La corrispondenza di un compagno di Radiocane dal campo rom di via
Triboniano raccolta dai microfoni di Radio Blackout:
http://www.radiocane.info/cronache-dal-fronte/1153-corrispondenza-da-triboniano.html
A tre giorni dalla sommossa, la polizia circonda ancora il campo rom di
via Triboniano, a Milano. Questa volta il cordone di celerini non serve per
tenere i rom lontani dalla città, esclusi ed invisibili. Serve per non fare
entrare la città dentro al campo. E già, perché questo pomeriggio era
prevista l’assemblea pubblica che avrebbe dovuto fare incontrare i rom in
lotta di Triboniano con tutti quelli che, all’esterno dei campi, pensano
che la loro lotta sia una lotta importante per tutti, per mille buone
ragioni. Del resto il vicesindaco De Corato ieri sera l’aveva annunciato:
nessuna assemblea al campo sarebbe stata permessa. E pure Maroni ci aveva
messo del suo, sostenendo da Varese che rom e rivolta sono un binomio
assolutamente «intollerabile».
E così, questo pomeriggio, chi voleva entrare in via Triboniano ha trovato
la polizia schierata: spintoni e urla. Ma il campo ha mille entrate e
qualcuno riesce a passare, e poi oramai questo è territorio amico per gli
antirazzisti: le porte si aprono silenziose per accoglierli mentre mille
occhi controllano i movimenti degli agenti in borghese che girano coi
binocoli in mano e perquisiscono persino i cessi per trovare e cacciare i
solidali. I veri intrusi nel campo sono loro, i poliziotti, che ripetono
senza apparente vergogna un copione scritto settant’anni fa e mai
definitivamente stracciato. Anche se riescono ad impedire una assemblea
pubblica, non riescono a far fallire questo incontro: furtivo e quasi
clandestino, ma che chiarisce fino in fondo chi sta con chi e chi invece è
contro tutti.
Siamo sicuri che nuove svolte da questo fronte caldissimo di lotta
arriveranno presto, e ve le segnaleremo. Per ora sappiate che la notizia
che circola da ieri che ci sia un accordo già siglato con gli abitanti del
campo è una panzana messa in giro dal Comune per far calmare gli animi e
per cercare in tutti i modi di far rientrare in pista gli uomini della
“Casa della Carità” di Don Colmegna, in questi giorni sempre più
all’angolo. Di sicuro sembra esserci solo che lo sgombero sarà rimandato
di sei mesi: e questo dimostra che prendersi a legnate con la polizia a
qualcosa serve. Domani ci sarà un incontro con le autorità, e i delegati
del campo faranno su e giù per ascoltar le proposte dell’Amministrazione e
riferirle ai loro vicini di casa per decidere tutti assieme.