[NuovoLab] no alle misure di sorveglianza per chi fa politic…

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Autor: Alfredo Simone
Data:  
Para: forumgenova
CC: forumgenova, fori-sociali, forumsege, forumsociale-ponge, veritagiustiziagenova
Asunto: [NuovoLab] no alle misure di sorveglianza per chi fa politica - solidarietà con Luca
COME PUO' UN SEMPLICE FUNZIONARIO ARROGARSI IL DIRITTO DI CALPESTARE LA COSTITUZIONE ITALIANA?Lunedì 7 giugno presso il tribunale di Genova, Luca, anarchico, avrà l'udienza per l'assegnazione della misure di sorveglianza speciale richieste dalla questura di Genova sulla base dell'art. 1 della legge 1423/56 per “coloro che, per il loro comportamento, debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che siano dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica o morale, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica.” Articolo 'traghettato' dal codice Rocco a quello della nostra repubblica non si sa con quanta coerenza con lo spirito e la lettera della costituzione.Quello di lunedì, però, potrebbe essere il primo di una serie, poiché molti altri giovani sono stati raggiunti dall'avviso orale del questore, preludio alla richiesta di cui sopra, mentre ad altri, non residenti nella provincia di Genova, è stato comminato il foglio di via obbligatorio.Nel febbraio scorso, in un documento pubblicato anche sul sito dell'associazione Arci Genova http://arcigenova.org/2010/02/06/a-proposi...rchici-genovesiabbiamo denunciato quello che per noi era - e resta - un evidente atto contrario allo spirito e alla lettera della Costituzione italiana: “Ci sembra del tutto evidente che l’esercizio delle libertà costituzionalmente tutelate - in primis il diritto di esprimere le proprie opinioni politiche - nulla ha a che fare con la sicurezza e la pubblica moralità e non può quindi in alcun modo rientrare nella casistica sopra riportata.L’articolo 16 della Costituzione afferma che “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”.L’articolo 21, a sua volta, afferma che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.Concludendo il documento, scrivevamo che quindi ” Come Settore Carcere e Giustizia di Arci Genova riteniamo si debba intervenire su questa vicenda che ricorda i tristemente famosi repulisti preventivi del fascismo quando in città veniva qualche gerarca.Facciamo quindi un appello al nuovo Questore perché riesamini la situazione e a quanti operano in difesa dei diritti perché si attivino, insieme a noi se lo ritengono, per una battaglia di civiltà.”Il primo appello – ne prendiamo atto con rammarico – è caduto nel vuoto, visto che il nuovo questore l'ha bellamente ignorato ed ha poi firmato la richiesta – avanzata dal dirigente della Digos - che ha portato all'udienza di lunedì 7 giugno.La seconda richiesta, invece, non è stata disattesa e ha fatto registrare molte interessanti, ed autonome, prese di posizione: quella di don Paolo Farinella, dalle pagine di Repubblica, e quelle dei centri sociali LSOA Buridda e di AutAut357, ed é auspicabile che ci sia una significativa mobilitazione per il presidio di lunedì mattina, ore 8.30, davanti al Tribunale.Tornando al questore, non possiamo fare a meno di riportare alcuni inquietanti passaggi della sua richiesta di misura di sorveglianza la cui durata “non debba essere inferiore ad anni due....”.Quali sono gli argomenti del questore? Luca sarebbe “una persona che compie reati di particolare allarme sociale che ben evidenziano una forte propensione a non volersi integrare nella società, a non voler rispettare e riconoscere le Istituzioni quale fondamento della convivenza civile. Egli si scontra contro di esse con un atteggiamento violento ed ostile tenendo un comportamento di sfida e di aggressione verso i tutori dell'ordine”.Dubito che il questore non sappia che al centro del credo politico anarchico c'è il rifiuto dello Stato. E allora ha ragione don Farinella quando scrive “Non c´è un reato, ma l´essere: è