[NuovoLab] la "Cricca genovese" e Antonio Bruno

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Aihe: [NuovoLab] la "Cricca genovese" e Antonio Bruno
Vi posto questi articoli che indirettamente mi coinvolgono.

Alcuni mesi fa fui chiamato da un ufficio del tribunale di Genova.
Ci andai con l'avvocato Bonifai.
Il gentile carabiniere mi chiese se ero io l'Antonio Bruno che sulla Gazzetta del Lunedi di inizio settembre avevo ironizzato sulla nomina di Walter Lupi a commissario governativo per il terzo valico.
Il tutto perche' il Lupi voleva querelarmi.
Ovviamente ero io.
Al momento non ho piu' saputo nulla.

Secolo xix
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L'inchiesta sulla cricca degli appalti vira verso la Liguria. Walter Lupi, ex provveditore ai lavori pubblici e oggi Commissario al terzo valico ferroviario, è stato convocato come testimone dai magistrati perugini.
Il pm Sergio Sottani vuole capire perché compaiano almeno quattro volte riferimenti alla nostra regione (tutti legati a Lupi, che era anche provveditore della Lombardia) nella "Lista Anemone": l'elenco dei 400 nomi annotati dall'imprenditore romano sospettato di aver dispensato piaceri e favori, con la sponda della Protezione civile, per accaparrarsi i lavori più redditizi.
Lupi dovrà spiegare perché nel documento il suo nome ricorra due volte, ci sia un riferimento a una vicenda che lo riguarda (il "villino di Mulinetti") e cosa significhi l'appunto "Genova Micarelli".
Chi è Micarelli? Gli inquirenti lo ritengono il trait d'union tra Anemone e il Nordovest.
Alberto Micarelli è un piccolo imprenditore di Guidonia, nel Lazio. Titolare di un'impresa individuale, fa all'improvviso un grande balzo nel 2006.
Crea una Spa e inizia ad assicurarsi appalti di enorme impegno e di delicatissima realizzazione.
Molti in Liguria. Non nega i suoi contatti con Anemone, anche se chiarisce con il suo avvocato Nicola Scodnik, uno dei più noti penalisti genovesi: «Sì, conosco Diego Anemone con il quale ho avuto rapporti professionali del tutto trasparenti.
Ho realizzato importanti opere in Liguria in virtù della mia professionalità e dell'esperienza sul campo».
Ma come si lega il nome di Micarelli (la cui azienda e la cui abitazione sono state perquisite) all'ex provveditore Lupi? La sua ditta ha eseguito la ristrutturazione del villino di Mulinetti, vicino a Recco.
Lupi è a processo (ieri la prima udienza) con l'accusa, formulata dal pm Biagio Mazzeo, di averlo trasformato da foresteria in appartamento extralusso a spese del ministero e di averlo eletto a suo "alloggio di servizio".
Micarelli esegue i lavori a Mulinetti.
Oggi si scopre, sempre dalla "lista dei 400" emersa durante l'inchiesta di Perugia, che Diego Anemone se ne interessò direttamente, tanto da annotarlo di suo pugno.
Micarelli fa incetta di incarichi di rilievo, sempre per le forze dell'ordine. Per il Corpo Forestale, a Recco.
Poi interventi alla questura e alla caserma dei vigili del fuoco di Savona.
E al comando regionale dei carabinieri di Genova.
Ma la sua non è l'unica azienda che lavora nella villa di Lupi. In mano alla Finanza genovese c'è la foto di una "parete attrezzata", realizzata sempre nell'appartamento sul mare divenuto alloggio dell'ex provveditore Lupi.
Una lussuosa libreria di legno pregiato su misura.
Cosa c'entra con un alloggio di servizio?
Le Fiamme Gialle scoprono che è stata fornita da un'altra azienda romana: la Picalarga.
Trapela addirittura che uno dei titolari è partito appositamente dalla capitale per seguirne l'installazione.
E non sfugge agli inquirenti che Picalarga è la società cui viene affidata la realizzazione del nuovo comando provinciale dell'Arma, sempre a Savona.
Appalto assegnato dal provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Lombardia.
E qui scatta una lunga serie di collegamenti, ancora oggi al vaglio della polizia giudiziaria.
Il primo. La progettazione esecutiva-strutturale della caserma è dell'ingegner Antonio Maffey. Era il commissario alla costruzione del nuovo palazzo del Cinema di Venezia. In laguna Picalarga entrò , "cooptata", tra gli aggiudicatari dell'appalto.
È una delle due grandi opere, insieme al nuovo Parco della Musica e della Cultura a Firenze, che i pm hanno definito quali capisaldi del "sistema gelatinoso" degli appalti: l'avvio dell'inchiesta sulla Protezione civile e i Grandi Eventi. Il secondo nome di rilievo (progettazione esecutiva architettonica) per l'Arma a Savona è quello di Bruno Agates. È l'ex socio di Angelo Zampolini.
Proprio lui: l'ufficiale pagatore di Diego Anemone, il professionista che cambiò gli ottanta assegni (per novecento milioni) destinati all'acquisto della casa dell'ex ministro Claudio Scajola in via del Fagutale, di fronte al Colosseo.

