[cm-Roma] R: i poteri

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Autore: ch.cavallaro@virgilio.it
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To: cm-roma
Oggetto: [cm-Roma] R: i poteri
per chi come me ha cantato e canta la canzone del maggio da quando usci' e' chiaro che la frase

"non ci sono poteri buoni"

ha il senso del mettere in guardia: la presa del potere (concetto che era strategico allora come, per molti partiti, e forse anche molte persone, anche ora), violenta o no che sia, produce solo un cambiamento (in peggio) in chi lo prende (il potere), ma non un cambiamento sociale.

per questo molti/e, anche non sempre nonviolenti, cominciarono a capire che l'importante erano le azioni dirette, ovvero sperimentare qui, ora, subito e personalmente i cambiamenti che si volevano ottenere perche' fossero questi cambiamenti, lo sperimentare il "potere di essere diversi", a cambiare noi e quello che ci circondava.

Anche da questo nacquero i centrisociali, spazi liberati subito, alternativi subito nei quali avrebbero poi dovuto svilupparsi anche da subito modalita' alternative di fare politica (non partitica), di genere, economiche etc. etc. e mi sembra che questa natura sia anche quella che contraddistingue le ciclofficine, popolari in particolare.
tutti/e coscenti dei limiti che ci portiamo dietro e delle contraddizioni da affrontare.

Non si cambia il Potere, chiunque lo detenga, ma si puo' scoprire di "potere" cambiare noi e cio' che ci circonda, in barba alla ossessione di controllo che contraddistingue questa societa' necrofila

essere diversi/e in movimento.... un incubo per il potere.....

chiara c.