La questione del linguaggio non è mai secondaria.
E non a caso chi si è distinto per la virulenza dei proclami poi si è  
trovato a fare dei bei compromessi con le proprie scelte.
Lo vedo capitare ogni giorno.
Che faccia l'imprenditore niente di male, figuriamoci. E vabé, che  
dica pure quel che dice.
Ma che pretenda di fare ancora, in questo modo, il disobbediente è  
imbarazzante.
Trovo che disobbediente sia colui che fa di questa scelta una pratica  
di vita.
E lavora, come dici tu, spesso senza clamori e senza riflettori.
Personalmente rispetto di più quei miei colleghi che fanno i camionisti
o le baby sitter per poter continuare a fare ricerca in italia.
Però ognuno si misura come riesce con la propria vita.
Il giorno 20/nov/09, alle ore 01:29, Fabio ha scritto:
> Ironica ma amara per chi, come il sottoscritto, si è trovato
> in più occasioni importanti ad essere accusato da Casarini di essere  
> un "moderato" perchè non condivideva la violenza verbale (poi  
> smentita già allora dagli accordi sottobanco con la polizia) dietro  
> la quale si nascondeva il "nulla" delle posizioni di allora e  
> attuali di Casarini.
> Che dire, Casarini fa più tristezza di Tremonti?!
> Probabilmente il neoliberismo è tanto forte perchè noi siamo tanto  
> deboli??? Nonostante ciò c'è ancora chi lavora con accanimento e  
> coerenza per qualcosa di diverso, ma certo non è ricercato dalle TV  
> come Casarini ai tempi del G8 di Genova.
> Caro Luca, abbi almeno il buon gusto di non pretendere di definirti  
> ancora "ribelle" (si sente in sottofondo il rumore delle unghie  
> sullo specchio su cui tenti di arrampicarti) o, meglio ancora, per  
> una volta tanto, chiedi scusa e sparisci.......
> :-((( Fabio Lucchesi
> ----- Original Message -----
> From: blanca
> To: forumlucca@???
> Sent: Thursday, November 19, 2009 8:35 PM
> Subject: [Forumlucca] Luca Casarini e l'IVA
>
> La sorte a volte è davvero ironica :)
>
> http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200911articoli/49507girata.asp
> Una volta assaltava il G8, ora fa l’imprenditore: “Siamo noi i veri  
> sfruttati”. Contesta l’Irap (“Una vergogna”) e giustifica gli  
> evasori: “Non hanno altra scelta”
>
> MICHELE BRAMBILLA
> MILANO
> Ricordate Luca Casarini, il no global? Adesso fa l’imprenditore. È  
> una delle tante partite Iva del Nord-Est, quelle che votano  
> Berlusconi o Lega in percentuali bulgare. Quando parla dell’Irap, il  
> nuovo Casarini parla come la Marcegaglia: «Un’imposta che colpisce  
> la produzione è un’imposta assurda». Quando parla delle banche,  
> parla come Tremonti: «L’accesso al credito, specie in periodi di  
> crisi come questo, dovrebbe essere agevolato». Quando parla del  
> centralismo dello Stato, parla come Bossi a Pian del Re: «C’è una  
> forte richiesta di autonomia dalla parte della nostra gente,  
> dobbiamo riprendere in mano i nostri destini».
> Guai a dirgli, però, che ha voltato gabbana. Ribelle era e ribelle  
> rimane. La sua ditta, una società di consulenza su marketing e  
> comunicazioni, l’ha voluta chiamare «Nexus 7». «Nexus 6 – spiega –  
> era il replicante di Blade Runner che si ribella. Io sono il numero  
> 7, mi ribello ancora di più». La sede della ditta è a Marghera, a  
> casa sua. Dipendenti zero. L’ha aperta in settembre. E due mesi sono  
> sufficienti per capire i problemi di un mondo che non è propriamente  
> quello da cui viene lui. Tasse, balzelli, burocrazia, clienti che  
> non pagano e banchieri con il braccino corto hanno preso il posto di  
> cortei, slogan, scontri con la polizia, denunce, condanne per  
> resistenza a pubblici ufficiali.
