazione della sinistra una
> proposta politica che viene fuori tempo massimo, se fosse stata avanzata
> prima dello sciagurato congresso del PRC, forse potevamo scrivere una pagina
> diversa della nostra storia, adesso, a mio modesto parere, rappresenta una
> non prospettiva, perché praticamente si rivolge e coinvolge fantasmi
> politici, gusci vuoti, il PdCI, che tra declino e scissioni praticamente si
> è liquefatto, Socialismo duemila che rappresenta, con tutto il dovuto
> rispetto per alcuni suoi personaggi, quattro amici intimi, e infine,
> rifondazione che rimane sicuramente la forza di gran lunga più
> significativa ma che nel giro di qualche anno ha perso per strada più di
> diecimila iscritti solo nella rossa toscana, dove ormai è ridotta ai minimi
> storici. Non credo possa avere un qualche speranza di successo una
> prospettiva politica che mette insieme, con grande difficoltà, tensioni e un
> intollerabile tasso di litigiosità, delle forze politiche alcune delle quali
> socialmente e politicamente inesistenti, quando il grosso del popolo della
> sinistra è fuori, da un’altra parte, nel disimpegno o nell’impegno dentro
> l’estesa e variegata rete dell’associazionismo democratico e di sinistra
> diffuso. Il terzo motivo è più personale ma anche questo di portata
> squisitamente politica. E’del tutto inevitabile che una forza in crisi
> registri un tasso di litigiosità più elevato e riesca a dare il peggio di
> se, ma anche al peggio io penso si debba porre un limite oltre al quale non
> è lecito andare e bisogna trovare il coraggio e la forza di dire basta e di
> fermarsi. Sarò sincero, mi da un grande fastidio sentire parlare di
> democrazia partecipata e di solidarietà in un partito dove non si riesce più
> a praticarla nemmeno nelle sue forme più minime. Nei tre anni che sono stato
> in Regione ho conosciuto un partito in cui mi sono sentito estraneo, l’ho
> vissuto da separato in casa. Intolleranza nei confronti di chi dissente con
> conseguente emarginazione politica; metodi inaccettabili di cooptazione
> dall’alto che ha imposto in segreteria uomini che rappresentano solo se
> stessi senza alcun radicamento sociale nel proprio territorio di
> provenienza; responsabilità politiche di settore distribuite per garantire
> una rappresentanza a tutti i piccoli gruppi di potere interni
> indipendentemente dalle capacità e competenze. Ho visto al lavoro un ceto
> politico puro che pensa ed agisce solo per autoconservare se stesso, che si
> riempie la bocca di belle parole e buone intenzione, praticando modi forme e
> pratiche distanti anni luce da quello che viene proclamato. Ho visto un
> partito che si è progressivamente svuotato di competenze, professionalità,
> saperi, esperienze, affetto da un male oscuro che ne debilita lentamente e
> inesorabilmente il suo fisico e lo impoverisce culturalmente e
> politicamente.
>
> Si è chiusa una esperienza regionale travagliata, che al suo inizio aveva
> anche procurato forti dissensi, senza nemmeno un minuto di discussione e
> di verifica politica collettiva. E’ stata giusta questa scelta? Ne è valsa
> la pena, quali risultati abbiamo ottenuto ? Cosa facciamo per il futuro,
> confermiamo questa strategia, rilanciamo questa alleanza di governo?
> Niente di niente. Nel dicembre 2009 inviai una lettera al partito con un
> bilancio dell’ assessorato che mi era stato affidato, con gli obiettivi
> raggiunti e quelli mancati. Ne è seguito un silenzio assordante, non si
> doveva parlare di questa esperienza e di fatto nemmeno su questa è stata
> fatta una verifica del lavoro svolto e sui risultati raggiunti. Non
> pretendevo ne elogi ne riconoscimenti, poteva anche essere una stroncatura
> totale senza appello di tutto il mio lavoro, poteva anche essere giudicato
> un fallimento totale che giustificava la mia destituzione perchè richiedeva
> un taglio radicale con il passato per avviare una nuova stagione con uomini
> e progetti diversi e innovativi. Niente di tutto questo. Io non ero
> affidabile per il partito perché dissenziente sull’attuale linea politica e
> questo basta e avanza per giudicare l’azione di un amministratore pubblico.
