Il 18/05/2010 10:30, tibi@??? ha scritto:
> In data 17/5/2010, "caparossa" <caparossa@???> ha scritto:
>
>> Tibi quello che fa lo passa in lista. Poi lo può fare per tutti i media
>> mainstream del cazzo del mondo, me ne fotto.
>
> mmmm, vero fino a un certo punto. le cose scritte e lunghe si, ma qualche
> volta l'anno scorso si è trattato anche di parlare con gente che
> pubblicava interventi in radio o video, e lì non è che la lista venisse
> coinvolta, causa immediatezza della situazione.
Appunto.
> Dunque. Sicuramente c'è un problema di trust. alcune persone che hanno
> lavorato nelle radici e nella melma hanno più libertà d'azione, e forse
> in fondo è pure giusto.
> Altre meno. E questo è un problema della lista hackmeeting. Che rischia,
> da questo punto di vista, di essere una lista chiusa, di amichetti.
Occhio, che questo è un campo assolutamente minato.
Se si decide di fare di hackit qualcosa di "altro", benissimo, ma
ragioniamone tutt@, tanto e per bene. Abbiamo macerie alle spalle...
> Poi per quanto riguarda il rapporto con i media, sono d'accordo con
> Elettrico: credo che la scelta di allargarsi al pubblico più largo,
> nonostante molti non fossero d'accordo, fosse stata discussa e alla
> fine decisa, perché si riteneva giusto che a questo punto il messaggio
> circolasse in modo più ampio. E si era anche detto, mi pare, c'è un
> messaggio che circola in modo più ampio (e qui ci entrava il warm up)
> perché in questo modo si può salvare invece, e tenere più riservato, il
> circolo più ristretto (hackmeeting vero e proprio).
Appunto: una cosa sono i warm-up - che sicuramente vanno quanto meno
annunciati in lista, comunque - e altra cosa è hackit vero e proprio,
rispetto al rapporto coi media. Imho.
> Poi se noi stessi livelliamo tutto allo stesso piano, è un problema
> nostro.
> Io credo che porsi il problema di raggiungere il mainstream sia utile,
> perché così siamo costretti a fare i conti con la realtà che ci
> circonda. Non significa abbassarci, e neppure diventarne parte. Dunque
> va bene in realtà qualsiasi giornale, sia Anna e Amica, sia Hacker
> giornale.
Non è polemica, ma non mi è chiaro il rapporto diretto tra "media" e
"reale".
> Ovviamente se chi scrive chiede e capisce è assai meglio. e anche qui
> ritengo che sia compito nostro fornire informazioni adeguate a ogni
> mezzo e piallate quel giusto che serve per quella situazione.
> E' un lavoraccio. Ma serve.
Io, però, vedo in questo passaggio una "forzatura", un salto in avanti,
che non mi pare in equilibrio con quello che è, fino ad ora, hackit.
Mi spiego:
una situazione, una TAZ, un'entità, chiamate come minchia/ovaia volete
hackit, decide di mettersi in relazione con altre entità più vaste e
differenti, quando ha raggiunto una maturità, una chiarezza, almeno su
alcuni punti fondamentali, che è così "tranquilla", su quei punti, che
confrontarsi con l'esterno è cosa naturale e praticamente indolore
(Ernst Bloch docet).
non mi pare sia la nostra situazione, onestamente. anzi, mi pare quasi
che ci sia questa apertura al mainstream - sia dal punto di vista dei
media che dal punto di vista del popolo - più per sopravvivenza che altro.
Come dicevo sopra, a mio avviso questi passaggi sono delicati, e
bisognerebbe farli con un po' di cura e premura.
Di corsa, scusate...
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"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello
e vi picchiamo lo stesso". Roma, 1971
Guglielmo "Billi" Bilancioni