>
> Casarini, si rende conto che diranno tutti che è passato dall’altra  
> parte?
> «Ma non è vero. Io resto dalla parte degli sfruttati. E i nuovi  
> sfruttati sono i piccoli imprenditori, gli artigiani. È il Paese che  
> produce e quindi dovrebbe essere aiutato e invece si scontra con  
> tutto un sistema di difficoltà».
> Faccia qualche esempio.
> «L’Irap è una vergogna. Specie in periodi di crisi. Viene tassata la  
> produzione, non il reddito: ma le pare? E poi le banche. Per fare un  
> mutuo, che è l’unico sistema possibile per comprare una casa, in  
> Italia c’è un tasso medio del 5 per cento; in Europa è del 2,5. Per  
> chi ha un’attività, poi… Io ho chiesto settemila euro di credito,  
> per darmeli ci hanno messo un mese e mi hanno chiesto beni di  
> famiglia in garanzia».
> Sono i rischi d’impresa. Se ne rende conto solo adesso?
> «No, ho sempre pensato che i piccoli imprenditori erano vessati. Non  
> ho mai avuto un atteggiamento ideologico contro di loro. Per questo  
> ho polemizzato con la sinistra, che ha sempre avuto un’impostazione  
> classica: difende gli operai delle grandi fabbriche, che sono stra- 
> garantiti, e se ne infischia di quelli che lavorano con i piccoli».
> Sta pensando di passare alla Lega?
> «Per carità. Non crederà davvero che la Lega tuteli le piccole  
> imprese, vero? O che il Pdl sia il mitico “partito del popolo delle  
> partite Iva”? Quelle sono tutte balle. La prova è che al governo ci  
> sono loro, Lega e Pdl, e per noi piccoli imprenditori non stanno  
> facendo niente».
> «Noi piccoli imprenditori»? Siamo sicuri che lei è proprio il  
> Casarini che guidava le masse contro il G8?
> «Mi faccia continuare. Si è mai chiesto perché la Lega se la prende  
> tanto con gli immigrati? Perché è l’unico argomento che può  
> permettersi. Se parla di tasse, balbetta. La Lega, qui in Veneto, è  
> lo Stato. È la Lega che ci impone le tasse. Dicono tanto di Roma, ma  
> a Roma ci stanno loro».
> Che cosa vuol dire aprire un’impresa proprio in tempo di crisi?
> «Vuol dire scoprire l’iniquità del sistema fiscale. Le faccio un  
> esempio. Oggi la gente paga tutta in ritardo. Chi lavora per gli  
> enti pubblici, poi, riceve i soldi dopo 90 o 120 giorni, a volte  
> dopo sei mesi. Ma l’Iva la deve pagare subito. Subito, ha capito? Io  
> la recupero dopo mesi e mesi. E gli interessi, dico: gli interessi  
> chi me li paga?».
> Lei è un uomo di lotta. Ha pensato a qualche manifestazione?
> «Beh, potrei cominciare a fare obiezione fiscale non pagando l’Irap,  
> ad esempio».
> Cioè evadere il fisco? Proprio lei? Sono discorsi da cumenda  
> brianzolo che vota centrodestra.
> «Un momento. Distinguiamo. C’è evasione ed evasione. Un conto sono i  
> grandi evasori, che non pagano le tasse e poi si comprano l’Alitalia  
> con i soldi dello Stato, cioè nostri. Un conto sono i piccoli, che  
> devono pur difendersi».
> Quindi lei giustifica l’artigiano o il commerciante che fa un po’ di  
> nero?
> «Ma certo. Se no come fa a vivere? Uno è costretto a evadere. Lo so  
> che eticamente è discutibile. Ma io vorrei sapere anche dove vanno,  
> i nostri soldi. A finanziare le guerre? Io non ci sto».
>
> E rieccolo, il Casarini disobbediente. Sarebbe curioso se il  
> prossimo guaio giudiziario l’avesse per evasione fiscale, e si  
> trovasse sul banco degli imputati con la stessa accusa di frode  
> fiscale che i pm contestano a Berlusconi.
>
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