[cm-Roma] Sostenibilità di un movimento

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Autore: Antonio Maini
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To: cm-roma
Oggetto: [cm-Roma] Sostenibilità di un movimento
Di ritorno dalla giornata di sabato mi sono chiesto se sia o meno necessario
fissare un limite alla CM.
Cerco di argomentare sinteticamente.
In strada eravamo veramente tanti, la vista del serpentone che avanzava
sulla tangenziale mozzava il fiato e pedalare dentro il corteo regalava una
bella sensazione. Qualche cruccio invece m'è saltato per la testa quando ho
cominciato a fare da tappo: dopo mezzora fermo ad un incrocio ho pensato
fossimo troppi.
Gli automobilisti dopo venti minuti di attesa di fronte ad un corteo
sflilacciato vivevano il blocco come una violenza, un sequestro; dopo
quaranta minuti facilmente perdevano la pazienza e, talvolta, a gestire la
loro rabbia ci pensavano ciclisti che non aspettavano altro che lo scontro.
A tal proposito: Pensare la CM come ad un evento dalle cifre illimitate
trascina dentro la massa 'critica' - minoranza attiva - una massa di diversa
natura, il cui scopo non è più il dialogo, la persuasione e la ricerca di
una retorica di attivismo non violento, bensì l'esercizio della forza dei
numeri e la cattiveria della maggioranza del momento.

Se il movimento Critical Mass (e la Ciemmona come evento) vuole continuare a
portare in strada e FUORI dal movimento la sua idea di mobilità, credo debba
necessariamente introdurre, nell'esercizio delle sue pratiche, il concetto
di sostenibilità. Le elevate presenze, concentrate in un unico corteo,
creano disagi tali che, a mio avviso, depotenziano l'efficacia del movimento
stesso.

CM Roma in qualità di generatrice dell'evento/raduno annuale, data l'elevata
risposta quantitativa, in futuro dovrebbe, dovremmo, concentrarsi ad elevare
i standard qualitativi e gestionali dell'appuntamento Ciemmonico.

Proposte per il prossimo anno:
- Dividere il corte dopo la prima mezzora
- Moltiplicare le partenze
- ...

A presto
Antonio