Il terzo nome è quello che, idealmente, chiude il cerchio. Responsabile del procedimento, sempre a Savona, è Luigi Calvanese.
Ai liguri non dirà molto, perché è di Salerno.
Ma si collega direttamente all'amico di Anemone Alberto Micarelli, il mini-imprenditore che da Guidonia si è messo a fare incetta di appalti in Liguria.
La Finanza, perquisendo Micarelli, scopre infatti che Calvanese lo aveva arruolato per ristrutturagli il bagno nella sua casa campana.
In pratica: Micarelli da Guidonia è amico del romano Diego Anemone, uno dei vertici della cricca, e lo diventa del provveditore alle opere pubbliche in Liguria Walter Lupi.
È incaricato di ristrutturare la casa dell'ingegner Calvanese. Micarelli inizia a costruire caserme in Liguria. Calvanese diventa responsabile del procedimento di un maxi-cantiere pubblico in Liguria.
indice@???
menduni@???

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Gazzetta del Lunedi

Walter Lupi, il “miglior” commissario per il Terzo Valico
Settembre 14th, 2009

Comunicato stampa
La nomina di Walter Lupi quale commissario per il Terzo Valico non poteva essere piu’ esplicativa della connessione tra politica – amminsitrazione- affari. Infatti Lupi il prossimo 23 settembre comparirà con altri indagati di fronte al gip di Genova, Maurizio De Matteis, per rispondere dell’accusa di abuso d’ufficio. La vicenda è nota come quella del Villino di Mulinetti (Recco). In qualità di Provveditore alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Lupi era stato indagato nel 2007 per aver speso 300 mila euro di denaro pubblico nella ristrutturazione di un villino del Corpo Forestale dello Stato, che poi aveva abitato, con regolare contratto di affitto, corrispondendo allo Stato un canone mensile di 416 euro.
Perfetto per un’opera (il Terzo Valico) che, come riporta il libro di Ferdinando Imposimato “Corruzione ad Alta Velocità Viaggio nel governo invisibile”, oltre a essere un’opera poco utile dal punto di vista trasportistico è nata sotto i lsegno delle tangenti.
Infatti a pag. 116 del libro del magistrato Imposimato, Salvatore Portaluri che fu per due anni presidente della TAV. dichiara: “Tutti i gruppi imprenditoriali erano stati accontentati, eppure vi erano ancora dei problemi di equilibrio, ma anche questi vengono risolti con la costituzione di un nuovo consorzio per la tratta più incerta, il Cociv per la Milano-Genova. Un consorzio anomalo di sei imprese, costituito il 3 dicembre 1991”.

Un buon motivo per azzerare tutto e occuparci veramente della mobilita’ reale.

Il Capogruppo

Antonio Bruno


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