著者: usiait1@virgilio.it 日付: To: pop, precari_roma CC: coordinamento3ottobre, coordsecondarie 題目: [Precari_roma] Aggiornamenti processo eternit: udienza del 10 maggio
Inoltriamoo e giriamo per informazione, su questo importante
processo su salute e sicurezza.
Trasmette Unione Sindacale Italiana facente parte della
rete nazionale salute e sicurezza sul lavoro
bastamortesullavoro@???
----Messaggio originale----
Da: bastamortesullavoro@???
Data: 10-mag-2010 18.56
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PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 10 MAGGIO
La seduta si apre alle 9:20 con l'audizione dell'attuale presidente della regione Piemonte, l'avvocato novarese Roberto Cota: costui confessa la sua completa ignoranza dell'argomento, ed indica nell'assessore all'urbanistica pro tempore, Ugo Cavallera, la "memoria storica" dell'attuale Giunta, essendo egli stato l'assessore all'Ambiente del governo regionale - durato in carica dal 1995 al 2005 - di Enzo Ghigo; la Corte pertanto dispone di ascoltare costui al posto del deputato: il Cavallera informa quindi il Tribunale sulle iniziative prese per la bonifica dei siti di Cavagnolo e Casale Monferrato ed i relativi costi.
I medesimi argomenti vengono successivamente affrontati dalla deposizione della precedente presidente, Mercedes Bresso, che in aggiunta rende edotta la Corte sulla questione del Centro studi sulle patologie legate all'amianto, che si trova a Casale Monferrato ed è stato aperto, nel 2008, durante il suo mandato - durato dal 2005 al 2010.
Dopo una pausa - durata dalle ore 10:40 alle ore 11:10 - si riprende con le testimonianze di due sindaci di Casale Monferrato: il signor Coppo (primo cittadino per due mandati: dal 1984 al 1988, e dal 1995 al 1999) ed il signor Mascarino (alla guida della città per due mandati consecutivi: dal 1999 al 2009).
Il primo riferisce, tra l'altro, che nel 1983 ebbe - nella sua qualità di presidente del comprensorio casalese - un incontro con il presidente dell'Associazione mondiale asbesto, il dirigente Eternit signor Costa, durante il quale venne <messo in guardia dal continuare ad addebitare le morti di tumore alle lavorazioni dell'Eternit, poiché la percentuale di questi risultava irrilevante rispetto a quella dei decessi causati dal fumo>.
Questo dice testualmente il testimone, ma pare che questo comportamento non fossero altro che minacce neanche troppo velate, altro che messe in guardia; va ricordato, infatti, come alla data di quell'incontro i livelli occupazionali nell'azienda fossero in continua discesa, ed il rappresentante dell'Eternit facesse pressioni per mettere a tacere l'allarme sanitario, utilizzando il ricatto della salvaguardia di quel che restava dell'occupazione.
Il secondo, dal canto suo, è il sindaco del periodo delle bonifiche, rivelatesi estremamente difficoltose, delle aree e delle sponde del fiume Po, conclusesi con l'abbattimento dello stabilimento con la scritta Eternit <che nel frattempo era diventato un simbolo di morte>; il teste, inoltre, fa presente che tuttora continua il lavoro di bonifica della città, e che non si sa quando questo potrà avere un termine, tenuto conto delle difficoltà oggettive di accesso alle aree private.
Terminati i testimoni istituzionali, tocca alla signora Patrucco; costei è la figlia dei gestori della panetteria di via Oggero - situata a due-trecento metri dallo stabilimento Eternit - dove si recavano in tuta da lavoro gli operai, in pausa pranzo, per acquistare il pane ed il companatico: sua madre, che non ha mai lavorato in Eternit, è deceduta di mesotelioma pleurico a causa della polvere di amianto respirata dalle tute ricoperte di polvere.
A questo proposito precisa che non erano soltanto le tute degli operai ad essere ricoperte di polvere, ma l'intera pavimentazione stradale - del quartiere che lei soleva percorrere in bicicletta per recarsi a scuola - ne era ricoperta di un manto di almeno due tre centimetri: in parte proveniva dall'Eternit, in parte dai cementifici della zona; precisa però che l'azienda amiantifera era molto più grossa di tutte le altre messe insieme, e quindi ne era sicuramente la maggiore responsabile.
Per concludere, viene ascoltata la signora Sella, una casalinga di Casale Monferrato il cui marito, ferroviere nella medesima località - prima con la qualifica di deviatore, dal 1970 al 1973, e successivamente come personale viaggiante prima che come capo treno - è deceduto quattro anni fa di mesotelioma pleurico.
Costui aveva la postazione di lavoro ad un centinaio di metri da dove i sacchi pieni di amianto venivano scaricati dai treni, provenienti da Genova, per essere mandati in azienda; sovente questi contenitori risultavano rotti, e le Ferrovie obbligavano gli operai della ditta appaltatrice di quel lavoro a pulire i vagoni: questa operazione avveniva con l'ausilio di scope di saggina che avevano l'effetto di spargere la polvere ovunque nella zona.
Alle ore 13:50, il giudice sospende la seduta, rinviandola a lunedì 17 maggio; in quella occasione verranno sentiti: il signor Bagna, proprietario della discarica sulla sponda sinistra del fiume Po, le signore Ferrero (madre e figlia), un teste dei due che dovrebbero riferire sulla questione del polverino, e se resta tempo un consulente tecnico che dovrebbe effettuare una presentazione dello stabilimento di Rubiera (Re).
Torino, 10 maggio 2010
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino
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