Autor: yattaman Datum: To: hackmeeting Betreff: Re: [Hackmeeting] ODG per il pre-hack
2010/5/13 <tibi@???>: > l'anno scorso (ma in realtà anche ai bei tempi di Indymedia) abbiamo
> avuto la prova che lavorare in altro modo è stato assai efficace
> io comunque non voglio fare l'ufficio stampa "normale" perché
> altrimenti me ne stavo a fare quattrini da qualche altra parte....
> e ho il problema che avendo fatto sclte diverse nella vita, tendo ad
> applicarle in ogni ambito, specialmente quelli collegati a quello che
> faccio di lavoro, per guadagnarmi il pane (e non faccio l'ufficio
> stampa, ma sono esattamente dall'altra parte, ovvero il dannato
> giornalista).
> ma è un limite mio, si intende, mica lo deve essere per gli altri...
non credo che qui stiamo discutendo di chi è il più duro e puro... io
le mie scelte le ho pagate già in abbondanza e le sto pagando, sono
sicuro che tu stai facendo altrettanto, sposterei il discorso su un
altro piano.
allora faccio un esempio pratico. diciamo che io nell'arco della
giornata ho in genere diversi appuntamenti. mettiamo che alle 9.30 ho
una conferenza stampa all'unione degli industriali romani, alle 11 un
incontro in prefettura tra alemanno e la provincia sui casini
all'olimpico, alle 15 vado alla commissione trasporti della camera che
sente l'aci sulla riforma del codice della strada e alle 18 ho la
presentazione dell'anao assomed, che è l'associazione dei medici
dirigenti che criticano il nuovo piano regionale della polverini sulla
sanità. per ciascuna di queste cose scrivo due o tre articoli (le
agenzie scrivono cose sintetiche e mirate), alla fine della giornata
ne ho dettati al telefono almeno una decina. il che diciamo che fa una
media di un pezzo ogni 40 minuti. diciamo che la è una giornata
tranquilla e alle 20 quando ho finito con l'assomed non mi chiamano
dalla redazione per dire "ci sarebbe maroni alla tuscolana che parla
dell'olimpico, vai tu?", come può capitare. in una giornata di questo
tipo tu prima di tutto devi sapere quali sono le ultime cose che
avevano detto nei giorni scorsi gli industriali romani, perché non
puoi scrivere qualcosa che sia già uscito, poi devi sapere bene cosa è
uscito sull'olimpico al minuto, dei sapere a che punto è la riforma
del codice della strada e cosa la polverini vuole fare nel dettaglio
con gli ospedali.
poi arrivi sul posto, fai un bel sorriso e sei amico di tutti. agli
industriali fai vedere che hanno ragione a lamentarsi delle tasse,
perché devi farti dare dei dati per fare il pezzo e non puoi farli
incazzare, e cmq hai bisogno che ti chiamino per informarti appena ci
sono novità sull'elezione della camera di commercio. in prefettura fai
quello solidale coi poliziotti che poveretti devono sempre affrontare
situazioni difficili, se no quella dell'ufficio stampa si incazza e
non ti dà per esempio i numeri su quanti poliziotti, quanti
carabinieri e quanta finanza c'era in piazza. e i dati ti servono,
soprattutto se cerchi di scrivere qualcosa di meno piegato alla loro
versione, e devi farteli amici se vuoi farli un po' sbottonare. alla
camera parli col deputato, che fa la sua crociata contro l'alcol al
volante, per carità, quanto ha ragione onorevole, ma com'è la
situazione in commissione, ce la farete entro 15 giorni? e al senato,
è ottimista? all'assomed uguale, eccetera eccetera.
qual è la morale di questa piccola storia? che 1. il giornalista
spesso della cosa che va seguire sa poco o comunque non è aggiornato
al minuto come tu ti aspetti e deve recuperare di corsa, perciò dargli
una spiegazione chiara e sintetica non è un tradimento della
rivoluzione, né rappresenta un insegnamento pedagogico per lui
pretendere che ci arrivi da solo. 2. il giornalista è ruffiano per
definizione, e pensare che siccome ti dà ragione vuol dire che ha
capito e ne abbiamo conquistato uno alla causa è una ingenuità
pericolosa. mi è capitato spesso di vedere compagni che riferiscono
cose a colleghi di altre agenzie o dei giornali, colleghi che io
conosco e di cui conosco i commenti una volta girate le spalle, solo
perché sono più ruffiani di altri, e anche di me, per esempio, che
guarda un po' faccio una attenzione dannata a evitare di scrivere cose
che permettano di identificare le persone. col risultato che poi esce
quello che esce sui siti e sui giornali.
detto tutto questo, purtroppo io a firenze non ci sono, però insomma
mi sta bene qualsiasi cosa si decida. se posso scrivere qualcosa e
rendermi utile lo faccio volentieri, se optiamo per un approccio
diverso va bene uguale, mi rendo conto di dire delle cose non
digeribilissime, e che possiamo pensarla diversamente. alla fine la
cosa che più mi interessa dell'hackmeeting è sentire i seminari,
raccogliere qualche idea (e qualche paranoia) nuova da portare a casa,
e sedermi per qualche giorno tra gente con cui puoi rilassarti e fare
delle cose interessanti. il resto è contorno...