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contro le deportazioni!!!
Circa otto mesi fa un ragazzo tunisino rinchiuso nel C.I.E di Torino
nonostante i controlli è riuscito a diffondere all’esterno delle foto che
compromettono alcuni operatori della C.R.1, viene trasferito a Genova per
essere deportato in Tunisia con i traghetti di linea.
Dopo qualche mese un altro ragazzo, dopo essere stato detenuto per due ore nel
consolato tunisino. e poi in commissariato, viene nuovamente deportato da
Genova al “suo paese”, sempre con i traghetti di linea, perché privo di
documenti e per aver lottato, ribellandosi in diversi lager-C.I.E d’italia.
Questi sono i fatti di cui siamo venuti a conoscenza,ma le deportazioni da
Genova con la complicità di GNV (Grandi Navi Veloci) e Cotunav (Compagnie
tunisienne de navigation) potrebbero essere molte di più e molto più frequenti.
Abbiamo deciso di provare ad organizzarci contro questo stato di cose perché
pensiamo che sia aberrante che tutto ciò accada nell’indifferenza generale e
perché riteniamo che tutti potremmo venire colpiti in qualsiasi momento per non
avere i documenti, per aver contestato un rappresentante delle forze
dell’ordine, per aver rubato, per aver spacciato, per essersi ribellati ad un
lavoro ingiusto, per non avere un biglietto dell’autobus, per avere in sostanza
oltrepassato il limite stabilito da una società che sempre più mette il giogo a
determinate persone.
Vogliamo dire chiaramente che è intollerabile che individui vengano rinchiusi.
Coloro che si fanno le leggi, i carcerieri e i loro cani da guardia sono
responsabili di atti inammissibili,al riparo delle loro stesse regole rubano,
spacciano, stuprano (come è successo nel CLE di Milano dove l’ispettore
Vittorio Addesso ha tentato di violentare Joy,una ragazza nigeriana reclusa),
massacrano e uccidono nei commissariati e caserme (come è successo a Genova nel
novembre 2008 quando un ragazzo è “precipitato” ammanettato dalla finestra
della caserma di Fossatello). Sappiamo che queste sono parole “forti”, ma
abbiamo ben chiaro da che parte stare: in ogni caso noi stiamo con i ribelli e
gli sfruttati.
Pur conoscendo i nostri limiti, ma tentando di superarli, vogliamo comunicare
il nostro sentire per provare a cercare persone che lo condividano, affinchè
queste deportazioni non accadano più. Questo è un invito dimodochè ognuno nel
proprio quotidiano, quando ne abbia occasione (passeggeri dei traghetti,
lavoratori portuali, nullafacenti) si opponga a queste deportazioni.
Pensa che il deportato potresti essere tu, agisci con i tuoi modi.
Vi sono dinamiche non sempre visibili all’interno dei C.LE e ancora più
difficili da approfondire, tra cui gli interessi economici a vantaggio dei
rispettivi gestori dei centri. Si tratta di cooperative spesso mascherate come
“sociali” o “di sinistra”, di enti non governativi legati alla Croce Rossa o a
strutture di stampo umanitario facenti spesso capo alla Chiesa, come la Misericordia,la Caritas che negli ultìm
anni hanno guadagnato miliardi sulla pelle delle persone, di cooperative come la Connecting People
che gestisce le strutture di Gradisca, Cagliari, Brindisi e Trapani, o la COOP che rifornisce le mense
di vari centri.
E’ ora che ci organizziamo e ci contrapponiamo con i mezzi che ognuno ritenga
opportuni alla violenza che ogni giorno lo stato mette in atto. Complici sono
coloro che stanno a guardare rimanendo indifferenti e ancor di più coloro che
speculano sulle vite altrui: GNV e Cotunav, conniventi nelle deportazioni via
mare, così come Alitalia (e altre), mettendo a disposizione i propri
aeromobili, sono responsabili della maggior parte dei rimpatri.
Ugo Beiso
Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal