[RSF] I soliti apprendisti stregoni

Nachricht löschen

Nachricht beantworten
Autor: Equivita
Datum:  
To: Equivita
Betreff: [RSF] I soliti apprendisti stregoni


COMUNICATO EQUIVITA 10/06/10

GLI APPRENDISTI STREGONI NUOVAMENTE ALL¹OPERA

Mentre l¹Unione Europea si appresta, a breve, a soddisfare le multinazionali
biotech allentando i freni sulle procedure di approvazione degli OGM in
Europa;

mentre i cittadini europei dovranno accettare un vistoso passo indietro su
quelle posizioni - veramente minimali - di buonsenso, di previdenza nei
confronti dell¹ambiente e della salute e di tutela dei diritti, che 15 anni
di lavoro indefesso delle ONG hanno ottenuto;

mentre a Bruxelles la Commissione sta definendo la proposta che verrà fatta
agli Stati Membri riguardante la facoltà che essi singolarmente avranno di
decidere se autorizzare o no gli Ogm, pur sapendo molto bene che
l¹impossibilità di coesistenza e la strategia del ³fatto compiuto² (già oggi
spesso attuata) finiranno col far vincere il transgenico (basti citare il
recente incidente del mais NK603, non autorizzato e seminato in Germania su
3.000 ettari);

si alza ancora una volta il sipario, dall¹altra parte dell¹oceano, sugli
effetti da tanto tempo preannunciati e osservati, ma oggi resi clamorosi,
dell¹introduzione delle colture transgeniche nell¹ambiente. Negli USA,
infatti, 5.000 ettari di terreno sono stati abbandonati e altri 50.000 messi
in crisi, per la resistenza al glifosate (Roundup) sviluppatasi in tutte le
varietà di erbacce più infestanti.

SI ASSISTE oggi dunque AL FALLIMENTO DEI TRANSGENICI: non lo dice un
giornale di agricoltura, bensì il Wall Street Journal del 4.06.10

Sin dalla prima pianta transgenica commercializzata (la soia Roundup Ready,
ovvero resistente al glifosate Roundup, brevettata dalla Monsanto, che
vendeva il ³pacchetto² Soia RR + Roundup), gli scienziati indipendenti di
tutto il mondo hanno messo in guardia le aziende dal fenomeno della
resistenza, che dalla soia poteva essere trasmesso ad altre piante
dell¹ambiente come pure essere causato da un uso ripetuto e costante dello
stesso diserbante. Esso si è ben presto evidenziato e oggi ha raggiunto
livelli di tragedia.

Una tragedia che nelle aziende biotech viene vissuta, secondo il Wall Street
Journal, come un¹opportunità straordinaria: si potranno creare nuovi Ogm,
resistenti a qualche altro erbicida, da introdurre sul mercato. Si lavora
dunque per sostituire soia e mais RR con atri tipi di piante resistenti ad
altri erbicidi, ormai caduti in disuso, che potrebbero essere fonte di
guadagni paragonabili a quelli ottenuti dalla Monsanto con il Roundup. Poco
importa se ogni altro pesticida è ancor più tossico del Roundup!

Invece di riconoscere l¹errore dovuto all¹introduzione nell¹ambiente di
organismi geneticamente modificati, che sconvolgono gli equilibri di una
selezione naturale operata nei millenni, invece di rispettare gli appelli
che migliaia di scienziati hanno lanciato negli ultimi 15 anni per
proteggere il patrimonio genetico del pianeta e la nostra stessa specie, gli
scienziati pro-biotech continuano a spostare sempre più avanti la scadenza
di un¹ipoteca che non sono in grado di pagare Š

Si legge, infatti, sul Wall Street Journal: Dow Chemical Co, Dupont Co,
Bayer AG, BASF SE e Syngenta AG stanno insieme spendendo milioni di dollari
per sviluppare soia, mais e cotone capaci di sopravvivere ad irrorazioni dei
loro erbicidi vecchi di qualche decennio e rimossi dal mercato per colpa del
Roundup. I costi saranno reintegrati con la riscossione annuale dei brevetti
... ³Sarà un¹opportunità molto importante per le società chimiche², dice
John Jachetta, scienziato della Dow AgroSciences e presidente
della Weed Science Society of America.

Noi ci limitiamo a chiedere al Presidente della Commissione Europea Barroso
e al Commissario alla Salute Dally di esaminare attentamente le loro
posizioni. Essi sono ancora in tempo per salvarsi dagli effetti dirompenti
di una decisione sbagliata Š

Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
E-mail: equivita@???
Sito internet: www.equivita.org