anarchico e in quanto tale è pericoloso e antisociale in spregio alla Costituzione che dichiara: «Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche» (art.16) e «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (art.21).”Risulta quindi del tutto coerente – e quindi assolutamente condivisibile – la domanda che si pone don Farinella subito dopo: “Come può un semplice funzionario arrogarsi il diritto di calpestare la Suprema Carta? Il pensiero, l´atteggiamento e il radicalismo di Luca possono non essere condivisi, ma egli ha il sacrosanto diritto di essere e di apparire l´anarchico che vuole essere in coscienza e come cittadino che rifiuta lo Stato che non riconosce la libertà di essere se stessi. Gli immigrati commettono un reato per il semplice fatto di esistere in quanto immigrati; gli anarchici sono messi al confino perché riconosciuti colpevoli per il solo fatto di essere quello che sono.”Per chi ritenesse che i richiami al fascismo siano delle forzature, può documentarsi leggendo le schede di alcuni antifascisti che è possibile trovare sul sito dell'Anpi di Pianoro (Bo) www.anpipianoro.it/memoria%20protagonisti/antifascisti.html. Ne riporto una, a puro titolo di esempio: “Bortolotti Alfredo - Pavimentatore. Iscritto al PSI e poi al PCI. Il 2/12/18 venne arrestato e condannato a 2 anni per diserzione dall'esercito. Dal 1920 al 1922, quando fu costretto dai fascisti a rassegnare le dimissioni con l'intera giunta, ricoprì la carica di assessore comunale. Arrestato il 21/9/21, perché accusato di fare parte degli Arditi del popolo, fu prosciolto in istruttoria e liberato il 27/1/22. Il 28/4/30 venne arrestato perché accusato di avere esposto in pubblico una bandiera rossa. Non fu condannato, ma diffidato. Il 25/2/41 nella sua pratica venne annotato: "Non ha fornito finora alcuna prova sicura e concreta di ravvedimento. Vigilato".Illuminante è poi un altro passaggio con cui il questore spiega l'obiettivo delle misure richieste contro Luca: “ricondurre lo stesso a parametri di vita sociale che corrispondano alla legalità ed al vivere civile, limitandolo nelle uscite notturne, nella frequentazione di locali notturni, di persone pregiudicate e di non partecipare a pubbliche riunioni, imponendogli di cercare una stabile attività lavorativa con l'impegno di inserirsi nel tessuto sociale”.Se non fosse una cosa seria ci sarebbero molti spunti su cui ironizzare, uno per tutti la imposizione di “cercare una stabile attività lavorativa...”. A prescindere dall'orrendo quanto assurdo termine “imponendogli” - “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”, afferma l'articolo 4 della Costituzione – si dimentica la situazione del paese, in cui il lavoro, per chi l'ha, è sempre più precario: “In Italia disoccupazione record all'8,9% e quasi il 30% dei giovani è senza lavoro”, titolava il 1 giugno il sito online del Sole 24 Ore.Penso, infine, che molte delle posizioni espresse da Luca e dagli altri anarchici genovesi, e più in generale dal movimento anarchico, siano ampiamente condivise nella sostanza da settori dell'opinione pubblica non classificabile come sovversiva (eccezion fatta per il presidente del consiglio – quello che per anni è stato 'il mafioso di Arcore' per la Padania, organo ufficiale di un partito di governo che annovera nelle sue fila anche un fascista dichiarato come Borghezio che va in giro per l'Europa a spiegare come camuffare la natura fascista con quella di movimenti territoriali e/o religiosi - che vede comunisti dappertutto). Parliamo dei Cpt, poi divenuti Cie, per i quali l'Italia è stata più volte bacchettata dalla comunità europea; delle centinaia di migranti consegnati ai torturatori libici o lasciati morire nel mare attorno alle coste di Sicilia, o all'imbarcazione colata a picco nell'adriatico alcuni anni fa. Parliamo anche della cricca che si arricchisce sulle opere pubbliche – carceri etc, non disdegnando certo case popolari, scuole, ospedali etc. - e sui terremoti. Parliamo