[NuovoLab] 417° ora in silenzio per la pace

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著者: norma
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To: forumgenova@inventati.org, Fori sociali
題目: [NuovoLab] 417° ora in silenzio per la pace
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per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 26 maggio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 417° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.

*Tagliamo la guerra, non la spesa pubblica*

COSTI MILITARI

La tragica morte dei due soldati italiani in Afghanistan ripropone con
forza la questione del ritiro delle nostre truppe da una guerra
sanguinosa che miete vittime tra la popolazione civile e tra soldati
mandati in una missione sbagliata, inutile e spacciata falsamente come
operazione di pace.

Ma la pace - oltre a non mandare più le persone a morire in guerra- ha
bisogno di ben altro: E ha bisogno -a maggior ragione in questi tempi di
crisi- di disarmo e riduzione delle spese per le armi.

L'Italia ha un bilancio della difesa che supera i *20 miliardi di euro*,

Si è imbarcata nella costruzione di inutili portaerei *(la Cavour, per
quasi 2 miliardi di euro)* e di *131 bombardieri F35 per la somma di 16
miliardi di euro:* molti più soldi di quanto si spende per una
finanziaria in tempi di crisi.

Per non parlare di un mastodontico corpo delle Forze Armate di *180mila
persone *in cui ufficiali e sottoufficiali sono più numerosi dei
volontari di truppa: (cioè i comandanti sono di più dei comandati).

La scorsa finanziaria ha aumentato del *10% il bilancio della difesa
degli «investimenti» (cioè le spese per i sistemi d'arma)* e nello
stesso tempo mancano i soldi per il funzionamento ordinario ma le
pensioni di generali e colonnelli sono tra le più pesanti della pubblica
amministrazione.

Eppure per la pace e per far fronte alla crisi ci sarebbe da tagliare
nelle Forze armate. Passando da *180mila a 120mila soldati*,
risparmieremmo quasi *4 miliardi di euro*. Fermando la produzione degli
*F35* ne risparmieremmo *altri 16*. In questo modo si troverebbero *20
miliardi* che permetterebbero di far recuperare il fiscal drag ai
lavoratori dipendenti, di garantire ammortizzatori sociali a tutti i
precari, di dare la 14ma a tutti i pensionati con pensioni inferiori ai
mille euro lordi mensili

E con gli oltre 400 milioni che ci costa la missione in Afganistan si
potrebbe varare un corposo piano di cooperazione internazionale (che la
scorsa finanziaria ha tagliato di oltre il 50%) che permetterebbe un
vera azione di ricostruzione (quella civile, non quella armata) verso un
paese che ne ha veramente bisogno. E tagliando su servitù militari e
manutenzione di basi altrui (quelle Usa) si potrebbero trovare quei
*200milioni di euro* per garantire agli oltre 40mila giovani che
vogliono svolgere un servizio civile di farlo sul serio, E con i *4
sommergibili U-212* che ci apprestiamo a costruire -per *1miliardo e
880milioni di euro*- si potrebbero mettere in sicurezza ben 3500 scuole
in aree a rischio sismico o che non rispettano la normativa 626.

Si tratta di proposte realistiche e compatibili con il ruolo europeo e
internazionale del nostro paese: forse sono incompatibili con gli
interessi di quel complesso corporativo e militar-industriale che anche
in Italia si è costruito sugli sprechi, i privilegi e - anche tra i
militari- sulla corruzione. La riduzione delle spese militari è quindi
una via obbligata per la pace - e il ritiro dall'Afganistan è un modo
per salvare vite umane e sottrarsi alla logica dell'intervento bellico-
e per la costruzione di un pacchetto di misure contro la crisi,
alternativo alle ipotesi dominanti.

*Tagliamo pure la spesa pubblica: ma quella per la guerra, non quella
per il welfare. *

*tratto da un articolodi giulio Marcon “ilmanifesto “ del 19/05/2010*