[Forumlucca] VOLANTINO SUGLI IMPIANTI A BIOMASSE DELLA MEDIA…

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Autore: Ambientefuturo
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To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] VOLANTINO SUGLI IMPIANTI A BIOMASSE DELLA MEDIA VALLE
BASTA BRUCIARE

Nella Valle del Serchio sono stati proposti ben 16 impianti per la combustione delle "biomasse".

Tra questi l'impianto dell'ALCE di Fornoli da solo dovrebbe bruciare 150.000 t/anno, mentre un altro analogo a Fabbriche di Vallico dovrebbe bruciarne circa 130.000. Inoltre l'impianto proposto a Gallicano dovrebbe trattare altre 14.000 tonnellate/anno. Oltre 350.000 tonnellate di non ben definite "biomasse" dovrebbero essere conferite complessivamente agli impianti se dovessero essere autorizzati e realizzati.

AMBIENTE E FUTURO CHIEDE UNA IMMEDIATA MORATORIA nei processi autorizzativi in quanto la questione pone complesse valutazioni sanitarie, ambientali, energetiche in assenza delle quali si apporterebbero danni certi alla vivibilità dell'area, anche per effetto non solo delle emissioni ma anche del traffico di movimentazione. Posto che LA BIOMASSA PRIORITARIAMENTE DOVREBBE ESSERE COMPOSTATA per contrastare i gravissimi fenomeni della desertificazione e/o degrado dei suoli ( il 27% dell'Italia è a concreto rischio di desertificazione come rilevato dal CNR) e per combattere il rilascio di "gas serra" conseguenza della perdita di carbonio dei terreni ( che se rilasciato in atmosfera si trasforma in CO2) non è accettabile in alcun modo una proliferazione di impianti dei quali non si conosce la provenienza dei materiali da bruciare e nemmeno la loro effettiva funzione facilmente trasformabile IN INCENERIMENTO DI RIFIUTI.

TUTTI QUESTI PROGETTI CONTRASTANO APERTAMENTE CON IL PIANO ENERGETICO PROVINCIALE che approvato nel 2001 ritiene ( vedi pag.122) non superiore a 100.000 tonnellate/anno la "biomassa" disponibile entro un'area di ben 900 Kmq. Ciò significa chiaramente che ci troviamo di fronte ad un' "offerta" di combustione almeno 3 volte e mezzo superiore al reperimento di "combustibile" potenzialmente disponibile con la certezza, quindi, di una sua "importazione" di cui non sono note né le provenienze né le tipologie facendo  pensare che in realtà almeno i tre impianti di taglia maggiore POSSANO IN UN IMMEDIATO FUTURO PASSARE A TRATTARE ANCHE RIFIUTI PROVENIENTI DAI COMPARTI DEL LEGNO TRATTATO, DELLE CARTIERE, DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE DIVENENDO INCENERITORI. E' lo stesso Piano provinciale (pag.123) ad affermare che eventuali impianti di combustione delle biomasse devono essere localizzati minimizzando la movimentazione ( alludendo cosi' a piccoli impianti) e il conseguente aggravio di traffico che, al contrario, verrebbe a scaricare sulle già intasate arterie esistenti  ulteriori massicci flussi. E' inoltre, ancora lo stesso Piano Provinciale a mettere in guardia contro i pericoli derivanti dalle emissioni di "particolato"provenienti da questi impianti anche nel caso della sola combustione di "legno cippato non trattato".  PER QUESTO LA PROVINCIA NON PUO' AFFRONTARE L'ITER DELLE AUTORIZZAZIONI CASO PER CASO MA DEVE APPLICARE I CRITERI PREVISTI DALLA PROPRIA PROGRAMMAZIONE attuando una Valutazione Ambientale Strategica ( VAS). In particolar modo preoccupa l'impianto ALCE che sotto il ricatto occupazionale dovrebbe trattare quasi 500 tonnellate/giorno ( cioè una volta e mezzo l'intera biomassa disponibile su scala provinciale) trattando circa una quota parte di 80.000 tonnellate di castagno per l'estrazione ( con procedimenti chimici) di tannino alludendo a processi di movimentazione che coinvolgerebbero anche la piana di Lucca già congestionata dal traffico pesante. Il pesante dimensionamento dell'impianto fa poi ritenere che esso possa accogliere non solo biomasse vegetali ma soprattutto "rifiuti industriali da biomasse" riproponendo in termini addirittura peggiorativi i pericoli appena respinti derivanti dalla proposta LUCART. Come studi scientifici passati e recenti hanno dimostrato, l'intera Valle del Serchio è UN'AREA DA BONIFICARE a partire proprio dalla zona di Fornoli,  non a caso oggetto di un piano di risanamento ambientale promosso dallo stesso Ministero dell'Ambiente negli anni scorsi. Dal punto di vista occupazionale l'area industriale in oggetto potrebbe divenire UN PARCO DEL RIUSO E DEL RICICLAGGIO a servizio di politiche avanzate di gestione dei rifiuti verso rifiuti zero.       


                                                                                      AMBIENTE E FUTURO