«Così venivano fermate le notizie di reato»
Verifiche annunciate e denunce ambientali mancate.
E ora spunta il sospetto di rapporti con la politica
GENOVA. Una delle aziende finite sotto inchiesta è una delle realtà scientifiche più allavanguardia in Italia sul fronte del monitoraggio dellinquinamento atmosferico.
Si tratta di SincrotroneTriste, società consortile per azioni, riconosciuta come società di interesse nazionale,
senza fini di lucro e sostenuta da finanziamenti
dei governi europeo, nazionale e regionale (partecipata
anche da Cnr e Regione Friuli Venezia Giulia).
Laltra è lazienda genovese Sige sistemi industriali.
Il pm genovese Paola Calleri ha ordinato lacquisizione di tutti i documenti relativi alla collaborazione
tecnico scientifica che Arpal ha attivato dal 2008 con SincrotroneTrieste.
La società gestisce il laboratorio Elettra realizzato sotto la guida del Premio Nobel Carlo Rubbia e inaugurato nel 1994 dal Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi
considerato uno dei laboratori maggiormente accreditati e attrattivi per i migliori gruppi di ricerca grazie ad una particolare tecnologia detta luce di sincrotrone: ha caratteristiche uniche, capaci di rivelare dettagli altrimenti inaccessibili dei materiali e di fornire informazioni inmolteplici ambiti, dallelettronica
alle scienze ambientali, dallingegneria dei materiali alla medicina e alle nanotecnologie.
Le risorse e le strutture di Elettra sono gestite da Sincrotrone Trieste in partnership con Cnr, Accademie
delle scienze austriaca e della Repubblica Ceca,
organizzazioni internazionali come lInternational Centre for Theoretical Physics (Ictp) e lInternational Atomic
Energy Agency (Iaea), nonché di molte università italiane e di altri Paesi.
La collaborazione tra lagenzia regionale ligure e lazienda triestina, è finalizzata al monitoraggio
ambientale con lutilizzo in via sperimentale di apparecchiature tecnico scientifiche particolarmente sofisticate.
Proprio a questo proposito, sempre nel 2008, è stato
formalizzato il comodato duso gratuito ad Arpal di un
prototipo per effettuare analisi di particolato atmosferico
tramite fluorescenza con raggi X: lo strumento, unico nel suo genere in Italia, permette di individuare lorigine
delle polveri sottili presenti nellaria attraverso il riconoscimento dei metalli presenti al loro interno (in gergo tecnico permette la speciazione del Pm10). Un notevole miglioramento tecnologico nel monitoraggio
di questo tipo di inquinante atmosferico.
«Tenuto conto di alcune esigenze specifiche del territorio in materia di qualità dellaria, spiega Arpal in una nota tale strumento è stato installato a Vado ligure in via sperimentale e in affiancamento alle tradizionali
centraline per il monitoraggio dellinquinamento atmosferico
nella zona.
Terminata la prima campagna dimisure e la verifica dei
dati, si sta valutandoleventuale sostegno alla sperimentazione di un secondo prototipo più evoluto».
GRAZIANOCETARA
GENOVA. Controlli «annunciati» dagli stessi dirigenti dellArpal, con telefonate mirate(e a quanto pare intercettate) alla vigilia dei controlli:
«Mi spiace, domani devo mandarti gli ispettori».
Ma soprattutto notizie di reato «stoppate per ragioni di opportunità ».
I tecnici sul campo facevano la loro parte, affondando nel
fango delle aree industriali contaminate dai peggiori veleni, raccogliendo campioni per i laboratori e, alla fine,
scrivendo ai dirigenti di riferimento i crimini ambientali di cui avevano cercato e trovato le prove.
In agenzia il naturale corso della giustizia, le cui procedure non prevedono per i pubblici ufficiali la possibilità di sottrarsi allobbligo della denuncia,
in qualche modo si sarebbe arrestato.
Le notizie raccolte sul campo venivano vagliate e non sempre venivano inoltrate ai pm.
Anche questo, cioè le censure agli ispettori,
emergerebbero sempre dalle intercettazioni:
«Questo in Procura non ci va».
Due casi su tutti: le relazioni delle ispezioni agli
ascensori della Asl 3 e alle caldaie dellospedale San
Martino, i cui documenti sono stati nei giorni scorsi
acquisiti dagli inquirenti.
È questo uno degli aspetti al centro dellinchiesta
genovese del sostituto procuratore Paola Calleri, affidata ai carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico), sullAgenzia ligure di protezione dellambiente (Arpal)
e sullattività di controllo svolta inalcuni dei casi simbolo della lotta allinquinamento (dalla discarica di Scarpino, ai fanghi della Stoppani, passando dalle emissioni
della centrale Enel e dalle terre contaminate
dellex acciaierie di Cornigliano).
Alle accuse i manager indagati ribattono di aver scremato la mole di segnalazioni in partenza per lautorità
giudiziaria proprio in risposta alle lamentele, espresse più volte dalla Procura, sulla messe dinotizie senza
rilevanza penale inviate quotidianamente.
Non solo.
Spesso la funzione dellArpal, nel caso di aziende pubbliche come, per esempio, gli ospedali, era quella di aiutarle a superare i problemi via via incontrati per garantire la continuità del servizio pubblico.
Sulla presunta natura politica delle scelte dei vertici dellAgenzia, indagati a vario titolo per corruzione,
falso, abuso dufficio e turbativa dasta, lopposizione in consiglio regionale ieri ha cominciato a dare battaglia.
Come? Chiedendo, su iniziativa del gruppo regionale del Pdl,
lapertura di una commissione dinchiesta su una vicenda «di assoluta gravità».
«È necessario fare chiarezza e approfondire, seguire passo passo la vicenda e comprendere anche se queste analisi condotte conpoca trasparenza possano aver avuto conseguenze
e ricadute negative sulla tutela della salute e sulla sicurezza del territorio e dei cittadini della nostra
regione.
Vanno individuate le responsabilità anche politiche che vi
potrebbero essere sulla vicenda».
Linchiesta della Procura è al momento entrata in una fase per così dire riflessiva.
I carabinieri stanno controllando le relazioni sequestrate nelle perquisizioni di giovedì mattina.
Nei prossimi giorni scatteranno gli interrogatori.
I primi a essere sentiti dal pm, secondo indiscrezioni, sarebbero proprio gli ispettori al centro della guerra intestina allArpal, da cui sarebbe scaturita lindagine a tappeto sui controlli degli ultimi anni.
Testimoni privilegiati del clima nel quale in particolare
gli ufficiali di polizia giudiziaria dellAgenzia
operavano e le presunte interferenze della sfera manageriale politica dellente pubblico.
Ieri il direttore generale Bruno Soracco è intervenuto con una breve nota stampa nella quale si è detto nuovamente «sereno e fiducioso»:
«Siamo certi che il ruolo di Arpal uscirà rafforzato da questa vicenda, vista limportanza delle nostre attività
sul territorio.
Al di là di questi aspetti,Arpal continua la propria attività a favore delle istituzioni e dei cittadini: Soracco conclude con un appello a essimi rivolgo in particolare modo per tranquillizzarli e confermare
la validità dei dati diffusi dallAgenzia in merito alla qualità ambientale e alla tutela della salute».
cetara@???
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