[RSF] ELEZIONI FARSA IN COLOMBIA

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Szerző: Associazione nazionale Nuova Colombia
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ELEZIONI IN COLOMBIA: LA SOLITA FARSA!

Il 14 marzo si sono svolte in Colombia le elezioni per il parlamento;
i voti, a 5 giorni dalla consultazione, non sono ancora stati
conteggiati definitivamente.

Eppure, dalle rilevazioni del 94% delle schede, è già possibile
ricavare alcune perle in merito alla “più antica democrazia
d’America” (sic), secondo una nota e paradossale definizione del
paese campione della violazione dei diritti umani.

I potenziali elettori in Colombia sono 29.853.299; di questi, si
sarebbero recati alle urne solo 13.203.762 persone, ovvero il 44%
degli aventi diritto.

Se ai votanti togliamo 1.403.913 voti nulli, e le circa 473.000
schede bianche, rimangono circa 11.327.000 voti effettivi, pari al
38% degli aventi diritto.

Queste cifre vanno considerate approssimate per eccesso, poiché le
regioni più povere (storicamente con affluenza più bassa della
media) non sono, al momento, ancora state scrutinate.

Uno dei motivi che giustifica un così alto numero di schede nulle è
che molte persone si presentano ai seggi solo per ottenere i benefici
inerenti alle graduatorie per gli incarichi pubblici o per
l’accesso all’”università pubblica”.

Dunque quasi 2 elettori su 3 non esprimono il proprio voto, e il
partito dei non votanti rappresenta, forte del suo 62% di consensi,
di gran lunga il vero vincitore di queste elezioni.

Questi dati, da soli, dimostrerebbero già la scarsa legittimità
delle elezioni in Colombia, e qualora fossero diffusi correttamente,
metterebbero in ridicolo la pretesa schiacciante vittoria della
coalizione che sostiene il narcopresidente Álvaro Uribe Vélez, che
potrebbe vantare, al più, la maggioranza dei consensi di un terzo
degli elettori.

Sommando le percentuali dei partiti di questa coalizione, ovvero il
25% del partito della U, il 20% ottenuto dai conservatori l’8% del
PIN, si ottiene il 53% di preferenze, cioè poco più di 6 milioni di
voti: cifra che rappresenterebbe circa il 20% di voti alla coalizione
del narcopresidente sul totale degli aventi diritto.

Ma naturalmente non è possibile fermarsi ai semplici numeri per
chiarire la complessa situazione colombiana, e la mancanza di
consenso elettorale non è l’unica caratteristica che esplicita il
carattere fascista del regime colombiano: occorre chiarire le
condizioni in cui le elezioni si sono effettivamente svolte, poiché
alle cifre di cui sopra vanno defalcati i voti ottenuti con le
intimidazioni dei paramilitari, dei morti che a ogni elezione
risorgono per l’occasione, i brogli, la compravendita, ecc ecc.

A questo proposito, la Missione per la Supervisione Elettorale della
OEA (Organizzazione degli Stati Americani, certo non tacciabile di
simpatie di sinistra), in una nota, ha dichiarato testualmente che
“i gravi problemi che avevano alterato le elezioni del 2007 si sono
ripetuti nella giornata elettorale” del 14 marzo: ovvero
l’impossibilità di garantire la segretezza del voto, la presenza
di compravendita di voti, nonché l’assenza di formazione di vari
giurati e la scarsità di testimoni elettorali; inoltre, molti
elettori non hanno letteralmente saputo in che modo votare, cosa che
evidenzia ancora di più il carattere escludente del sistema
colombiano.

Pedro Santana ad esempio, della Missione di osservazione elettorale
colombiana, ha parlato di “acquisto massiccio di suffragi
finanziato dal narcotraffico” dei paramilitari, nel nord-ovest del
paese.

Il capo della delegazione dell’OEA, Enrique Correa, ha chiarito che
molti elettori sono stati pagati per dare il proprio voto a candidati
di destra, persino in presenza di alcuni osservatori.

La OEA ha inoltre constatato che in alcune località del dipartimento
di Cundinamarca (al centro del paese), in cambio di voti per candidati
di destra, sono stati pagati degli elettori con panini o la consegna
di 20.000 pesos (meno di 8 euro), il che, se ancora ce ne fosse
bisogno, dà la misura delle condizioni di estrema povertà degli
strati popolari del paese; numerosi casi di compravendita di voto
sono stati inoltre registrati, sempre secondo l’OEA nei
dipartimenti di Atlántico, Bolívar, Magdalena, Nariño e Norte de
Santander.

Come ampiamente previsto, molti elettori hanno subito pressioni da
gruppi di narcotrafficanti armati perché favorissero candidati di
estrema destra.

“Si sono presentati armati e hanno riunito tutta la popolazione per
determinare per chi dovevano votare gli elettori”, ha denunciato il
rappresentante di una ONG per l’osservazione elettorale in
Colombia, Jorge Rojas.

Secondo quanto denunciato da diverse ONG, almeno 80 nuovi
congressisti sono collusi col paramilitarismo, ovvero il 30% del
totale degli “onorevoli”.

Ecco dunque che si delinea più chiaramente un quadro generale di
totale assenza di democrazia nel paese, che manifesta la completa
incompatibilità di questo regime con le più elementari leggi
democratiche: il voto che è per la maggior parte dei casi
inespresso, e che, quando formalmente viene esercitato, viene
costantemente manipolato dalla violenza e dalla frode ne è la prova.

Senza alcun dubbio una situazione analoga si ripresenterà in
occasione del voto presidenziale, dimostrando per l’ennesima volta
che il processo elettorale colombiano non è altro che una farsa.

Da questa lettura ne consegue che la politica della “sicurezza
democratica” di Uribe, che nelle dichiarazioni del governo avrebbe
dovuto garantire la sicurezza dei cittadini, è stata un completo
fallimento; d’altronde, la promessa uribista di sconfiggere la
guerriglia manu militari non è stata mantenuta perché il movimento
insorgente, lungi dal capitolare, ha continuato a crescere ed a
ottenere sempre più consenso tra la popolazione infliggendo continui
e contundenti colpi all’Esercito ufficiale.

La Pace in Colombia non passa per il carrozzone del grande circo
elettorale né tanto meno nei grandi proclami propagandistici
lanciati dalle poltrone della Casa de Nariño, bensì per una
soluzione politica che veda l’inclusione di tutto il popolo e che
continua ad essere osteggiata da un oligarchia mafiosa e sanguinaria,
che non vuole rinunciare ai propri vergognosi privilegi ottenuti con
il sangue di centinai di migliaia di colombiani.

Il governo colombiano continua ad essere illegittimo poiché
rappresenta meno del 20% della popolazione, ed illegale perché,
Uribe in testa, è conformato da narcotrafficanti e paramilitari.



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