> Nemmeno uno straccio di lettera da parte della segreteria per dire:
> comunque grazie, soprattutto per non aver mai usato la mia posizione per
> sparare polemiche contro il partito, per danneggiarlo. Nell’ultima campagna
> elettorale mi sono fatto da parte in silenzio chiedendo solo a tutta la
> sinistra divisa un atto di coraggio e una lista unitaria di tutta la
> sinistra Toscana, è andata diversamente dai miei desideri, ho portato a
> termine gli impegni presi con questo partito, nonostante tutte le plateali
> azioni di delegittimazione politica che ho dovuto subire, mi sono iscritto
> anche nel 2009, ho versato regolarmente al partito una parte del mio
> stipendio come stabilito, ma oggi questa esperienza è conclusa, oggi, mi
> sento fuori e distante da queste pratiche e modi di pensare e fare politica
> e ho preso questa decisione con un liberatorio sospiro di sollievo.
>
>
>
> Uscire dal PRC non significa per me ritirarmi a vita privata, continuo con
> la stessa passione e lo stesso impegno di prima dentro il dibattito di
> tutta la sinistra, PRC compreso, dentro l’esperienza innovativa e unitaria
> di Sinistra per Capannori, per contribuire nel nostro piccolo a ricercare un
> nuovo inizio per una storia nuova di una più grande sinistra unita,
> popolare e plurale in cui potremo ritrovarci insieme e di cui ce né un
> grande bisogno.
>
>
>
> Oggi non è più il tempo della raccolta, perché c’è rimasto poco da
> raccogliere, perché da anni ormai abbiamo smesso di seminare. Oggi è il
> tempo della semina e questa è una precondizione essenziale se vogliamo
> sperare di fare un buon raccolto nel prossimo futuro. Seminare cultura,
> valori, idealità e buone pratiche, ognuno a partire dal proprio luogo di
> vita e di lavoro, dal proprio territorio, non per chiudersi in piccole isole
> felici ma per aprirsi al mondo. Pensare globalmente agire localmente per
> ricostruire reti relazionali, unità, soluzioni possibili a problemi inediti
> per portata e natura, per misurarci con le grandi sfide di un’epoca dalla
> grande complessità e dai grandi paradossi e contraddizioni. L’umanità è
> minacciata da un modello di sviluppo che sta dilapidando risorse naturali
> non riproducibili a ritmi frenetici, alterando gli equilibri naturali con
> conseguenze potenzialmente catastrofiche, siamo messi per la prima volta di
> fronte a questa terribile realtà: la nostra stessa sopravvivenza è a
> rischio. Io non mi rassegno, penso che una grande crisi economica
> strutturale e di sistema come è quella che viviamo oggi, può essere
> portatrice di drammi umani e sociali terribili ma può essere anche levatrice
> di grandi opportunità per iniziare a costruire un nuovo modello di sviluppo,
> stili di vita improntati alla sobrietà e un modello di consumo responsabile
> e consapevole.
>
> Ricostruire una nuova idea di società per un altro mondo possibile è su
> questa lunghezza d’onda che si potrà ricostruire la nuova sinistra del
> futuro.
>
> Ai tanti compagni e compagne generosi e meravigliosi che ho conosciuto un
> arrivederci a presto perché penso che ci ritroveremo in un contesto diverso,
> più ampio, con energie fresche e giovanili, con un clima politico e
> culturale migliore da quello che oggi si respira dentro il PRC soprattutto
> quello Toscano. Vi lascio con questa mia speranza.
>
>
>
> Arrivederci
>
>
> Eugenio Baronti
>                 Capannori li, 11 giugno 2010

>
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