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Aihe: [NuovoLab] Rifondazione sceglie la Federazione Assemblea nazionale nel No Bday
liberazione 19.11.09
Una discussione vivace della direzione Prc dà mandato per proseguire sulla strada della coalizione



Day da cui il Prc e i suoi compagni di strada della federazione torneranno anche con un pacchetto di campagne
di massa contro la legge 30, la privatizzazione dell’acqua («da cui può scaturire un movimento delle dimensioni di quello pacifista», segnala Renato Patrito), il ritorno del
nucleare.
Il regolamento - ha spiegato Ferrero - è solo l’insieme delle norme transitorie, degli elementi di garanzia, per
arrivare al congresso. E il nome, dov’è stato espunto il riferimento all’anticapitalismo, allude piuttosto a
una esigenza di praticità più che a una «slavatura». Al di là delle critiche emerse dalla discussione (24 interventi
dopo l’introduzione del segretario), il manifesto è piuttosto netto.
E al dilemma se uscire dalla crisi del capitalismo o dal capitalismo in crisi la risposta è chiara.
La seconda e con un riferimento diretto alle esperienze
latinoamericane del socialismo del XXI secolo. Indipendente
dalla socialdemocrazia e dalla sua variante italiana, la Federazione non sarà un fatto interno ai promotori.
Saranno possibili tanto iscrizioni collettive quanto individuali. Solo adesioni personali, al contrario, sarebbero la prefigurazione di un nuovo partito piuttosto che di un soggetto federativo praticamente inedito.
Le adesioni, per bypassare eventuali ruggini locali che potrebbero viziare il processo, saranno vagliate dal coordinamento nazionale.
Almeno secondo l’attuale versione del regolamento.
Su questo punto, come sul livello territoriale della federazione, e sulla quota del 25% riservata nel
Sintesi veloce di una discussione vera con cui Rifondazione comunista entra nella fase operativa della Federazione della sinistra, questo il nome - per ora - della coalizione anticapitalista, femminista, ecologista, di cui il Prc è promotore assieme al Pdci, a Socialismo 2000 e a Lavoro e solidarietà.
Con due voti contrari - l’area di Falce e Martello - e tre astenuti (Eleonora Forenza, Gianluigi Pegolo e Maurizio Acerbo) la direzione nazionale di Rifondazione ha dato mandato alla segreteria per proseguire nelle trattative per la convocazione dell’assemblea nazionale del soggetto
federativo che stabilirà, a sua volta, il percorso con cui entro il prossimo anno si approderà al congresso di fondazione.
Una strada complessa di cui il segretario Paolo Ferrero ha
dato conto senza reticenze di fronte all’organismo dirigente di Viale del Policlinico che ha potuto visionare le bozze di manifesto e di regolamento provvisorio, documenti che avevano visto la luce nella nottata immediatamente precedente.
La sintesi “brutale” è che esiste una convergenza
larghissima sulla necessità di un processo di riaggregazione - nella forma di una federazione - e una discussione molto articolata sulle modalità organizzative
e sui linguaggi del manifesto.
Ora la parola passa ai comitati politici federali, che in molti casi già hanno svolto le prime assemblee territoriali
della federazione in nuce.
A fine mese sarà il parlamentino di Rifondazione, il Cpn, a dare il via libero definitivo per la partecipazione all’assemblea nazionale che dovrebbe tenersi - probabilmente - la mattina del 5 dicembre, il No Berlusconi
coordinamento ai soci promotori, si sono appuntate le principali critiche.
Se a qualcuno (Pegolo, Giannini) il modello organizzativo proposto appare come una perdita di autonomia per i comunisti, resta per tutti la necessità di individuare sia il perimetro della cessione di sovranità, sia di inventare un luogo per la partecipazione dei senza- partito. La Federazione sarà una somma di pratiche che si riconoscono reciprocamente ma la cessione di sovranità dovrà essere solo a livello istituzionale (Mantovani) o nascerà un soggetto unitario e plurale
(Rocchi)? Saprà intercettare i conflitti o vivrà nella sfera separata del politicismo? (Eleonora Forenza)?
Gli interventi si sono succeduti ponendo domande importanti ma - con l’eccezione di Claudio Bellotti, piuttosto netto sulla debolezza del documento e sulle regole «oligarchiche » - senza mai mettere in discussione l’«urgenza di una inversione di tendenza» (Ezio Locatelli e Mimmo Caporusso), della necessità «di uno spazio per il coraggio di leggere la nostra crisi e per rispondere al bisogno diffuso di una sinistra» (Linda Santilli).
Dai territori, infatti, arrivano segnali interessanti dopo le prime assemblee a Milano, in Emilia e nel Lazio, sia di possibili interlocutori, sia dell’esistenza di un settore «a cavallo tra l’ipotesi di SeL e quella della Federazione» (Antonello Patta).
Molti interventi hanno introdotto elementi analitici (Salvatore Bonadonna, Raffaele Tecce, Tommaso Sodano,
Claudio Grassi, Erminia Emprin) da far ricadere nella stesura finale del documento giudicato «migliorabile
» (Stefano Cristiano e Rosy Rinaldi) o, all’opposto, «da riscrivere » (Stefano Zuccherini) magari esplicitando il legame col Gue e col Partito della sinistra europea (Fabio
Amato) e con il social forum mondiale (Alfio Nicotra).
Per ciò che riguarda le forme organizzative da segnalare
gli appelli a evitare «gabbie» e cercare «forme duttili» (Giovanni Russo Spena) e «sperimentali» (Roberta
Fantozzi).
Una cosa è certa, la Federazione sarà il contrario dell’Arcobaleno, «che nasceva governista e contro i due partiti comunisti» (Leonardo
Masella).

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