della vergogna di tagli agli strati più deboli, alle pensioni da fame, alla sanità sempre meno pubblica, alle leggi ad personam, e a tante altre cose note a tutti. Parliamo dell'omertà poliziesca attorno alle responsabilità per le nefandezze del G82001, emerse e sanzionate solo recentemente grazie alla tenacia dei magistrati d'appello che hanno ribaltato le “miti” sentenze di primo grado che mandavano addirittura assolti i vertici polizieschi. Parliamo di un governo che anche dopo quelle sentenze copre i colpevoli, che ha già ampiamente gratificato con promozioni di prestigio.Rispetto alla presenza dell'esercito nelle strade, nel caso di Genova gli alpini, giova ricordare che inizialmente anche nelle Istituzioni c'era chi si dichiarava contrario. Ma soprattutto, credo ci si debba domandare perché c'è chi è contrario all'esercito nelle strade? C'è chi ha fatto riferimento ad una questione d'immagine all'estero; le forze di polizia si sono sentite delegittimate, etc. Io, personalmente, credo che la risposta sia innanzitutto una: come è noto i soldati sono per definizione tenuti ad eseguire gli ordini senza discussioni. E sinceramente questo non mi fa sentire per niente sicuro. Ci sono già gli 'eccessi' polizieschi – e per polizieschi non intendo solo la P.S., ovviamente – per cui cittadini trovano la morte, in un paese che la pena di morte l'ha abolita da tempo. Ma non riesco a fare a meno di pensare a Bava Beccaris, premiato dal suo re per aver fatto sparare sulla folla affamata. Certo, è un episodio lontano nel tempo. Ma ci sono, recentissime, le 'gesta' degli eroici militari israeliani che hanno ucciso un numero imprecisato di manifestanti della Freedom Flotilla, rei di essersi difesi con armi improvvisate, come spranghe, coltelli e pugni, da un abbordaggio piratesco in acque territoriali.Certo, tutte queste cose non portano la maggior parte degli italiani a schierarsi contro le Istituzioni, si dice. Ma è proprio così? Come vogliamo considerare allora l'astensionismo crescente alle tornate elettorali? E poi, e ritengo di non essere il solo, ci sono quelli che hanno preso atto dell'impercorribilità di altre strade ma non per questo ritengono di vivere nel miglior mondo possibile e non rinunciano alla speranza di cambiarlo profondamente.“L'anarchia (dal greco antico: ἀν-ἀρχή, senza-governo ) è una concezione politica basata sull'idea di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapposto ad ogni forma di Stato e di potere costituito” (it.wikipedia.org/wiki/Anarchia) . SE questa è la definizione di anarchia, e io mi riconosco in questa, credo che siamo molti più di quanto non si creda ad essere “oggettivamente” anarchici.Certo è una meta, un punto di arrivo che ognuno persegue con gli strumenti e le pratiche che ritiene.Una di queste, per quanto mi riguarda, è la difesa decisa e senza ipocrisie di alcuni diritti fondamentali. L'esercizio dei diritti politici è uno di questi. E a questo proposito apprezzerei maggior attenzione delle questure italiane nei confronti dei rigurgiti fascisti, dai quali le forze dell'ordine non sono immuni e le vicende di Bolzaneto l'hanno dimostrato ampiamente.Concludo affermando che sono solidale con Luca – che conosco personalmente, stimo e frequento volentieri - e le/gli anarchiche/anarchici raggiunti da avviso orale o foglio di via, così come sono solidale con i migranti criminalizzati da una legge liberticida. E più in generale per quanti si battono per una società in cui l'uomo non sia carne da macello da spedire in “missioni di pace”, mero strumento d'arricchimento per altri uomini, o scarti di umanità da gettare nelle carceri, manicomi giudiziari, centri d'identificazione etc.Un cittadino suscettibile di avviso orale? Questo non dipende da me. Sicuramente, un cittadino che da anni lotta per un mondo migliore e che non ha intenzione di aderire al TINA (There Is No Alternative).Alfredo Simone, cittadino, giornalista, dirigente di Arci Genova, "militante politico di base"