[cm-Roma] R: Re: R: R: Digest di Cm-roma, Volume 73, Numero…

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Szerző: sofista@virgilio.it
Dátum:  
Címzett: marco.pie, cm-roma, ampioraggio, ela.e
Tárgy: [cm-Roma] R: Re: R: R: Digest di Cm-roma, Volume 73, Numero 31
Ma non credo proprio. A parte il fatto che ricomprendere/superare l'analisi marxiana in un'ottica di critica ecologica radicale alla civiltà mi viene più facile di altro e credo che sia urgente, non dico ciò che mi fai dire.
Sarò contraddittorio, sperando di scorgere la verità.

Il proletariato non esiste. Disprezzo la massa, ma spero che insorga. I limiti fisici del pianeta sono evidenti, ma vorrei sapere qualcosa di più dell'evoluzione spirituale de sta specie de bestie umane. I problemi sono tecnocratico-ingegneristici, ma vorrei distruggere il dominio e l'abuso di potere, con passione. La critica è: che tipo di determinismo ricerchiamo in una teoria politica? Cerchiamo una teoria? Serve una teoria per ribellarsi? Tu dici che io dico che i comportamenti fanno il contesto: non l'ho mai detto. Anzi forse sono più determinista dei dogmatici marxisti se spero che il collasso ci insegnerà qualcosa, altro che dittatura del proletariato.

Poi per comportamenti io non penso al "consumo" o alle "biciclette": qua, ripeto c'è da fare guerra a chi la sta muovendo dapprima a molti schiacciati e fra poco a noi tutti, anche se abbiamo dei documenti/diritti da agitare al vento. E ci crediamo liberi anche di fare le ciemmone. io credo che i muri di un lager pagato conle mie tasse, IO li devo buttare giù.

Il determinismo e l'autoritarismo e il piccoloborghese-trendysmo stanno invece nel pensare che la ciemmona e la critical mass siano solo adunate da depotenziare del conflitto. Non lo dico io cosa devono essere, ma non è che dobbiamo fare sempre "apologia di realtà". Cioè, le cose le cambiamo distrattamente, ma è meglio se abbiamo due idee, mi pare. Io ho capito che non posso pretendere che tutti quelli che vengono alla ciemmona diventino domani dei rivoluzionari o anche solo mettano la faccia per combattere i CIE e il fascismo dilagante. Ma continuo a pensare che sia necessario far questo. Io sono cambiato, ero più nichilista, resto un coglione, credo di fare qualcosa, magari mi illudo, invito gli altri a pensare, ma non mi voglio prendere in giro sperando che il massimo sia scorazzare belando in bicicletta, senza mai urlare contro il dominio. E che cazzo. Che non vuol dire che la ciemmona salva il mondo. Ma chi lo salva, Facebook?

E visto che qualcuno sa cosa è il PEAK-OIL, lo insegnasse agli altri, io rompo sempre l'anima a tutti con le curve a campana: non siamo partito, non siamo istituzione, non lo saremo mai e proprio per questo ciemme, ciemmona e azione diretta sono efficaci. Lo spirito è che dovremmo tutti imparare qualcosa dagli altri. Cazzo, sta arrivando (forse) il collasso, c'abbiamo i migranti rinchiusi nei lager, l'economia è fatta di coriandoli, la guerra è nelle nostre case, i nazisti ci prendono a bottigliate durante la ciemmona, la giustizia perseguita gli antifascisti, ci rubano l'acqua l'aria e lo spazio e che facciamo? Diciamo che non bisogna fare un cazzo? Facciamo aperitivo? Facciamo i "disobbedienti" reclamando partite iva (Raparelli docet)? Ma stiamo scherzando? Non è che serve sta grande analisi o la conoscenza di Kropotkin e del Taoismo per opporsi a tutto questo.

Ripeto: continuare a depotenziare il carattere sovversivo della critical mass e della ciemmona è una scelta precisa. E' una scelta di parte.
Io scelgo di potenziare l'aspetto di contropotere di un movimento (centrale). E non salverò il mondo.

Ciao ciccio.


Messaggio originale----
Da: marco.pie@???
Data: 27-apr-2010 10.16 AM
A: "sofista@???"<sofista@???>, "critical mass Roma"<cm-roma@???>
Ogg: Re: [cm-Roma] R: R: Digest di Cm-roma, Volume 73, Numero 31

Il 27 aprile 2010 11.27, sofista@??? <sofista@???> ha scritto:
> Qua, i problemi, non sono il traffico e, scusate, i nostri amici e amiche
> morti sulle strade. Qua il problema sono i diritti umani, l'autoritarismo,
> le carceri speciali e i migranti fatti morire in mare e nei c.i.e, gli
> sfratti, i suicidi per fame e licenziamenti, in generale tutta la feccia che
> ci governa. Di cui il traffico è corollario.


Sofista, penso che quello che ci distanzia di più non sia la lettura
dell'esistente, quanto l'attribuzione delle responsabilità. Tu credi
in un proletariato (chiamiamolo così) oppresso dai poteri forti della
borghesia, in una lettura probabilmente marxiana, io ci leggo i limiti
dell'evoluzione sociale umana in un contesto di abbondanza di risorse.
Nella tua lettura sono i comportamenti a definire il contesto, nella
mia il contesto a definire i comportamenti. Non penso se ne possa
uscire fuori.

Dalla tua analisi emerge la possibilità di "rivoluzionare" il contesto
attraverso una trasformazione dei comportamenti... dalla mia no,
almeno in un'ottica a breve termine. Una reale trasformazione sociale
richiederebbe una crescita culturale e della consapevolezza
individuale incompatibile con l'egoismo diffuso che ci governa e regna
ad ogni livello della nostra società. Ti rammento che il nostro è
l'unico popolo europeo a non aver mai fatto una rivoluzione, ed anche
quello che ha inventato il fascismo. A breve il contesto muterà in
conseguenza degli effetti del peak-oil, e le società si adegueranno
(in maniere, temo, molto poco piacevoli).

Tutto questo per dire che, al di là della buona volontà e delle
energie che ognuno di noi potrà e vorrà spendere per lotte che restano
giuste, non sarà certo la Ciemmona a "salvare il mondo"... pacifica o
conflittuale che sia.

Ciao

--
Marco Pierfranceschi
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Mammifero Bipede
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"Tutti pensano a cambiare il mondo,
ma nessuno pensa a cambiar se stesso"
L. Tolstoj